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Casta Diva Group: nel primo trimestre di quest’anno, valore di produzione a +7%; sono allo studio altre acquisizioni nell’area eventi
Casta Diva Group chiude il primo trimestre 2024 con il raggiungimento di circa la metà dell’obiettivo prefissato per il 2024 in termini di valore di produzione. Infatti, secondo la tabella di marcia fissata a inizio anno, con il rilascio del piano industriale 2023-2026, il target è di 120,7 milioni di euro. A oggi, tra commesse eseguite e quelle ancora da evadere (backlog), il valore complessivo raggiunge i 56,9 milioni di euro, pari al 47% del totale prefissato nei dodici mesi. Risultati che il Presidente e Amministratore Delegato Andrea De Micheli commenta con l’annuncio del closing a breve dell’acquisizione di E-Motion, società attiva nella produzione di video industriali, emozionali e per eventi, che si inquadra nel rafforzamento della divisione Creative Content Production. «Le acquisizioni sono funzionali all’ampliamento del business nei mercati di riferimento - spiega De Micheli a Dailyonline -, ovvero quello della produzione video e quello degli eventi (compreso il locale milanese Blue Note), che valgono nel complesso, rispettivamente, 300 milioni e 900 milioni, in entrambi dei quali siamo presenti con un market share del 10%».  I numeri del trimestre Preponderante nel business di Casta Diva Group è l’area della live communication, che vale il 70% dei ricavi (nel 2023, a quota 111,3 milioni di euro, +32,5% sul 2022); e infatti in questo comparto l’azienda guidata da De Micheli si appresta a effettuare ulteriori quattro o cinque acquisizioni. In particolare sta valutando opportunità nei settori dei congressi medici, delle grandi cerimonie, degli eventi diffusi e delle sfilate di moda. Secondo il piano industriale, infatti, nel 2026 il Gruppo dovrebbe raggiungere un valore di produzione complessivo di 153 milioni di euro (cagr 16,2%), con un ebitda di 17,7 milioni (cagr 26%). Tra le linee strategiche dell’azienda, figura lo sviluppo di aree specializzate come G2 Eventi per gli eventi aziendali corporate, Genius Progetti per il settore lusso, Casta Diva Pictures e Akita Film per la produzione di spot pubblicitari e programmi televisivi. Tornando ai risultati al 31 marzo 2024, il valore della produzione consolidato trimestrale al 31 marzo 2024 registra incremento del 7% rispetto allo stesso dato dell’esercizio precedente, passando da 21,2 milioni a 22,6 milioni di euro. Il valore del backlog consolidato invece si attesta su 34,2 milioni. Investor Day Ieri Casta Diva Group ha preso parte a un investor day in Borsa a Milano, illustrando questi risultati e gli obiettivi del piano industriale. Dal 2016 la società è quotata su Euronext Growth Milan e oggi vanta un portafoglio di oltre 100 clienti. Tra i fatti rilevanti, la trasformazione in Società Benefit lo scorso dicembre, e nell’ambito dei progetti in materia ESG – sotto la responsabilità di Francesca Panigutto, ESG Manager dell’azienda - l’adesione a Fondazione Libellula, il primo network europeo di aziende impegnate per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere attraverso una cultura inclusiva. Lo scorso marzo Giorgia Crepaldi (Epik, Vice) è entrata nella casa di produzione Casta Diva (guidata dal CEO Fabio Nesi) come Chief Growth Manager.  Il tema dell’AI Il Gruppo è anche molto attivo nella promozione della conoscenza e dell’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale. De Micheli è il Presidente di Web3 Alliance, consorzio italiano che riunisce i player di settore, di cui l’azienda è membro fondatore. L’anno scorso CDV ha avviato una campagna pubblicitaria realizzata con l’AI (nello specifico, Dall E, strumento di Chat GPT) per sollecitare riflessioni sull’argmento. Ieri è uscita sul Corriere Economia una nuova puntata intitolata ‘Open Immagination’, sempre con l’obiettivo di sottolineare l’importanza dell’AI come supporto della creatività e acceleratore del potenziale umano.    
