La società di cui Mattia Stuani è Country Manager rafforza il posizionamento nell’area “data science” e migliora la sua proposta concentrandosi su identificazione e predizione delle migliori azioni di marketing, desunti dai propri analytics. Il team cresce con l’ingresso di Veronica Baroni e Massimo Morini
«La concentrazione di player nel mercato del programmatic è sempre più alta. Nonostante il congestionamento, però, Google assorbe gran parte degli investimenti sia in Italia sia a livello globale». L’attivazione delle campagne, e quindi l’acquisto dei media, è diventata una commodity, per il semplice motivo che la tecnologia col tempo si è perfezionata sempre più e le soluzioni valide si sono moltiplicate con lo stesso ritmo.
Nel raccontare la sua visione, il country manager per l’Italia di RadiumOne Mattia Stuani sembra avere le idee chiare sul segmento programmatic. Impressione confermata dai fatti: la sua società ha segnato, nel trimestre gennaio-marzo, una crescita del 200% sul periodo corrispondente del 2016. Per differenziare la sua proposta in un segmento dove tanti attori si pestano i piedi, RadiumOne ha «spostato il posizionamento. Stiamo volgendo sempre di più verso una tech data company. La nostra offerta ai clienti è sempre stata composta da una modalità IPA: Identify, Predict, Activate. L’attivazione delle campagne è un asset su cui abbiamo sempre puntato e che abbiamo sviluppato molto negli scorsi anni. Adesso ci stiamo concentrando sul potenziamento degli altri due step, I e P: l’identificazione e la predizione delle azioni di marketing - spiega Stuani -. Se l’acquisto dei media è possibile attraverso tanti player con una raffinatezza molto simile, la differenza adesso sta principalmente nei dati, nella tipologia e nei risultati che si ottengono sapendoli elaborare. In quest’ottica, abbiamo recentemente lanciato una nuova release dei nostri mobile analytics che consentono di utilizzare i dati in-app con modalità senza eguali nella industry.
Per il 2017 la società RadiumOne aveva previsto una crescita dell’80%, ma i risultati del primo quarter obbligano a spingere le stime al rialzo. La rinnovata ambizione dovrà basarsi su tre elementi: stack tecnologico, data scientist molto competenti e nuove partnership. Proprio per rinforzare la seconda e la terza voce, ultimamente il team ha dato il benvenuto a Veronica Baroni e Massimo Morini. Baroni, con un background di studi all’MIT di Boston e un bagaglio di esperienza internazionale maturata in DataXu a Boston e Rocket Fuel UK svolgerà il ruolo di data analyst. Morini, invece, viene dal trading desk di Publicis AOD e svolgerà il ruolo di campaign trading manager. «Nel panorama italiano è difficile trovare due risorse specializzate in queste tematiche. Di solito, nelle company di ad tech, l’analisi di dati e campagne sono delegate agli hq, noi invece le abbiamo in loco per fornire ai nostri clienti il miglior livello di consulenza in ambito di data-driven marketing. Rimarranno comunque a stretto contatto con San Francisco e Londra», commenta Stuani. Il team verrà rinforzato ancora nel secondo quarter, quando entreranno «tre risorse, una senior e due più junior, due integreranno il team sales e una quello ad-ops», conclude.