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Il futuro è nelle app con il programmatic mobile

Autore: Redazione


Nel secondo capitolo della rubrica Paolommatic, Paolo Serra analizza il mondo dell’advertising su smartphone e tablet, sempre più legato ad annunci mirati e di contenuto

Il programmatic advertising è diventato un elemento imprescindibile per chi opera nell’industry della pubblicità digitale. E non solo in questa: l’ecosistema attorno all’advertising sta diventando sempre più complesso ma i dati e gli strumenti forniti da questa modalità di compravendita offrono una opportunità unica per aumentare la qualità della comunicazione, erogare annunci a target interessati, diminuire la dispersione e rendere così più efficienti le proprie campagne. Per questo DailyNet ha deciso di lanciare Paolommatic, la rubrica a cura dell’esperto sul tema Paolo Serra che indaga i vari trend del programmatic advertising. Nella seconda tappa fari accesi sul programmatic mobile.   Clicca qui per leggere la prima uscita Cinque consigli per vincere nel programmatic video  

Paolo Serra

Appassionato di nuove sfide per far crescere le imprese con l’obiettivo di contribuire ad aumentarne i ricavi. Si dedica al serach engine marketing dal 1999 lavorando con le principali agenzie internazionali. In seguito allarga le conoscenze al mondo del programmatic advertising diventandone uno dei maggiori esperti italiani tanto da aver aperto un sito dedicato all’argomento ormai punto di riferimento per tutti gli addetti ai lavori.  

Il futuro è nelle app con il programmatic mobile

Articolo a cura di Paolo Serra
  Paolo Serra Paolo Serra Ogni attività su mobile produce dati, se un utente si muove da un posto all’altro, se fa una ricerca su Google, se compie un check-in da un ristorante o pubblica foto su Facebook, se usa un QRcode di un prodotto o servizio, può essere tracciato. Ora che gli smartphone sono i nostri più fedeli compagni, il mobile non è più un solo un tipo di device, ma una trasformazione: internet ora si muove con noi, come parte integrante della nostra vita quotidiana. I dispositivi che usiamo oggi hanno un valore al di là di quello che avremmo potuto immaginare quando il telefono cellulare è nato, permettendo agli advertiser di ottimizzare le campagne e superare i limiti del marketing tradizionale. In questo contesto quello che sta avvenendo, però, è un rifiuto sempre più diffuso della pubblicità da parte dell’utenza. La causa è lo scarso interesse che genera l’advertising, spesso poco creativa e ripetitiva e fatta con formati invasivi, considerati dagli utenti come elementi fastidiosi. Un fatto che ha implicato come risposta la scelta di utilizzare sistemi di ad blocking, con la conseguenza che fra tre anni i banner su mobile non esisteranno più. Per dare una svolta al settore, che da dieci anni a questa parte ad ogni evento viene presentato con la frase “Questo è l’anno del mobile”, bisogna fare alcune considerazioni importanti. L’advertising su mobile avviene su due canali, la classica pubblicità visualizzata tramite il web mobile o l’in-app. All’interno dei mobile browser, i javascript possono essere efficacemente bloccati. Tuttavia, gli utenti mobile trascorrono la maggior parte del loro tempo “in-app” dove il javascript non esiste. Pertanto, gli annunci per cellulari in-app tendono ad avere prestazioni migliori. Naturalmente altri sistemi classici possono continuare a funzionare, tuttavia l’in-app è il più potente ambiente di marketing mobile che abbiamo. Poiché offre modi unici per i brand di interagire in modo efficace e coinvolgere direttamente i consumatori, che, è bene ricordare, adottano e integrano le applicazioni mobili nella loro vita quotidiana, ed è compito del marketing delle aziende capire come orientare e interagire in questo ambiente.

Programmatic mobile: vincere con la pubblicità in-app

Se pensiamo allo stato d’animo del consumatore quando utilizza un’app, è facile immaginare perché una pubblicità può avere successo. Tutti i consumatori quando utilizzano un’app hanno essenzialmente “optato” per l’ambiente. Di conseguenza, sono in sintonia con “i messaggi” che ricevono e sono ricettivi ad essi, basti pensare il recente investimento di Facebook nei chatbots che verrà utilizzato su Messanger e in futuro su Whatsapp e Instagram. La pubblicità mirata, ricca, utile, funziona perché può avvenire al momento giusto, nel luogo appropriato e in modo personalizzato, grazie al programmatic. Inoltre il programmatic è oggi utilizzato con i banner e i video, ma nulla toglie che in futuro, si possa usare anche con messaggi testuali.

Tutte le app vanno bene?

Secondo un recente studio di Forrester Research, i consumatori spendono più del 85% del loro tempo sugli smartphone utilizzando applicazioni native. Inoltre, la maggior parte delle applicazioni che la gente usa spesso, sono quelle che offrono una funzione specifica in un istante.  Tuttavia, la sfida è mantenere gli utenti impegnati con queste applicazioni su base continuativa, poiché, la maggioranza degli utenti utilizza l’app una o due volte, per poi cancellarla o ignorarla. Infatti, sempre secondo Forrester, l’84% del tempo è speso solo su cinque applicazioni. Questo combacia con un altro recente studio di Nielsen che mette in luce che c’è un limite per il numero di applicazioni che i consumatori utilizzano costantemente.

Come scegliere la strategia migliore?

Quindi, come si può ottenere un risultato straordinario con la pubblicità su mobile? Come può un brand sfruttarla al meglio? Come può una strategia essere vincente e diventare indispensabile nel marketing mix di un brand? Il programmatic mobile è efficace per lo stesso motivo per cui il programmatic lo è, cioè perché ci permette di raggiungere la persona giusta con l’annuncio giusto nel momento giusto. Il mobile, rispetto ad altri mezzi, consente di ottenere una comprensione molto più ampia del consumatore grazie alle informazioni sul contesto che fornisce. Il risultato è la capacità di comprendere in modo molto dettagliato chi è il consumatore e il contesto in cui si trova mentre visualizza l’annuncio. Questo significa che il sistema può decidere con grande precisione, se questo consumatore è un cliente potenziale. I sistemi classici di targetizzazione dividono la popolazione tra una decina di caratteristiche principali come l’età, il sesso, il reddito, l’etnia, l’istruzione e gli interessi, mentre il sistema di programmatic può valutare in funzione di milioni di dati in tempo reale.

Marketing Cross-Device

In più, una caratteristica relativamente nuova e rivoluzionaria è la tecnica emergente del marketing cross-device, che fornisce agli inserzionisti uno spaccato di relazioni tra dispositivi unici, attività del desktop, scambi su mobili. Comprendere queste relazioni consente di costruire profili unici dei consumatori. Così si può praticamente seguire ogni utente unico per tutta la vita quotidiana, comprenderne le caratteristiche individuali e passare da un messaggio standard uguale per tutti a un approccio su misura. Il programmatic mobile consente di raggiungere un consumatore in qualsiasi momento durante la giornata, ma soprattutto, nel momento in cui è più probabile che sia disponibile a fare l’azione desiderata, che sia un acquisto o un lead o solo per brand awareness. Il programmatic mobile è una forma pubblicitaria sempre più rilevante.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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