https://www.dailyonline.it/it/2023/casta-diva-group-nel-primo-trimestre-questanno-valore-produzione-7-sono-allo-studio-altre-acquisizioni-nellarea-eventi
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Marco Robbiati lascia OMG per diventare Direttore Marketing Commerciale di Rai Pubblicità
Marco Robbiati lascia l’incarico di Head of Media Intelligence & Marketing Insight di Omnicom Media Group, che occupava dal 2019 dopo una lunga esperienza in Publicis Groupe, per diventare Direttore Marketing Commerciale di Rai Pubblicità. Dal 22 aprile, sarà operativo in corso Sempione a Milano a supporto della concessionaria guidata da Gianpaolo Tagliavia, da cui raccoglie il testimone che il manager ha svolto ad interim dopo che lo scorso ottobre Roberta Lucca è passata alla direzione marketing di Rai. Robbiati ha una vasta esperienza nel settore research, con oltre 20 anni di carriera iniziata presso Mediaforce nel 1999 e successivamente lavorando in importanti agenzie media come Publicis Media - dove ha ricoperto la carica di Chief Research Officer per 15 anni - e, più recentemente, Omnicom Media Group. Nel corso della sua esperienza lavorativa si è confrontato con diversi ambiti, dai primi anni nell’editoria, all’esperienza nel campo informatico fino ad occuparsi di ricerche nell’ambito della comunicazione, dei media e – più recentemente – dell’applicazione del Neuro Marketing al campo dell’advertising, per definire nuovi KPI di efficacia della comunicazione. Presso OMG, infatti, ha contribuito significativamente all’ideazione e alla realizzazione della ricerca “Beyond Attention”, che ha lo scopo di rendere l’attenzione un KPI (Key Performance Indicator) azionabile nel campo dell’advertising, integrando principi di neuromarketing. Ha partecipato inoltre per Omnicom e UNA al tavolo che sta mettendo a punto il nuovo profilo di Audicom.  
https://www.dailyonline.it/it/2023/marco-robbiati-lascia-omg-diventare-direttore-marketing-commerciale-rai-pubblicita
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EY Italia: chiuderà l’anno fiscale a giugno in forte crescita e da luglio sarà guidata da Stefania Bocchetti. E organizza il “Sustainability Summit”
A partire dal 1° luglio, cioè dall’inizio del nuovo anno fiscale, Stefania Boschetti sarà la nuova Chief Executive Officer di EY Italia, prima donna alla guida di una Big4 in Italia. Stefania Boschetti ha iniziato la sua carriera in EY nel 1992 e dal 2003 ne è diventata Partner. È Presidente di EY S.p.A. (la società di revisione italiana di EY), membro del leadership team di Assurance in Italia e Managing Partner della sede di Torino. È Dottore Commercialista abilitata, laureata in Economia. Nel corso della sua carriera, ha lavorato in diverse linee di business della practice italiana (Assurance, Strategy and Transactions e Consulting) assistendo clienti internazionali quotati in diversi mercati e di un’ampia gamma di settori, tra cui il manifatturiero, l’automotive, il construction e il retail. I risultati  Succederà a Massimo Antonelli che dal 2020 ha guidato con successo EY in Italia (dove opera anche sul fronte pubblicitario con EY Yello), portandola – considerando anche le previsioni relative all’anno terminante a fine giugno 2024 -  a una crescita netta del fatturato del 65%, grazie a una strategia fondata su apertura internazionale, trasformazione tecnologica e integrazione di competenze; il tutto a partire da una nuova cultura aziendale con le persone al centro. La crescita del fatturato era stata del 50% nel cumulato a giugno 2023, periodo in cui è stato toccato il record di 1,1 miliardi di euro di revenues, pari al +20% rispetto all’anno fiscale precedente, Antonelli rimarrà nel network EY in qualità di senior advisor della nuova CEO. Il commento “Sono onorata per la fiducia che il network ha riposto in me e accolgo con grande entusiasmo questa nuova sfida - commenta Stefania Boschetti – Oggi siamo più di 9mila professionisti in Italia e vogliamo essere protagonisti della trasformazione del Paese e delle aziende italiane, creando valore per il business, per i nostri clienti e per la comunità in cui operiamo. Per farlo, dobbiamo continuare a trasformarci, facendo leva sulla qualità del nostro network e sulle eccezionali opportunità che la tecnologia ci offre, rimanendo fedeli ai nostri valori e al nostro purpose “Building a better working world”. Mi impegnerò a mettere la mia conoscenza del mercato e dei professionisti di EY al servizio di una crescita sostenibile, costruendo una cultura dove tutti possano dare il meglio di sé”. Green jobs e sostenibilità Nel frattempo, nei giorni scorsi, sempre EY ha organizzato a Milano il “Sustainability Summit”. Oltre 300 eventi climatici estremi si sono verificati, nel 2023, in Italia. Basta e avanza per dire che il cambiamento climatico è in atto già da tempo. E che è non solo opportuno ma ormai necessario fare qualcosa per invertire il più in fretta possibile la tendenza. Un altro dato allarmante? Il 90% delle merci, in Italia, viaggia ancora su gomma. Con conseguenze poco raccomandabili in tema di sicurezza e inquinamento per il nostro Paese. Sono solo due dei tanti dati citati durante la maratona di tavole rotonde del Summit, durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca che ha tastato il polso della sostenibilità in 200 aziende italiane. Hanno partecipato all’indagine aziende dei settori automotive e transport, media e telco, tessile, energy e utilities, health biotech e chemicals, industrial, door