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Sole 24 Ore: la survey di Protiviti toglie il 34% delle copie, il 12% sono multiple digitali. Entro febbraio il piano industriale

Autore: Redazione


Secondo la società di consulenza, le diffusioni medie sarebbero a quota 248mila invece che 375mila. Il presidente Giorgio Fossa e l’a.d. Franco Moscetti: «Chiarito finalmente che il comarketing rappresenta solo il 14% del totale»

Per la ricapitalizzazione del Sole 24 Ore c’è tempo, se ne parlerà il prossimo anno forse prima dell’approvazione dei conti 2016, attesa entro aprile. L’assemblea dei soci del quotidiano di Confindustria ha rimandato ieri l’appuntamento a quando il CdA e il nuovo amministratore delegato Franco Moscetti, formalmente eletto nella carica sempre giovedì, avranno le idee più chiare sul piano industriale che, in ogni caso sarà rilasciato tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio: con questa tempistica «pensiamo di raggiungere un risultato serio», ha detto l’anch’egli neo presidente Giorgio Fossa. Comunque sia, l’aumento di capitale si farà. Nel frattempo, Fossa conferma che il CdA è aperto all’ingresso di nuovi azionisti. «Confindustria detiene circa il 67% del Sole 24 Ore, il resto appartiene al mercato, che deciderà se agevolarlo. Abbiamo già riscontrato un grande interesse che non ci aspettavamo, anche a livello internazionale». Sono invece demandate al prossimo CdA anche le decisioni relative al compenso dell’a.d., valutato in 500mila euro l’anno più un eventuale compenso straordinario fino al 20% dell’emolumento base al raggiungimento degli obiettivi approvati dal CdA. Anche l’accordo per la cessazione del rapporto dell’ex a.d. Gabriele Del Torchio non è stato ancora definito, e se ne occuperà Moscetti. I risultati dell’indagine Protiviti sulle diffusioni Fossa ha anche esposto, su richiesta della Consob, i risultati della survey sulle copie diffuse dal quotidiano commissionata dal Sole 24 Ore alla società indipendente Protiviti, che poi ha proceduto al ricalcolo delle stesse. Secondo le analisi della società di consulenza relative alle diffusioni totali, ossia cartacee e digitali, del 2015, le copie effettivamente diffuse sarebbero 248mila su 375mila, vale a dire il 34% in meno di quanto dichiarato nella relazione finanziaria del 2015. Non sarebbero conteggiabili quindi oltre 109.500 copie digitali e quasi 18mila cartacee. Le prime fanno riferimento a copie cedute in bundle con altri prodotti e servizi digitali, non citate in fattura, per un totale medio giornaliero di quasi 32mila; copie multiple non attivate per un totale medio giornaliero di oltre 48.800; e, infine, copie relative ad attività promozionali. Per quanto riguarda quelle cartacee, si parla di 7.317 copie medie giornaliere distribuite porta a porta dalle società Edifreepress e Gruppo Johnsons e di vendite dirette promozionali effettuate da quest’ultima per un totale medio giornaliero di 10.662 copie. Di quel 34% mancante, il 14% è rappresentato da copie cartacee e digitali distribuite in comarketing già accertate e il 12% da copie multiple per quali ADS sta modificando il regolamento. Lo fa notare Moscetti: «Siamo molto soddisfatti del lavoro di verifica di Protiviti, che ha chiarito finalmente che le copie comarketing rappresentano solo il 14% della diffusione totale - carta 5%, digitale 9% -, pratica che, per altro, è stata già abbandonata. L’altro 20% di copie esaminate ha trovato già una soluzione per l’8%. Per il restante 12%, copie multiple regolarmente pagate dai clienti, il Gruppo 24 Ore ha applicato un’interpretazione restrittiva rispetto al regolamento di ADS tuttora in fase di chiarimento». L’impatto delle diffusioni sui ricavi Per quanto riguarda le eventuali attività a sostegno delle diffusioni, è stato fatto presente che non esiste una policy in merito, ma è stato ribadito che DiSource, la società inglese coinvolta nella questione delle copie multiple digitali, è una società incaricata di azioni promozionali e di marketing per il Sole 24 Ore presso il proprio