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Mito #3 La durata è la metrica che cattura il valore di una visualizzazione video, Facebook non ne è convinto

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Con questa intervista ad Alberto Mazzieri (foto), Industry Director di Facebook Italia, si chiude il primo ciclo di approfondimento relativo al macro-tema Creatività dell’iniziativa “Gli strumenti pubblicitari di Facebook: miti e verità”. E scopriamo che la durata non è l’unico parametro a decretare il successo di una campagna

Con l’intervista ad Alberto Mazzieri, Industry Director di Facebook Italia, si chiude il primo ciclo di approfondimento relativo al macro-tema Creatività della più ampia iniziativa “Gli strumenti pubblicitari di Facebook: miti e verità”. Dopo aver sfatato i miti per cui l’audio attivo e il formato 16:9 siano elementi indispensabili per l’efficacia di una pubblicità, oggi proviamo a ribaltare la credenza per cui la durata di un filmato sia la metrica che cattura il valore di una visualizzazione video. Se il mercato tende a valutare un video efficace solo in base alla durata di visualizzazione Mazzieri spiega a DailyNet, facendo leva su una serie di ricerche, che questo non è l’unico parametro da considerare e che, nell’era del mobile, sono diversi i fattori che contribuiscono a determinare il successo di un video pubblicitario.

Il mercato della pubblicità tende a misurare l’efficacia del video con la durata di una visualizzazione, metrica che non vi premia.

Il tempo di esposizione è un fattore importante, ma dovremmo chiederci se rispecchia pienamente il modo in cui l’utente usufruisce del contenuto su mobile: lo smartphone ha rivoluzionato la modalità con cui attingiamo ai contenuti. I dati interni del 2015 hanno messo in evidenza che sono sufficienti 0,25 secondi per memorizzare un’informazione vista nel news-feed. La soglia dei due secondi, come parametro per determinare la visualizzazione di un contenuto, ci permette di ricordarne ben otto: di qui il valore parziale dell’informazione restituita da questa metrica. Basare una campagna su quanto dura una visualizzazione, oltre a essere economicamente più dispendioso, comporta il rischio di raggiungere, all’interno di un target, un pubblico più adulto. I giovani consumano, infatti, i contenuti in media 2,4 volte più velocemente.

Questo vale solo per contenuti statici o anche dinamici, come i video?

Anche se gli utenti usufruiscono di contenuti in maniera rapida, sono in grado di ricordarli ancora più velocemente. Un’analisi Nielsen commissionata da Facebook ha dimostrato che il 38% di ricordo dell’annuncio, il 23% di brand awareness e il 35% di propensione all’acquisto sono generati nei primi due secondi. Il tempo di esposizione ad un contenuto non è di per sé una metrica sufficiente per determinare il vero valore di una visualizzazione.

È lo stesso principio per tutti i dispositivi, TV compresa?

L’utente adotta comportamenti diversi a seconda della piattaforma, due secondi di una Storia Instagram non sono paragonabili a quelli di uno spot TV. La durata di una visualizzazione, come metrica, è stata creata per il mondo offline, non rispecchia necessariamente il modo con cui fruiamo di contenuti video su mobile.

Allora a cosa dovrebbe guardare un responsabile marketing per giudicare l’efficienza di una campagna video?

Nel corso della storia, abbiamo usato molte metriche “di mezzo” per determinare l’efficienza di una campagna: gli ascoltatori per la radio, il numero di abbonati per la stampa, i GRP per la TV e il CTR per l’email marketing, per citarne alcuni. Considerare il tempo di una visualizzazione può essere utile per mezzi che non consentono il tracciamento dell’utente dall’esposizione alla campagna fino all’acquisto, come per esempio accade per la televisione. Ad ogni modo, nello spazio digitale e non, quello che rende efficace una campagna, è che sia in grado di generare vendite, di muovere prodotti allo scaffale, di impattare sui ricavi dell’azienda e sulla capacità di memorizzare il brand: queste sono le metriche da considerare.

Però vale comunque il principio che se in televisione vedo uno spot “intero” sarò più propenso all’acquisto.

Una ricerca effettuata da Tobii Pro Insight commissionata da Facebook nel 2017 ha messo in rilievo come la durata di una visualizzazione non presenti delle sostanziali differenze se paragoniamo il mondo online alla TV. Quante volte ci è capitato di togliere il volume durante l’interruzione pubblicitaria televisiva, di distogliere l’attenzione dal televisore per guardare lo schermo del telefono o più semplicemente allontanarci per prendere qualcosa da bere?

Se non è una questione di “quanto vediamo” di cosa stiamo parlando?

La rivoluzione avviata dai dispositivi mobili pone una sfida sia al mondo online che a quello offline: conquistare l’interesse del pubblico ideando contenuti che siano in grado di raccontare una storia in modo creativo, attirando l’attenzione con formati brevi e sintonizzati con le sue attitudini. I due consigli che mi sento di dare ad ogni direttore marketing sono: nella fase di ideazione della campagna con l’agenzia, partite dal comportamento dell’utente e nella fase di analisi dell’efficacia, guardate all’impatto finale sulle vendite e sul brand.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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