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Upgrade Mobile Summit è... un convegno

Autore: A Rocca


Anche un certo Steve Jobs, presentando il primo esemplare dell’iPhone disse che era… un telefono. Nella volontà degli organizzatori proporre il primo meeting firmato Upgrade Italia è un elemento sì importante, ma di un cocktail composto da tanti altri preziosi ingredienti, online e offline. Con l’obiettivo di aggiornare e informare, conoscere e formare, condividere e arricchire. Tutto questo in partnership con il quotidiano digitale DailyNet e il portale 360.com. Un’avventura che vuole essere il più partecipata possibile, per arrivare a un traguardo comune: migliorare il proprio business, attraverso la cultura, la competenza e l’aggiornamento

La prima edizione di Upgrade Mobile Summit (sito). Un evento, unico nel suo genere nel panorama italiano, organizzato da Upgrade Italia - divisione della società specializzata 66&71 -, in stretta collaborazione con il quotidiano digitale DailyNet e il portale 360com.it. Protagonista della giornata - dedicata a tutti gli operatori, manager, imprenditori e consulenti impegnati nella mobile digital economy, con particolare riferimento alle attività di marketing e comunicazione -, è, dunque, il mondo del digital mobile.

Il chairman

La giornata è affidata alla conduzione del chairman Federico Luperi, Direttore Innovazione e Nuovi Media del Gruppo Adnkronos, ed è previsto ampio spazio non solo per la presentazione di prodotti e aziende: gli speaker sono stati chiamati a utilizzare il proprio know how al servizio del mercato. L’idea è quella di invitare gli ospiti a proporre ricerche e dati inediti, che verranno periodicamente aggiornati sulla piattaforma online collegata all’evento e ospitata dal portale upgradeitalia.com. «In pratica - spiega il managing director di Upgrade Italia, Aureliano Roio -, il convegno è pensato per stabilire un canale di comunicazione continuativo tra le aziende e i player della digital industry. I partecipanti al Summit, infatti, avranno a disposizione per tutto l’anno un’area riservata con i contenuti dell’evento, una serie di insight, video-pills di formazione, ricerche, e-book e aggiornamenti periodici. Attraverso i nostri ospiti cerchiamo, quindi, di offrire una visione il più completa possibile sulle più moderne tecnologie digitali e sulle migliori opportunità offerte dal mercato, con l’obiettivo di agevolare i professionisti nelle scelte di make or buy, nella selezione dei partner e nella valutazione delle tecniche più adatte alle proprie esigenze di comunicazione e di business».

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Gli speaker

Tra gli speaker tanti protagonisti del mercato, ognuno con un peculiarità professionale di indiscussa autorevolezza. L’elenco è davvero prestigioso e tra gli interventi spiccano quelli di Fabrizio Angelini, Co-Founder di Sensemakers, società che rappresenta comScore; Sara Buluggiu, Direttore Commerciale per il Sud Europa e Country Manager del gruppo Rubicon Project in Italia; Charlotte Diemer, Director of Content & Insights della società internazionale Teads; Matthieu de Mongolfier, Ceo Italy & Switzerland del gruppo Tbs; Riccardo Giuggiola, Co-Founder & Ceo di Lens Academy; Cristina Favini, Strategist, Manager of Design & Partner del gruppo Logotel; Luca Panella, Sales Dicter del gruppo Ogury; Nicolò Palestino, Ceo di Widespace.

In anteprima

E ancora, Borsa Italiana presenta nel corso di Upgrade Mobile Summit, in anteprima, la nuova piattaforma digitale per il financial assessment delle aziende. Nel corso della giornata, vengono, inoltre, trattate tutte le macrocategorie e le sottocategorie del settore mobile che hanno attraversato trasformazioni nell’ultimo periodo, dal mobile adv ai metodi di profilazione, dalla mobile economy al mobile journalism. «Upgrade Mobile Summit - spiega il chairman Federico Luperi - è un evento che vuole essere diverso dalle consuetudini, a partire dalla registrazione dei partecipanti. Introduciamo, infatti, una novità sociale e tecnologica che i presenti possono sperimentare in anteprima. Il programma, poi, è stato pensato per offrire un’occasione per poter imparare e scoprire. L’obiettivo è proporre formazione e informazione. Upgrade Mobile Summit è un luogo di preziosa interazione che offre un’esperienza unica, progettata per preparare chi vi partecipa ad affrontare con successo le sfide personali e professionali».