and beverage, engineering e construction, Ict e hi-tech. I vantaggi competitivi I dati dicono che circa l’80% delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici (dato superiore di circa il 10% rispetto alla precedente rilevazione). Ma soprattutto che l’87% delle aziende considera la sostenibilità come un fattore di vantaggio competitivo, e il 65% ha definito obiettivi e relative azioni per mitigare il cambiamento climatico (un dato in grande crescita, registrando un aumento del 38% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021). Tra coloro che hanno definito tali impegni, il 26% li ha inseriti nel proprio piano strategico. Le azioni più significative avviate sono legate alla riduzione delle proprie emissioni e alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare dai risultati della survey emerge come l’87% delle realtà operanti nel settore Automotive & Transport abbia sviluppato un piano di sostenibilità con target nella maggior parte dei casi quantitativi. Questa percentuale diminuisce però al 59% per quelle appartenenti al settore Media & Telco. E infine quasi il 60% delle aziende prevede al proprio interno una funzione CSR e/o legata alla sostenibilità (quasi +30% rispetto allo scorso anno). La survey condotta da EY ha evidenziato anche come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientra negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che impone l’obbligo di rendicontazione. Nonostante gli impatti economici e finanziari generati dalle tensioni geopolitiche, insomma, le aziende italiane stanno accelerando la transizione ecologica integrando sempre più la sostenibilità nel proprio business con piani e target strutturati in particolare sui temi del cambiamento climatico e dell’economia circolare.  I vantaggi economici Infatti oltre il 60% delle aziende non ha interrotto le attività previste nel piano di sostenibilità e il 15% ha sfruttato il nuovo contesto per accelerare la transizione verso nuovi modelli più sostenibili. il 66%, ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento per soddisfare le richieste dei consumatori sempre più orientate al rispetto dei criteri green, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano quelli di Food & Beverages, Industrial e Textile & Apparel. La sostenibilità, si deduce dalla ricerca, procura anche un evidente vantaggio economico. Esaminando la relazione tra il posizionamento in termini di sostenibilità con alcune variabili economiche e finanziarie, quali l’andamento (su 3 anni) del tasso di indebitamento e del rapporto EBTDA/ricavi, si rileva infatti una certa correlazione fra l’andamento dell’indebitamento e il miglioramento della performance di sostenibilità. Mentre per le aziende del campione di medie dimensioni, ovvero con un fatturato tra i 150 e i 500 milioni, si osserva infatti che a quelle con un rating di sostenibilità inferiore corrisponde un trend di indebitamento crescente. I commenti “I dati del nostro studio confermano come sempre più realtà aziendali scelgano di integrare concretamente la sostenibilità all’interno del proprio business – ha commentato Riccardo Giovannini, Sustainability leader di EY Italy -. Oltre il 70% delle aziende intervistate, infatti, integra il piano di sostenibilità nel piano industriale, dato in aumento di circa il 18% rispetto alla scorsa rilevazione. Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare”. Così, “se in passato la sostenibilità ha rappresentato un nice to have, poi una scelta e più recentemente un’opportunità, oggi – ha segnalato  Antonelli, che è anche COO di EY Europe West - siamo chiaramente di fronte a una necessità per rispondere alle sfide di business e alle trasformazioni di oggi e di domani”. I relatori Tre i settori (strategia, trasformazione, impatti operativi) con i quali si è affrontato il tema della sostenibilità durante il convegno, dopo l’illustrazione dei dati della ricerca “Seize the Change 2024: i trend di sviluppo sostenibile” da parte di Riccardo Giovannini, Italy Sustainability Leader di EY.  Sul tema ‘Value creation e la nuova mission sostenibile delle aziende’ sono intervenuti Matteo Savoldelli (EY Parthenon) e Renzo Gibellini (Reflexallen). Su “Sostenibilità come opportunità per creare valore” hanno relazionato invece Marco Duso (EY), Alessandro Bottarelli e Paolo Perani (ABB). Su “Trasformazione dei modelli di business in ottica sostenibile”, Irene Pipola (EY), Federico Sannella (Birra Peroni) e Marco Volpi (Saviola). “Il futuro delle infrastrutture e l’impatto sui temi della mobilità sostenibile”: Andrea Scotti (EY) e Concetta Testa (Autostrade per l’Italia). Su “Green jobs e trasformazione del lavoro”, Carlo Chiattelli (EY) e Daniela Caputo (ManpowerGroup Italia). “L’evoluzione normativa e gli impatti sul business”: Roberto Giacomelli (EY) e Isabella Manfredi (Feralpi). “Aspetti doganali  in ambito ESG”: Alessandra Di Salvo (EY) e Michele Lombardi (Prysmian). “Oltre il Greenwashing: responsabilità e trasparenza nella comunicazione”: Maria Cristina Breida (EY) ed Enza Maria Cristina Onnis (Angelini Pharma). “Le sfide ESG delle banche”: Simona Arduini (Banca Ifis). In chiusura una tavola rotonda con Giovannini (EY), Gabriele di Cintio (AdR), Gaia Ghirardi (CDP) e Katia Riva (Mundys).   
https://www.dailyonline.it/it/2023/ey-italia-chiudera-lanno-fiscale-giugno-forte-crescita-da-luglio-sara-guidata-da-stefania-bocchetti-organizza-sustainability-sum
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