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Casa Instagram apre le sue porte e racconta il social che meglio ha integrato brand e utenti

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La user base mensile della piattaforma raccoglie 1 miliardo di account, mentre i brand che dispongono di un profilo business sono circa 29 milioni, a cui si aggiungono 2 milioni di advertiser al mese. La società, ieri, ha portato alla luce numeri e spunti per lavorare in un ecosistema genuino ed efficace

A 8 anni dal lancio, e a 6 dall’acquisizione da parte di Facebook, Instagram rimane una piattaforma genuina. Nata dalla volontà di dare risalto alle immagini, la sua natura è rimasta flessibile nei confronti dei consumatori, che vengono facilitati nell’utilizzo attraverso aggiornamenti studiati sulle loro abitudini e sui bisogni espressi. Attenzioni, queste, che gli utenti hanno apprezzato e lo hanno dimostrato a suon di numeri. La piattaforma conta oggi 1 miliardo di user attivi al mese e 400 milioni di account che producono Stories ogni giorno. La feature, che si è aggiunta alle opzioni del social nel 2016, ha creato una frattura nel modello di utilizzo e di produzione dei contenuti, lasciando al feed le immagini e i video più curati e accaparrandosi scatti genuini e destinati a sparire dopo 24 ore.

Come si sono inserite le aziende

L’approccio naturale a Instagram non fa parte solo della dimensione-utente. L’ecosistema in un primo momento si basava sull’organicità, generando uno stato d’animo che le aziende hanno saputo rispettare con una proposta di contenuti stimolante e di qualità - le ads sarebbero arrivate solo in secondo luogo. «È l’ecosistema in cui i brand sono meglio integrati con gli utenti», dice Luca Colombo, Country Director talia di Facebook Italia durante l’evento a Casa Instagram ieri a Milano. E probabilmente ha ragione: l’80% degli utenti segue almeno un business, delle 3 Stories più viste, in media, una è prodotta da un brand, e alla domanda “che azioni avete fatto dopo aver visto una Stories?” - riporta un’indagine interna condotta su 13 Paesi - il 50% degli user ha dichiarato di aver cercato online maggiori informazioni sul prodotto, mentre il 33% è andato in negozio per valutarne l’acquisto. La popolazione a livello aziendale, inoltre, è molto alta. Sono 29 milioni le company che hanno un profilo business, e oltre 2 milioni gli advertiser che sfruttano le ads ogni mese.

L’ “effetto verticale”

In questo tipo di contesto, cambia anche il modo di impugnare il device. La generazione televisiva ha un’inconscia convinzione che il video sia un formato orizzontale. Ma le giovani leve nate con gli smartphone non la pensano allo stesso modo. E forse hanno ragione loro: il 90% del tempo trascorso sugli smartphone equivale a una fruizione verticale, e il 72% dei millennials non ruota il device nemmeno se il contenuto è in orizzontale. Preferisce vederlo piccolo e centrale che inclinare lo schermo. Lo sviluppo in altezza - invece che in larghezza - del contenuto diventa dunque un fondamentale insight creativo, quasi un diktat. Il secondo indizio per un prodotto efficace è la qualità: «Instagram ricorda una galleria, è un ambiente in cui è pretesa creatività e qualità. È una piattaforma in cui si crea un grosso hype», racconta Ginevra Capece Galeota, Global Creative Strategist di Facebook. E se questo vale per il feed, le Stories sono una partita diversa. Queste, che sono «il motore di crescita più forte degli ultimi anni», hanno creato un terreno vergine su cui i creator hanno potuto reinventarsi. Per i brand invece «è essenziale mantenere unicità e tone of voice», oltre a una buona dose di genuinità. I marchi devono pensare e produrre contenuti con spontaneità, devono pensare come utenti.

Instagram: un forte strumento pubblicitario

Che siano prodotti della GDO, del fashion o del lusso, ci sono molte campagne a testimoniare l’efficacia della piattaforma di proprietà di Facebook. L’impatto non si limita, come largamente creduto, sulla parte alta del funnel, ma si espande a quella più bassa, legata a risultati economici diretti. La storia di Pan di Stelle insegna con i sui 39 punti percentuali di incremento in ad recall conquistati attraverso le Stories, che le creatività devono essere sviluppate ad hoc per il social. La campagna di Activia, che ha sfruttato le Stories per lanciare i nuovi yogurt e per sottolineare i momenti di consumo, ha raccolto una reach da 3 milioni di utenti e un aumento di 22 punti dell’ad recall, con conseguente crescita del purchase intent. Nel fashion invece, ha funzionato sia la strategia di Elena Mirò, che ha voluto dare risalto alla testimonial Vanessa Incontrada attraverso le Stories (+31% punti ad recall e +10% purchase intent), sia quella di Furla, per cui la piattaforma si è prestata a canale per comunicare un’attività specifica in un singolo store di Milano.

Diesel: da Instagram a una capsule collection

Emblematica, per l’inter-relazione tra piattaforma e brand, è la campagna Ha(u)te Couture: «L’odio su internet e la negatività con cui viene preso l’errore sui social spinge a fare un passo indietro, ma i consumer insight suggeriscono che quando si è se stessi l’odio non viene assorbito. Nella campagna Ha(u)te Couture – leggasi Hate Couture – abbiamo chiesto alle celebrity e agli influencer protagonisti quali fossero i messaggi di odio che ricevevano più spesso e ne abbiamo fatto una capsule collection. Lavorare con queste personalità è stato interessante perché abbiamo trovato persone che hanno sposato la campagna, sostenendola anche organicamente», spiega Dario Gargiulo, Chief Marketing Officer di Diesel. I risultati sono stati eccellenti: 56 milioni di reach in Europa, 4,5 in Nord America, 5,1 in Asia, 19 punti di lift ad recall in USA e 7 in campaign awareness in Italia.

A margine dell’evento, DailyNet ha incontrato Alberto Mazzieri, Sector Lead Fashion&Luxury Facebook Italia: «Instagram è efficace su tutto il funnel, non solo per l’awareness»

Quali sono gli elementi in comune a campagne così diverse?

Gli elementi in comune sono le persone e il contesto, che viene scelto per passioni e interessi ben definiti. Per le aziende è un’opportunità sia a livello di settore merceologico sia per quanto riguarda argomenti precisi.

Alberto Mazzieri

Quali sono gli ingredienti che determinano il successo di un’attività sulla piattaforma?

Non esiste una ricetta, ma ci sono sicuramente degli elementi importanti. Il primo è il messaggio, che dev’essere rilevante per il pubblico a cui si rivolge. Poi è utile sfruttare tutte le funzionalità a disposizione, un atteggiamento che si riflette in quello degli utenti, sempre attenti alle possibilità che la piattaforma gli offre. Se i brand si comportano come le persone, allora ci saranno buone possibilità di successo. Ma per arrivare a un successo pieno è cruciale andare oltre alla reach organica, con un piano editoriale continuoo e una campagna strutturata per diversi obiettivi attraverso l’utilizzo di formati differenti.

Durante gli speech è stato puntato il faro sull’efficacia di Instagram lungo tutto il funnel…

Sulla piattaforma c’è una forte richiesta di proseguire oltre la ricerca di informazioni. Per questo motivo abbiamo lanciato Instagram Shopping, che sta funzionando bene e che stiamo implementando. Serve ad offrire il prodotto ad utenti interessati attraverso un percorso di acquisto che porta su una landing page esterna per la finalizzazione. Stiamo lavorando per permettere di personalizzare il prezzo a seconda del paese, opzione ora in versione beta. I feedback saranno fondamentali, sia quelli provenienti dalle aziende sia quelli degli utenti.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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