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Tendenza inarrestabile

La scelta degli organizzatori di Upgrade Italia - che hanno deciso di avviare proprio dall’investigazione del segmento mobile il percorso formativo e informativo inerente la digital industry - appare del tutto in linea con le urgenze del momento in chiave di scambio, approfondimento, cultura. La navigazione da mobile, infatti, ha superato ormai da tempo, e poi doppiato, in termini di numero di utenti, quella effettuata dai computer. Secondo i dati di navigazione di agosto 2016, gli utenti da smartphone e tablet sono il 67% degli internauti. Un trend inarrestabile. E i segnali della rivoluzione digitale in atto, che ha come protagonista assoluto l’ambito mobile, sono rintracciabili da ogni parte. Se ne trovano in tantissime direzioni. E nessuno può permettersi di rimanere indietro. Basti pensare, per esempio, che per adeguarsi a questo trend inarrestabile, un colosso come Google ha annunciato di recente la prossima divisione in due parti dell’indice in cui sono contenute le pagine di internet e in base al quale fornisce le risposte alle ricerche effettuate attraverso il suo search engine. Ebbene, ci sarà un indice per le ricerche avviate da desktop e un’altro indice per le ricerche provenienti da mobile, dando priorità a quest’ultimo. Le dimensioni e la complessità del mercato mobile non ammettono, dunque, ritardi o distrazioni. Lo conferma un altro dato, tra i numerosi che si potrebbero citare: le connessioni cellulari - in base alla media delle ultime survey circolate - sono circa 7,3 miliardi a livello mondiale, mentre il numero degli abbonati sarebbe pari a non meno di 4,7 miliardi di persone.

Tutti coinvolti

È ormai un dato di fatto, allora, che la crescita del mobile stia trascinando l’incremento dell’integrazione delle attività commerciali tradizionali nella rete. Il mobile è sempre di più un potente fattore di trasformazione delle attività tradizionali, più di quanto lo sia stato fino a oggi ogni altro elemento. E le persone chiedono con sempre più insistenza applicazioni mobile. Si sta innescando un circuito di crescita reciproca. Le persone usano servizi basati sulla localizzazione perché hanno capito che le applicazioni aiutano davvero a scoprire prodotti, servizi, luoghi e occasioni. La disamina è di disarmante semplicità: come attestano i dati, le persone sono connesse online via mobile per un numero di ore maggiore rispetto al pc, non fosse altro perché il mobile è nelle proprie tasche, immediatamente raggiungibile. E i servizi legati alla mobilità sono la chiave di volta per portare il collegato mondo del payment a una penetrazione capillare, anche nel nostro paese. In base a numerose indagini svolte nel corso della prima parte del 2016, emerge che anche fra gli italiani spicca una preferenza chiara per i servizi legati alla mobilità in questo contesto, che coinvolge trasporti pubblici locali, treni, fino alla sosta, presenti non solo sul podio dei servizi indicati come prioritari da chi utilizza il pagamento via smartphone, ma addirittura ai primi posti della classifica degli esercenti più utilizzati. Così, la mobile digital economy si pone al centro del mercato. E sta diventando sempre più pervasiva. Complice la crescente penetrazione degli smartphone, entro il 2020 non meno del 60% della popolazione mondiale accederà alla rete attraverso servizi di internet mobile, a fronte dell’attuale 46%, come prevede anche Gsma Intelligence nel suo recente rapporto “Global Mobile Trends”.

