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Il native targato Sharethrough arriva in Italia

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La società ha presentato la propria offerta con il vendor esclusivo Prime Real Time nel corso di un evento ieri a Milano. Scalabilità la parola d'ordine per editori e inserzionisti

Sharethrough è definitivamente arrivata in Italia per cambiare il modo di fare native advertising. Per farlo ha stretto una partnership con Prime Real Time (PRT), azienda acquisita da Triboo Media lo scorso dicembre, che agisce nel mercato locale in qualità di vendor esclusivo. Proprio questo importante accordo è stato al centro di un evento organizzato ieri a Milano, in cui si è fatta un po’ di chiarezza sull’intesa annunciata di recente. Come affermato dal Managing Director di Prime Real Time Cristina Pianura, «Sono già state effettuate le prime campagne test, siamo sicuri che la tecnologia Sharethrough potrà presto conquistare il mercato, che forse non è ancora pronto ma siamo sicuri lo sarà per la fine dell’anno». PRT agisce da rivenditore: tutti gli editori, infatti, possono rivolgersi alla sigla per integrarne la tecnologia, che si caratterizza per elevato livello di controllo e analytics di qualità. «Non sono molti i concorrenti in questo momento nel nostro Paese», ha chiosato Pianura, facendo riferimento a una offerta full stack native unica attorno a una SSP.

La storia di Sharethrough

All’incontro erano presenti anche i vertici europei della società fondata nel 2008 a San Francisco, con uffici sparsi in tutto il mondo e un fatturato 2015 da 100 milioni di dollari, grazie a collaborazioni con clienti del calibro di Nestlé, Netflix, Uber e L’Oréal per citarne alcuni e a partner come AppNexus, Oracle, Moat, TheTradingDesk. Sharethrough, ha spiegato Chris Quigley, a capo della società nell’area EMEA, opera come SSP e funge da cerniera tra il mondo dell’offerta, per cui distribuisce branded content, e della domanda, per cui costruisce e ottimizza l’offerta native. «Ovviamente le nostre unità pubblicitarie, principalmente costruite attorno all’in-feed, si adattano a tutti gli schermi», ha precisato indicando come il mobile contribuisca ormai all’80% del business. Cristina Pianura risponde alle domande del pubblico Cristina Pianura risponde alle domande del pubblico

Il native di Sharethrough

Quindi Quigley ha inquadrato le tre tipologie di native advertising: sponsored content, in-feed e recommendation widget. «La nostra proposta si concentra sulle prime due tipologie», ha spiegato il manager, evidenziando come sia però l’in-feed il vero campo di specializzazione della società americana. «L’obiettivo è portare i formati disponibili sulle più note piattaforme social come Facebook all'interno dei siti degli editori». Questo perché, come emerso dalle ricerche i risultati che la comunicazione in-feed è in grado di generare sono generalmente superiori grazie alla capacità di catalizzare l’attenzione degli utenti meglio di quanto non facciano i banner.

Un settore in grande crescita

Al di là delle varie forme di native, non ci sono dubbi che questo sia un settore dalle grandi opportunità. Secondo uno studio di Yahoo ed Ender Analysis, il comparto in Europa crescerà del 156% da qui al 2020, quando avrà superato i 13 miliardi di euro. E i grandi gruppi editoriali internazionali se ne sono accorti: «Guardian ha creato Guardian Labs, con più di 100 persone impegnate a produrre contenuti branded mentre T Brand Studio del New York Times ha fatturato 35 milioni solo nel 2015», ha proseguito Quigley.

Le modalità di vendita: la parola d’ordine è scalabilità

Uno dei punti di forza della piattaforma tecnologica è il tema della scalabilità: gli inserzionisti possono comprare annunci nativi con la stessa modalità di banner e video, potendo contare su avanzati strumenti di analytics. I rapporti tra domanda e offerta, invece, possono essere diretti così come automatizzati, sia in ambienti private sia open. Tra gli elementi di grande interesse del native e dell’offerta di PRT c’è sicuramente la crescente importanza che stanno assumendo il video e il programmatic, oltre al già citato mobile, nell’ecosistema del native. «La metrica di transazione del native di Sharethrough è quella del CPM», ha spiegato Pianura.

Il native in Italia

«I budget sul native ci sono, guardiamo a Facebook per esempio, noi dobbiamo solo ottimizzare l’offerta per creare una alternativa in grado di concorrere con soluzioni del genere», ha continuato Pianura. Attualmente la tecnologia Sharethrough è abilitata in 22 DSP, di cui però solo due sono attualmente presenti in Italia, AppNexus e TheTradingDesk. «Prevediamo un importante sviluppo nei prossimi mesi in questo senso, che contribuirà a colmare il gap tecnologico del Belpaese - ha concluso Pianura -. Il cerchio si chiuderà entro la fine dell’anno».

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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