ABBONATI

Mito #5 Un video su Facebook o Instagram può generare brand awareness ma non vendite. È veramente così?

Autore:

Andrea Lai, Sector Lead - eCommerce, Fintech, Travel, Entertainment & Media di Facebook Italia


Andrea Lai, Sector Lead - eCommerce, Fintech, Travel, Entertainment & Media di Facebook Italia, spiega come i due social abbiano un impatto concreto sui sales. Ed è tutto misurabile, adottando però la giusta logica

Un video su Facebook o Instagram può generare brand awareness ma non vendite: è questo il quinto mito del ciclo editoriale di approfondimento “Gli strumenti di Facebook: miti e verità”, in cui si affronta uno dei temi più attuali del momento (clicca qui per leggere Mito 4). Andrea Lai, Sector Lead - eCommerce, Fintech, Travel, Entertainment & Media di Facebook Italia, spiega a DailyNet come i due social abbiano un impatto concreto sui sales. Ed è tutto misurabile, adottando però la giusta logica.

I video su Facebook possono funzionare bene per chi ha obiettivi di brand, ma per generare vendite ci vuole ben altro…

Diverse storie di successo hanno dimostrato il contrario. Dati interni rivelano che il numero di inserzionisti che lo scorso anno ha investito in campagne con obiettivi di vendita è aumentato di quasi quattro volte. I video su mobile consentono di raggiungere obiettivi di brand e, se combinati con strumenti di targeting, generano anche vendite. Ogni tipo di formato video è concepito per raggiungere obiettivi di risposta diretta: creare domanda, acquisire clienti e generare vendite. Warner Bros, per esempio, utilizzando Facebook in modo strategico per la campagna video “Animali fantastici e dove trovarli”, realizzata per il lancio italiano del prequel di Harry Potter, ha incrementato significativamente il numero di biglietti venduti. Più nello specifico, utilizzando un gruppo di controllo che non è stato esposto all’annuncio di Facebook è emerso che rispetto ad altri canali online e offline il ritorno sull’investimento pubblicitario di chi ha visto la campagna video di Facebook è stato di 10 volte maggiore, mentre il tasso di conversione era pari al doppio.

Il discorso però cambia su Instagram, che, essendo così visuale, funziona principalmente per chi ha obiettivi di notorietà.

Al contrario: la campagna Instagram di Sphynx, destinata alla promozione di un mini rasoio portatile, ha ottenuto un aumento delle vendite pari a 8,2 volte quello degli altri canali utilizzati. Facebook e Instagram, in aggiunta ad altri canali, sono in grado di generare vendite, grazie ai potenti strumenti di targeting che consentono di raggiungere uno specifico segmento di popolazione e di generare contenuti rilevanti.

Sono le piattaforme  che funzionano o è il formato video?

Una ricerca di Kantar del 2016 negli Stati Uniti ha evidenziato come il video venga utilizzato per scoprire nuovi prodotti, approfondire le loro caratteristiche o, nel mondo della moda, vedere l’effetto di un capo d’abbigliamento indossato da una persona in carne e ossa. Questo utilizzo del video influenza i comportamenti di acquisto: quasi un terzo degli americani che compra da mobile ha dichiarato che il video è il miglior modo per individuare nuovi prodotti. Ciò vale in particolar modo per i millennials. I video su mobile sono incredibilmente efficaci nell’influenzare i comportamenti e questo vale per tutte le categorie. Per esempio, il 39% degli utenti dichiara di aver provato nuove ricette dopo aver visto dei video sul loro smartphone. Il 24% ha provato nuove abitudini di fitness o stili di vita più salutari. Un ulteriore studio, condotto da Wyzowl nel 2017, ha evidenziato che il 79% dei consumatori, per avere informazioni sui prodotti, preferirebbe guardare un video piuttosto che cercarle in un testo. Questi risultati dimostrano chiaramente che i video di Facebook generano una risposta diretta.

Quale modello di misurazione permette di ottenere risultati davvero completi?

Solo un modello in grado di includere diversi canali piò essere in grado misurare, in modo esaustivo, i risultati di un annuncio video. I modelli single-touch si basano su un click: il mio consiglio, invece, è di adottare modelli multi-touch, che attribuiscono a ogni touchpoint il giusto valore, consentendo così di ottimizzare la campagna in termini di performance. In genere, abbiamo notato che gli inserzionisti hanno successo quando scelgono di ottimizzare e misurare sulla base dei risultati che contano: vendite, conversioni online e attività offline come le visite nei negozi o la notorietà del brand.

Può essere più specifico?

Oggigiorno siamo abituati a un secondo o terzo schermo. Il click through rate, per esempio, era una metrica che poteva avere senso in un mondo senza dispositivi mobili, quando il pubblico effettuava le ricerche, scopriva un prodotto e lo comprava, tutto con un unico dispositivo. Vale lo stesso discorso per i modelli di attribuzione che si basano sui cookie: un singolo click non equivale a una vendita, proprio come un cookie non è condiviso tra i vari dispositivi e browser. Uno studio condotto da Datalicious e Facebook in Australia rivela che ogni utente ha 3 cookie che lo identificano: i cookie causano, infatti, una sovrastima della copertura del 58% e una sottostima della frequenza del 135%.

Qual è, dunque, il segreto di una buona campagna?

Quando si tratta di marketing, non esiste un sistema di regole unico. Si tratta di un processo di apprendimento continuo. Crediamo che tutti gli inserzionisti debbano essere nella condizione di capire il valore dei loro investimenti pubblicitari per poter mettere in atto le giuste strategie di marketing. Sono tre i fattori che contribuiscono al successo e alla crescita. Pianificare mettendo al centro gli utenti: iniziare avendo chiaro il proprio obiettivo, utilizzare dati incentrati sull’audience e abbandonare metriche approssimative come il last-click a favore di metodi accurati come il multi-touch. Focalizzarsi sull’apprendimento: testare diversi formati pubblicitari, creatività e strategie di offerta per capire quali sono quelle vincenti e poi far tesoro delle informazioni apprese per ottimizzare sempre più le proprie campagne. Confrontare: pensare alle campagne in modo olistico dall’inizio alla fine. Sono molte le aziende che hanno utilizzato Facebook e Instagram con successo con obiettivi di vendita. Consiglio di ispirarsi ai numerosi casi riportati su Facebook Business e Instagram Business e riflettere sui modelli di misurazione e di attribuzione adatti a ogni singola campagna.


img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy