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Twitter, oggi si riunisce il board: sul tavolo il tema della cessione e del delisting

Autore: Redazione


A un anno dal ritorno di Dorsey in qualità di ceo i segnali positivi tardano ancora ad arrivare, nonostante numerosi sforzi. E si aprono scenari inediti

Dopo un’estate abbastanza tranquilla Twitter torna sotto i riflettori. Il board della piattaforma di microblogging, infatti, si riunirà domani: sul tavolo una possibile vendita o anche il delisting. A scriverlo è un lungo articolo di Re/Code, che cita fonti a conoscenza dei fatti. Ipotesi corroborate anche da rumors che si sono succeduti negli ultimi mesi. Re/Code sostiene che tra gli interessati ci sono Google, con cui Twitter ha avviato diverse collaborazioni, Apple e il magnate Rupert Murdoch attraverso 21st Century Fox o News Corp. In lizza, poi, ci sarebbe anche qualche fondo privato, con la possibilità di un’uscita da Wall Street. L’idea che uno di questi due scenari possa presto concretizzarsi è rafforzata da alcune recenti dichiarazioni di Evan Williams, membro del board di Twitter, di cui in precedenza è stato anche ceo. Parlando a Bloomberg, una settimana fa, il manager ha detto che Twitter deve considerare la migliore delle opzioni per il suo futuro di azienda indipendente.  

La situazione di Twitter

  La situazione in Borsa della società di San Francisco non si può dire essere delle migliori: con una capitalizzazione leggermente inferiore ai 14 miliardi di dollari, il titolo viaggia attorno ai 20 dollari per azione, in ripresa rispetto ai minimi annuali toccati tra maggio e giugno ma sotto rispetto al prezzo di collocamento di 26 dollari per azione dell’IPO di novembre 2013. Secondo Re/Code, per accaparrarsi Twitter potrebbero servire 18 miliardi, molti di più dei 5 che Verizon ha sborsato per rilevare Yahoo e sensibilmente meno dei 26 con cui Microsoft si è assicurato LinkedIn. Se si guarda all’ultima trimestrale, poi, emergono le difficoltà economiche di Twitter: ancora un rosso, attese non centrate e pubblicità che sale nonostante la domanda sia ancora troppo debole. Sullo sfondo l’incognita dell’utenza, che nel periodo aprile-giugno è tornata a crescere a quota 313 milioni di teste al mese, troppo poco se si guarda ai trend di Instagram e di Snapchat. Jack Dorsey Jack Dorsey

La risposta di Twitter

  Da quando Jack Dorsey è tornato in pianta stabile ceo della società, a ottobre dell’anno scorso dopo tre mesi di interim, è stata messa mano sulla piattaforma. Sono state rimosse le foto, i link e i video dal conteggio dei 140 caratteri mentre c’è stata una notevole apertura al video, anche in ambito live streaming, per cercare di intercettare i budget pubblicitari. All’inizio di settembre sono state rilasciate nuove feature pubblicitarie che semplificano la monetizzazione dei contenuti prodotti dagli influencer. Attraverso l’Amplify Push Program, i creatori americani hanno la possibilità di inserire preroll prima dei contenuti, dividendo il ricavato con Twitter. Secondo diverse fonti la ripartizione sarebbe 70% creatori - 30% piattaforma, superiore al 45% che YouTube consegna agli autori dei contenuti. Twitter ha anche lanciato alcune campagne per raccontare il funzionamento della piattaforma. La user experience, infatti, è uno dei freni principali alle iscrizioni al social e uno dei motivi più frequenti di abbandono.  

Il futuro

  Dopo aver licenziato l’8% della forza lavoro lo scorso ottobre, con una delle prime e più impattanti scelte del nuovo corso di Dorsey, sarebbero in vista altri tagli. A giugno di quest’anno gli impiegati erano ben 3.860, con le stock compensation molto più alte a livello percentuale rispetto a quelle di rivali come Facebook. In ogni caso, un ulteriore snellimento della base dei lavoratori renderebbe più appetibile Twitter agli occhi di potenziali acquirenti. Nella giornata di oggi, poi, il board discuterà anche su cosa fare di asset che non hanno una relazione diretta con l’andamento in Borsa, tra cui MoPub, Vine o Fabric. Alleggerirsi di questi team o una loro vendita aumenterebbe ancora l’appealing di Twitter in ottica di una vendita. Oltre alla cessione ci sarebbero altri scenari. Uno di questi sarebbe un cambio nella conformazione dell’azionariato con Steve Ballmer e il principe saudita Alwaleed Bin Talal che secondo alcune indiscrezioni potrebbe aumentare la propria presenza dall’attuale 9% combinato a una quota maggiore, che permetterebbe loro di influenzare le decisioni societarie in modo più articolato. Con una certezza, l’incontro di oggi dovrà portare a delle decisioni in tempi rapidi.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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