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Unilever, autenticità e reattività per conquistare i consumatori

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A Cannes, in un panel con Edelman, la multinazionale ha parlato dei cambiamenti nel rapporto con le persone

Le attività di digital marketing, specialmente quelle sui social network, hanno scosso la comunicazione di brand principalmente attraverso un elemento: l’interazione tra marchio e consumatori. Gli utenti instaurano così conversazioni con i brand, partecipano alla loro costruzione e ne sposano i valori, aumentandone il legame e la loyalty. Si può andare più a fondo però, come sostengono Richard Edelman,  presidente e ceo di Edelman, Aline Santos, global senior vice president marketing di Unilever e Sir Ken Robinson,  author/educator, nel panel Beyond Brand Purpose: Moving from Awareness to Activism, che si è tenuto nel corso della terza giornata del Festival della Creatività di Cannes. I tre speaker hanno avanzato una nuova possibilità: fare in modo che i consumatori passino da follower passivi a comportamenti attivi in categorie merceologiche emergenti o affermate. “Social e owned media sono il posto dove stare, questo è indubbio. Ma ora ci si aspetta di più dai brand, bisogna spostare i marketer fuori dai negozi, in un nuovo territorio”, dice Edelman.  

Utenti o persone?

“Il consumer journey è sempre più complesso, e rende questo periodo il momento migliore per fare marketing. La sfida è molto grande, ma quando si pensa a come coinvolgere le persone bisogna cercare di essere completamente autentici. Bisogna creare contenuti per il brand, e per farlo bisogna avere storie da raccontare, cosa impossibile se non si ha passione per il marchio. In Unilever abbiamo spostato il focus, qualche anno fa, sul fatto che la bellezza viene da dentro. Questo concetto, però, non produceva abbastanza azioni, e allora abbiamo deciso di spostare la nostra comunicazione su un altro concetto: con le magliette sporche ce la vediamo noi. A seguito di questa evoluzione comunicativa, abbiamo lanciato un programma nelle scuole teso a umanizzare il brand, creando 600 campi da gioco in giro per il mondo e a volte anche cercando di cambiare le leggi per permettere ai bambini di utilizzarli e sporcare le loro magliette.  Non basta più parlare, ora bisogna agire” racconta Santos. “Il progetto va oltre la comunicazione. I bambini in Uk passano meno di un’ora al giorno fuori di casa, e giocano a calcio più attraverso i videogiochi che nella vita reale. Quando c’è interesse verso i cambiamenti sociali si cerca sempre di fare del bene, anche in qualità di brand. Genitori e governi hanno fiducia nelle attività dei marchi, anche al di fuori dei progetti di comunicazione. Dietro all’iniziativa di Unilever ci sono diversi esperti educatori focalizzati sia sul gioco che sulla qualità del tempo speso in famiglia, creando una vera e propria partnership tra brand e persone”, continua Robinson.  

Unilever, cosa comunichi o cosa fai?

“Si è andati oltre al “cosa comunichi”, ora il punto è “cosa fai”. Bisogna aprirsi al rischio, non limitarsi a scegliere frasi e linguaggi, ma dargli anche un seguito concreto. I brand sono più veloci dei governi a mettere in pratica le cose, ed è il momento in cui si facciano avanti anche nel rapporto tra genitori e figli. Questo modo di comunicare è molto più avanti dei primetime in tv, e forse addirittura del digital”, afferma Edelman. “Quello che viene offerto alle persone è un supporto diretto, i marchi scendono in campo, sono parte del cambiamento e della stessa comunity. E la creatività, in questo, rimane centrale”, aggiunge Robinson. “In questo nuovo campo, l’awareness rimane fondamentale per creare buoni sales, ma non genera necessariamente una community. I consumer si aspettano dai marchi la creazione di movimenti, e ne vogliono fare parte, sposano i valori espressi. E proporglieli in modo attivo è il compito dei purpose brand”, evidenzia Santos. “Il marketing in questo senso dev’essere il centro della corporate strategy, non un modo per fare soldi”, conclude Elderman.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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