database di 60mila individui residenti all’estero. DiSource acquistava gli abbonamenti digitali oggetto di promozione, così come Johnsons le copie che distribuiva presso hotel, compagnie aeree e società ferroviarie. L’attività di Edifreepress invece consisteva nell’acquistare copie che venivano destinate alla consegna porta a porta a Roma e Milano insieme a generi alimentari. Fossa ha anche sottolineato che non c’è correlazione diretta tra copie diffuse e raccolta pubblicitaria, perché il Sole 24 Ore è un quotidiano presente su più piattaforme con una molteplicità di prodotti. Per quanto riguarda l’impatto delle copie esaminate sempre da Protiviti, valutato nel 2015 e nel primo semestre 2016, la DiSource ha trattato quotidianamente 31.300 copie nel 2015, 18.200 nel primo semestre 2016 e 12.100 medie nei primi nove mesi del 2016. I ricavi nei rispettivi periodi sono stati pari a 5,536 milioni di euro con costi per oltre 6,5, 1,6 milioni in giugno e a settembre 2016 con costi per rispettivamente circa 2,1 e 1,931 milioni. Edifreepress ha trattato copie, in carta e digitali, nelle quantità di 4.000 nel 2015, 14.200 nel primo semestre 2016 e 11.600 medie nei primi nove mesi del 2016. I ricavi nei rispettivi periodi sono stati pari a 366mila euro, 988mila euro e 1,212 milioni di euro. I costi nei rispettivi periodi sono stati pari a 371mila, 1,043 e 1,287 milioni di euro. Per quanto riguarda il Gruppo Johnsons, il numero medio di copie, sia carta sia digitali, è stato pari a 19.300 nel 2015, a 17.800 nel primo semestre 2016 e a 14.000 nei primi nove mesi del 2016. I ricavi nei rispettivi periodi sono stati pari a 1,411 milioni, 650mila e 782mila euro. I costi nei rispettivi periodi sono stati pari a 1,932 milioni, 939mila e 1,115 milioni di euro. L’incidenza complessiva sulla marginalità consolidata, considerando anche i costi indotti da queste attività promozionali non direttamente sostenuti verso i precedenti intermediari e calcolati in base a standard da contabilità industriale in funzione delle copie, ammonta a 3 milioni di euro per l’esercizio 2015, 1,575 milioni a giugno 2016 e 1,731 milioni di euro a settembre 2016. Le dichiarazioni dei vertici Sollecitato dagli interventi degli azionisti, membri anche delle redazioni del quotidiano, il presidente ha affermato che il CdA si assumerà la responsabilità di procedere se ce ne fossero le condizioni a seguito dell’indagine della Procura di Milano per falso in bilancio. Fossa ha anche invocato un clima di collaborazione tra gli amministratori e i lavoratori del Sole 24 Ore: «Questa azienda ha potenziale, dobbiamo però salvaguardarla, anche nell’interesse del Paese, di cui è patrimonio. Se si fa la guerra per la guerra pagano gli azionisti, i giornalisti e anche il CdA. Non si va avanti se c’è forte contrapposizione. Saremo corretti con la Consob e la Procura, ma a noi interessa quello che accade dallo scorso 15 novembre in avanti». Confermando che non è stato fatto alcun piano di dismissione e che al momento Radiocor resta un asset dell’azienda, Fossa ha aggiunto anche che un eventuale cambio alla direzione del Sole 24 Ore non è all’ordine del giorno. «Auspico che la situazione si tranquillizzi e venga meno il conflitto in atto, altrimenti non si crea il clima di calma per lavorare nella direzione che abbiamo deciso» né si riesce a ricostruire la credibilità necessaria per andare a chiedere investimenti. Moscetti e Fossa hanno espresso comunque soddisfazione per l’esito dell’assemblea: «Mi dà qualche speranza – ha concluso il presidente –, è stata più che civile, con contrapposizioni positive». Fossa ha chiuso così l’incontro: «Io sono qui per fare il presidente, Moscetti è il capo azienda. Non voglio mischiare i ruoli, uno degli errori di questa azienda è stato confondere queste figure, e quando non c’è trasparenza su questo c’è sempre il rischio che qualcuno si allarghi».

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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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