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Tavolo Editori Radio disponibile al confronto con UPA

Autore: S Antonini


Il primo consiglio di amministrazione della srl presieduta da Nicola Sinisi ha eletto il comitato tecnico, ora al lavoro sulla ricerca del 2017; ma gli investitori pubblicitari non ci sono

Nicola Sinisi, direttore RadioRai Nicola Sinisi, direttore RadioRai e presidente Tavolo Editori Radio La Tavolo Editori Radio srl (TER) ha tenuto ieri a Milano il primo consiglio di amministrazione presieduto da Nicola Sinisi, direttore di RadioRai, nel corso del quale si sono gettate le basi per la realizzazione della ricerca sugli ascolti che dovrebbe partire nel 2017. In primo luogo è stato nominato il comitato tecnico, composto da 16 membri (uno in meno del CdA). Per la Rai, che ha due rappresentanti diversamente dai tre che siedono nel consiglio, sono stati nominati Michele Gulinucci e Marco Catena; per Aer Anticorallo Fabrizio Berrini e Gianni Prandi; per FRT, Stefano Ghezzi e Carlo Momigliano; per Finelco Maurizio Sina e Rosanna Viggiano; per Elemedia Elisabetta Tamagni e Gianni Barbieri. RTL 102.5 ha nominato Stefania Niccolai, RDS Giovanni Riepolo, Radio Italia Marco Pontini, Radio 24 Barbara Leonesio, Radio Kiss Kiss Angelo Tomaselli e RTI (Mediaset) Francesco Ottoveggio. Sui tempi per la gara che individuerà gli istituti di ricerca da coinvolgere non ci sono novità, troppo presto. La ricerca sugli ascolti dovrà riflettere con imparzialità gli andamenti della radiofonia nazionale e locale che partecipano alla srl, «la prima – commenta Sinisi – a rappresentare tutte le componenti del mercato radiofonico» dopo la fine di Audiradio. Il presidente di Radio Italia, Mario Volanti, presidente di Radio Italia Mario Volanti, presidente di Radio Italia Mario Volanti, sottolinea che gli editori radiofonici «passano da un’adesione alla ricerca prodotta da GfK (Radio Monitor, ndr) a proprietari della ricerca. Questa società ha in sé gli equilibri giusti per fare ciò che teoricamente avrebbe dovuto fare Audiradio». Sui rapporti con UPA, che non è stata coinvolta e non sembra desiderare di esserlo, per ora, aggiunge: «Ne abbiamo parlato ma non avendo trovato un punto di incontro preciso abbiamo pensato di procedere comunque, e trovare una formula coerente con il nostro mercato». Nessuno lo dice apertamente, ma la divergenza con l’associazione degli investitori potrebbe essere sulla metodologia di rilevazione. La UPA vorrebbe che la rilevazione fosse effettuata attraverso meter mentre gli editori radiofonici ritengono che sia troppo costosa, e l’attuale sistema non la può sostenere. «In un mercato che produce fatturati per 360 milioni di euro, noi ci stiamo confrontando su un’indagine che deve costare il giusto» e misurare correttamente tutto l’universo rappresentato da Tavolo Editori Radio, comprese le radio locali che da un eventuale meter sarebbero probabilmente penalizzate. Un esperimento di combinazione tra telefonica (GfK) e rilevazione passiva (Ipsos) è stata fatta anche tre anni fa, ma poi abbandonato. A questo proposito, il consiglio ha già cominciato a esaminare le metodologie utilizzate all’estero. Nei mercati europei simili al nostro prevale la metodologia CATI (l’attuale adottata da GfK per Radio Monitor), mentre la combinazione CATI più meter viene utilizzata nei paesi scandinavi e il solo meter esclusivamente in Svizzera. I diari, che in parte determinarono la fine di Audiradio anche per il loro costo significativo (6 milioni di euro), vengono utilizzati negli Usa, in Canada, in UK e in Olanda. L’obiettivo della nuova ricerca sarà riflettere anche le nuove modalità d’ascolto che la CATI non è in grado di rilevare, dato che la recente ricerca di base, realizzata da Gfk e Ipsos, ha rivelato una base di ascolto più ampia di quella certificata da Radio Monitor. In ogni caso, le decisioni in materia di ricerca saranno sottoposte ad approvazione con maggioranza qualificata: il che, sottolinea Marco Rossignoli di Aer Anticorallo «garantisce alle radio locali un ruolo determinante». La TER, afferma Sinisi, avrà il compito di condurre il confronto con l’Authority per le comunicazione e con gli utenti pubblicitari, nonché di promuovere il mezzo in tutte le sedi opportune. Conclude Volanti: «Oggi (ieri, ndr), abbiamo fatto il primo CdA di una società che non c’era. Questa iniziativa è l’espressione della maturità raggiunta dal settore radiofonico», e assicura rapidità nelle procedure di avvio della gara che dovrà individuare l’istituto o gli istituti che realizzeranno la ricerca.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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