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Umani e robot insieme per il futuro: al Festival di Cannes 2017 Ginger the Robot è protagonista

Autore: Redazione


È bianco e arancione e ha una parlantina degna di un oratore esperto, ha intrattenuto il pubblico con battute divertenti e balletti e lo ha coinvolto in una sessione di esercizi di gruppo. Chi lo ha detto che la tecnologia significhi solo funzionalità e non umanità?

dalla nostra inviata a CANNES, Anna Maria Ciardullo

Bianco e arancio, dall’aspetto giocoso e buffo, alto quanto un soldo di cacio. Si chiama Ginger the robot e ha partecipato al Festival di Cannes 2017 come illustre speaker in una sessione dal titolo: “I dati possono renderti più divertente?”.

Ginger the robot è un robot attore e performer professionale che si è esibito in tutta Europa e in America, ed è abituato alle luci della ribalta. Oggi, gira il mondo anche per promuovere il “social robotic” e prende sempre in giro la sua amica, la dottoressa Heather Knight. Insieme a lui sul palco dei Cannes Lions, roboticista della Standford University.

A moderare il divertentissimo panel insieme alla simpatica coppia, Chris Clarke, chief creative officer, International di DigitasLBi.

«Viviamo in un’era di grandi e continui cambiamenti tecnologici e si è diffusa la paura che i robot possano sostituire gli umani, rubare loro il lavoro e così via - esordisce Clarke -, ma noi siamo qui per mostrarvi quanto il nostro lavoro sia affascinante i lati positivi di portare fattezze umane nella tecnologia».

Interviene subito Eather, precisando che «sono gli schermi che vorrei sostituire con i robot, non le persone». Facciamo affidamento su dati per tutti i tipi di cose al giorno d’oggi. Determinano quali notizie consumiamo, quantificano le nostre amicizie, ci aiutano a navigare da A a B e potremmo continuare per ore. Ma la domanda è: i dati possono essere utilizzati per aiutarci a padroneggiare una delle abilità più misteriose e umane di tutti: far ridere le persone? E quali sono le implicazioni per i marchi e le agenzie? Chris, Heather e Ginger hanno provato a dare delle risposte, esplorando il ruolo dei dati per creare contenuti divertenti e coinvolgenti.

Ginger The Robot è l’esempio lampante di come la tecnologia possa essere carismatica, disruptive e anche divertente. Una dimostrazione di come la tecnologia possa essere molto più che semplicemente funzionale. Ginger ha animato tutto il pubblico intervenendo con battute e suoni strani durante la conferenza, interagendo con la sua creatrice con botta e risposta ironici e poi ha iniziato un vero e proprio show «Guardate come mi alzo in piedi, è facile per un robot», invitando il pubblico a fare degli esercizi con le braccia, ad alzarsi e poi a sedersi nuovamente, coinvolgendoli in modo irresistibile.  «Ora desidero che mi lanciate tutti i vostri cellulari, ma no dai sto scherzando» ha continuato il buffo droide e per concludere il suo divertente teatrino ha addirittura allietato il pubblico con una danza ispirata ai combattenti orientali con mosse in stile Thai Chi.

L’efficienza non è l’unico obiettivo interessante della tecnologia, ma ci possono essere anche sfumature più empatiche, più legate alla relazione che alla funzione. Naturalmente, una cosa non esclude l’altra, ma i bisogni dell’uomo sono ampi e incontrarli in modi nuovi può avere risvolti molto interessanti. «L’efficienza non è l’opposto dell’umanità, c’è molta paura che le macchine possano pensare come le persone ma, onestamente, io sono molto più spaventata dalle persone che dai robot», spiega Eather. Le domande etiche sono importanti, l’etica degli algoritmi è una materia che ha senso di esistere perché probabilmente nei prossimi 20 anni vedremo davvero un enorme impatto anche emozionale dovuto all’uso dell’AI.

«È importante che queste domande vengano fugate attraverso lo storytelling” continua la dottoressa dei robot, “affinché le persone riescano a capire davvero come funziona, che soprese ci riserva la robotica e i sensazionali contributi che questa può portare alla nostra vita non solo in termini di funzionalità». Bisogna iniziare a pensare a nuovi termini da associare alla tecnologia: creatività, divertimento, intrattenimento.

«La cosa importante da chiarire è molto semplice, la tecnologia può e deve essere usata per scopi positivi e anche frivoli in un certo senso, ma non sostituirà mai le relazioni umane, semmai potrebbe diventare un mezzo per connettere le persone ancora meglio e dargli nuove opportunità di sperimentazione», conclude Clarke. «La tecnologia oggi manca di capacità sociali ma siamo pronti a colmare questo gap».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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