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Vivendi, l’entertainment non è brand friendly ma è efficace

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Secondo Lucien Boyer, cmo di Vivendi, intervenuto a Cannes nel panel “Branded Entertainment – the New Age of Marketing?”, la pubblicità deve prendere una nuova direzione per avere effetto

Gli impacci nel fornire formati pubblicitari graditi agli utenti sta bloccando la crescita di un comparto dalle potenzialità enormi. Gli investimenti degli advertiser negli Stati Uniti dimostrano la scarsa fiducia in uno dei segmenti che produce i contenuti più apprezzati dalle audience di tutto il mondo L’interruzione di un contenuto non è certamente il modo migliore per catturare l’attenzione di chi ne fruisce. L’esempio più evidente è dato dal second screening. La tendenza a guardare la televisione mentre si utilizza un device mobile porta l’audience a ignorare l’advertising e dedicarsi alle attività su quest’ultimo dispositivo. Secondo Lucien Boyer, cmo di Vivendi, intervenuto a Cannes nel panel “Branded Entertainment – the New Age of Marketing?”, la pubblicità deve prendere una nuova direzione per avere effetto. Deve proporre contenuti interessanti, e deve diventare “advertainment”. “In alcune occasioni questa teoria è già pratica. Il Super Bowl ne è un perfetto esempio. Purtroppo però non è frequente imbattersi in contenuti del genere” spiega. Anzi è molto facile imbattersi nella situazione opposta: l’84% degli utenti si dice infastidito dalle digital ads, perché avanzano proposte ritenute irrilevanti andando solo a nuocere a i business; il 50% invece installerebbe un ad blocker se si dovesse accorgere che i suoi dati sono utilizzati per personalizzare le ads. CX3kdvFWMAA-cgA Lucien Boyer, cmo di Vivendi

Branded content assenti a Cannes

Il programmatic diventa quindi problematico, la user experience un problema, i branded content hanno un ruolo strategico ma sono un po’ abbandonati a se stessi, “tanto che non hanno neanche un premio a Cannes”. E fuori dal digitale la televisione perde di potenza negli ultimi due anni, almeno secondo l’87% degli advertiser, e solo il 26% dei brand provocherebbe reazioni nella gente nel caso dovesse scomparire. La generazione dei millennial è impaziente e non aspetta, e allora bisogna invertire rotta alla svelta.”Per catturare la loro attenzione la soluzione è far leva sulle storie, utilizzando forme e formati differenti, sfruttando la potenza del digitale e dei social network” continua Boyer. “Per stimolare l’engagement, ci sono diverse logiche, ma alla base di queste resta il fatto che il 67% degli user parla di media ed entertainment.

Il ruolo strategico della musica e dello sport. Anche per Vivendi

La musica nello specifico è l’arte che più cattura l’attenzione, e anche a livello fisico è stato dimostrato che è capace di alzare i livelli di dopamina nel cervello dal 5 al 21%. Uno studio poi riporta che tra le cose a “irrinunciabili” il 33% del campione ha risposto musica, contro il 31% che non vivrebbe senza libri e poi tutte le altre fonti di entertainment a cascata” spiega. Avvicinarsi alla musica per raccontare storie potrebbe rivelarsi davvero una strategia vincente, bisogna infatti far leva sulle passioni. Lo sport è in pista da molto tempo e ha sviluppato modelli di business ormai più definiti ed evidenti. “Facendo paragoni con l’entertainment, calcio e cinema hanno metodi molto diversi per mettere in atto sponsorship: basti pensare che praticamente tutte le quadre delle massime serie hanno un brand stampato sul petto, mentre sono davvero pochi i film che hanno lavorato fianco a fianco con i marchi. Solo 007 e pochi altri sono riusciti in questa impresa. La industry dell’entertainment non è ancora abbastanza brand friendly, e questo è confermato dagli investimenti degli advertiser. La total spending sull’adv negli States raggiunge i 203 miliardi di dollari, quella riguardante lo sport 16 miliardi e quella sull’entertainment appena 2,1. Sebbene sia dimostrato che probabilmente è la più efficace” conclude Boyer.  

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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