Prosegue la rubrica sul Marketing Collaborativo in collaborazione con trnd
Nella comunicazione odierna “collaborare” è diventato il verbo del secolo. Lo dimostra il fiorire di numerose iniziative, in tutti i campi del business, che promuovono la collaborazione: la sharing economy, il car sharing, il crowdfunding. Ma la collaborazione sta diventando sempre più importante anche per i consumatori. Con l’avvento dell’era digitale molte aziende hanno aperto la comunicazione ai consumatori su diversi canali, tra cui i social media. Ma, proprio come l’advertising classico, anche i social media non aiutano a costruire un dialogo con i consumatori in quanto la maggior parte delle aziende, dopo aver raccolto feedback e opinioni dai propri follower, non chiudono il cerchio del dialogo permettendogli di arrivare a una vera e propria collaborazione. Il motivo è semplice: l’opinione sincera (e critica) dei consumatori fa paura. Nel contesto del Marketing Collaborativo però, la paura verso la libera espressione di opinioni da parte dei consumatori si rivela del tutto infondata. Infatti, come ci ricorda la giornalista Gea Scancarello, autrice del libro “Mi fido di te”, quando un consumatore crede nel carico emozionale e valoriale del prodotto, vuole egli stesso diventarne veicolo e trasmetterlo agli altri perché si fa portavoce di un brand in cui in effetti crede. L’azienda viene apprezzata per la sua apertura verso i consumatori, che a loro volta si appassionano a essa, seguendola, comprandone i prodotti ed esprimendo le proprie opinioni in merito sapendo di essere ascoltati.