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Verizon, dopo l’ultima violazione informatica l’acquisizione di Yahoo ora è in pericolo

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Lo rivela Bloomberg, secondo cui l’affare potrebbe saltare o essere rinegoziato al ribasso. DailyNet tenta di ricostruire l’intera vicenda

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la notizia della violazione di un miliardo di account avvenuta nel 2013. E ora Verizon potrebbe rinegoziare l’accordo per rilevare Yahoo o addirittura farlo saltare. A confermare quanto già scritto da DailyNet venerdì scorso, anche delle persone a conoscenza dei fatti interpellate da Bloomberg. Dunque l’operazione di mercato dell’anno, non tanto per il prezzo quanto per il valore “storico” dell’azienda di Sunnyvale, è in pericolo. Cosa che non sorprende più di tanto. Quando dallo scorso luglio è stato annunciato l’accordo per la cessione del core business al gigante delle telecomunicazioni che possiede anche AOL, Yahoo è inciampata su una serie di ostacoli, che potrebbero appunto compromettere la buona riuscita della vendita.

Le vicende sotto osservazione

Prima l’ammissione di un’hackeraggio di 500 milioni di account nel 2014, poi indiscrezioni su presunte collaborazioni con le autorità governative americane sul possibile spionaggio delle attività dei suoi utenti per il governo americano, e, infine, l’ultima incursione informatica che ha toccato 1 miliardo di account perpetrata nel 2013. Fatti che non possono passare inosservati. Restano però da capire le reali intenzioni di Verizon.

Verizon iPhone

AOL continua a lavorare sull’integrazione ma…

Secondo Bloomberg la società di telecomunicazioni starebbe agendo su due livelli: da una parte il ceo di AOL Tim Armstrong starebbe lavorando all’integrazione con Yahoo; dall’altra sarebbe stato assunto un team di avvocati che sta valutando l’entità dei danni per capire se bloccare l’acquisizione o chiedere un abbassamento del prezzo. Un tema già emerso da un’inchiesta del New York Post di ottobre, per cui Verizon potrebbe chiedere uno sconto di circa 1 miliardo di dollari. L’operatore telco vuole tutelarsi per assicurarsi di non dover fronteggiare in futuro alcuna disputa legale inerente alle violazioni. D’altra parte, come segnala Bloomberg, alcuni cittadini hanno già avviato le prime azioni legali contro Yahoo. Per ora la posizione ufficiale di Verizon è quella di uno statement inviato mercoledì e ripreso sempre da DailyNet, in cui il colosso ha affermato di voler valutare meglio la situazione mentre Yahoo continua a investigare.

Per ora Verizon non si sbilancia

“Riconsidereremo l’impatto di questo nuovo sviluppo prima di prendere una qualsiasi decisione finale”. Nell’ultimo attacco informatico subìto, Yahoo ha spiegato che è stata una terza parte non autorizzata ad accedere alle informazioni degli account degli utenti. Tra queste nomi, indirizzi email, numeri di telefono, date di nascita, password. Sarebbero invece salvi gli account bancari e i dati delle carte di pagamento.

The Yahoo logo is shown at the company's headquarters in Sunnyvale

Yahoo rimane strategica

Sarà comunque complicato per Verizon fare un passo indietro. L’acquisizione dovrebbe essere completata entro il primo trimestre dell’anno prossimo con l’obiettivo di dare vita a una alternativa allo strapotere di Facebook e Google. Compito impossibile da raggiungere separatamente e molto difficile anche insieme: stando ai dati eMarketer, quest’anno Verizon (AOL + Millennial Media) ha in mano lo 0,7% del mercato digitale mentre Yahoo si ferma all’1,5%. Insomma un 2,2% aggregato non è in grado di competer con l’oltre 30% di share di Google e il 12% circa di Facebook.

AOL ha obiettivi ambiziosi

Come sottolineato da Armstrong a Cannes, gli obiettivi sono quelli di raggiungere i 2 miliardi di utenti entro il 2020 grazie a una serie di competenze tecnologico-contenutistico-pubblicitarie invidiabili, che potrebbero nascere dalla combinazione delle attività di AOL, Yahoo e Verizon. Ecco perché l’ipotesi di un vero e proprio stop al deal non è facilmente applicabile alla realtà. AOL, che quest’anno ha tagliato il 5% della forza-lavoro globale come parte di un piano di riorganizzazione, l’anno scorso ha generato 2,7 miliardi di dollari di ricavi. Per il 2020 il target di fatturato è molto ambizioso: 20 miliardi.

Un anno difficile per Yahoo

L’anno di Yahoo era cominciato male e potrebbe finire anche peggio. Chiusa la sede italiana, e altre nel mondo, la società aveva deciso di vendere il core business dopo alcune lotte intestine tra azionisti. Trovata l’intesa con Verizon, i problemi di Yahoo sembravano aver trovato una soluzione. Eppure ora tutto è di nuovo a rischio. Secondo eMarketer quest’anno Yahoo guadagnerà 2,8 miliardi dalla pubblicità, in picchiata di oltre il 10% rispetto a un anno fa, con stime riviste al ribasso. A partire dall’anno prossimo il giro d’affari, sostenuto da search e display, dovrebbe ripartire. Ma con incrementi decisamente meno importanti a livello percentuale. In Italia, a ottobre Yahoo ha raggiunto 3,195 milioni di persone nel giorno medio stando ai dati Audiweb, con una netta prevalenza da mobile. La raccolta è gestita da Mediamond, in base a un accordo raggiunto a febbraio, quando è stata annunciata la chiusura della filiale italiana. I ricavi 2015 della società, secondo quanto risulta a DailyNet, sono stati di circa 15 milioni.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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