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Mobile-first, mobile-only

Intanto, gli abbonati ai servizi di internet mobile sono sempre più giovani e gli stessi sono per lo più utenti cosiddetti mobile-first, vale a dire che accedono alla rete, in primo luogo, attraverso smartphone e tablet; oppure sono mobile-only e accedono solo attraverso cellulari e tavolette intelligenti. Dunque, al termine del prossimo quadriennio, più di un miliardo di persone si unirà a quanti già oggi sono connessi a reti cellulari. Per quanto riguarda le connessioni mobili, in Italia ce ne sono 82 ogni 100 abitanti, contro le 144 ogni 100 abitanti della Finlandia e 142 di Singapore. Tutto questo mentre la banda larga mobile si conferma come il metodo previlegiato per l’accesso a internet, soprattutto in quei paesi che soffrono per la cronica arretratezza, per non dire dell’assoluta mancanza, di reti di telefonia fissa; il numero complessivo di abbonamenti mobile broadband, entro la fine del 2016, dovrebbe attestarsi a 3,6 miliardi. Già nel 2015 gli utenti mobili unici avevano raggiunto quota 5 miliardi, a fronte di una popolazione mondiale di 7,4 miliardi, e circa la metà di tutti gli abbonamenti consente di accedere a internet. Sembra incredibile, ma nel giro dei prossimi quattro anni gli utenti mobili unici raggiungeranno quota 5,6 miliardi, ossia più del numero delle persone che possono usufruire dell’elettricità in casa (5,3 miliardi), di un conto corrente (4,5 miliardi) o dell’acqua corrente, che oggi, purtroppo, sono “solo” 3,5 miliardi.

Evoluzione irreversibile

Era quasi la fine dello scorso luglio quando Tim Cook, l’attuale amministratore delegato di Apple, dialogando con una folta rappresentanza dei dipendenti della multinazionale di Cupertino, annunciò loro e al mondo che era stato appena venduto il miliardesimo. iPhone. Un traguardo incredibile. Ma Cook, in quel pomeriggio, incontrando la stampa nell’ufficio al quarto piano della sede che ospita il quartier generale dell’azienda più “ammirata” nel mondo, disse anche parecchie altre cose interessanti. Ad esempio questa, recuperata dalla cronaca dettagliata del meeting con il chief executive officer dell’azienda americana realizzata dal quotidiano The Washington Post: “Le vendite di personal computer a livello mondiale in questo momento sono intorno ai 275 milioni di unità. È un dato in calo. Il mercato mondiale degli smartphone è di 1,4 miliardi di esemplari. Col tempo, sono convinto che ogni abitante del pianeta avrà uno smartphone. Potrà volerci un po’, e non tutti avranno degli iPhone. Ma è il più grande mercato del pianeta nel settore dell’elettronica di consumo. Pensiamo ai televisori: le famiglie hanno un televisore e alcune famiglie sono abbastanza fortunate da averne più di uno. Ma se andiamo a guardare tutte le tivù che ci sono al mondo il rapporto non è di uno a uno, e non sarà mai di uno a uno. Guardiamo le tecnologie chiave alla base degli smartphone oggi e quelle che saranno predominanti negli smartphone del futuro, come l’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale renderà questo prodotto ancora più essenziale per le persone, diventerà un assistente ancora migliore di quello che è oggi. Oggi non esci di casa senza lo smartphone, domani probabilmente sarai connesso allo smartphone. Il livello di performance è destinato a crescere enormemente. E non c’è nulla che lo sostituirà, né a breve né a medio termine. Mi rendo conto che le persone che sono ossessionate da queste scadenze trimestrali dicono: “Oh mio dio, l’industria degli smartphone è cresciuta solo dell’1 per cento, o è calata del 6 per cento”. L’economia mondiale non è in gran forma in questo momento. Ma se sei uno che punta al lungo periodo, questo è il miglior mercato sulla faccia della terra”. Dunque, siamo di fronte a qualcosa di irreversibile e di appassionante. Che sta cambiando, lo si ripete da tempo, qualsiasi nostra abitudine. Anche nel marketing, nella pubblicità, nella comunicazione d’impresa. E non solo. La mobile economy avanza inarrestabile e coinvolge nel suo impeto evoluzionistico anche la communication industry, costringendo a rivedere programmi, strategie, strumenti. Producendo preoccupazione, se non si è pronti a salire sul treno del cambiamento al momento giusto. 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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