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UPA si dichiara contraria a ridistribuzioni “per legge” degli investimenti. Sassoli: «Le aziende, anche quelle pubbliche, stanno nel mercato. Anacronistiche le imposizioni»

Autore: V Parazzoli


Il presidente degli utenti spiega come le strategie degli spenders rispondano solo a scelte di concorrenza che non si possono coartare dall’alto; si dichiara favorevole a una “Netflix” dell’editoria e conferma la stima di chiusura d’anno al +1,5% per gli investimenti

L’assunto che “la pacchia è finita” anche nel mondo dei media, come ha sostanzialmente ribadito recentemente - dopo che lo slogan è stato lanciato dal ministro degli Interni Matteo Salvini in materia di clandestini - il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi anche per quanto riguarda la industry della comunicazione, è già ben noto anche a UPA, che ha ovviamente il polso della situazione in materia di investimenti, consumi e orientamenti delle aziende. Sulle conseguenze che ne trae il citato Crimi e sulle sue proposte per dar sostanza alla direttiva però, il presidente di UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha idee diverse e non mosse da convinzioni politiche, visto che - conversando in materia con DailyMedia in occasione della presentazione della prima edizione italiana del Premio Effie, che organizza insieme ad AssoCom  - le valuta come tale, ovvero per il ruolo che riveste alla guida delle aziende che investono in pubblicità.

La P.A. e i giornali

E proprio analizzando il problema da un punto di vista meramente tecnico, Sassoli, per prima cosa, si dichiara in disaccordo con la proposta-minaccia lanciata dal ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, che ha paventato un limite alla pubblicità sui giornali da parte delle imprese partecipate dallo Stato, e che ha trovato il pieno consenso di Crimi. «Le aziende pubbliche operano in mercati competitivi – dice – e limitazioni imposte dall’alto ci lasciano per lo meno perplessi. Se fanno pubblicità anche sui quotidiani è evidentemente per contrastare anche attraverso questo mezzo la concorrenza che, del resto, infatti, continua a farne. Ugualmente difficile immaginare penalizzazioni o interventi ancora più pesanti nei confronti di giornali che verrebbero individuati come referenti di Gruppi di controllo che hanno anche altri interessi: si tratta per lo più di società quotate, dove i piccoli azionisti hanno già ampio modo di esprimere le loro opinioni e perplessità».

I tetti televisivi

Analoghe minacce sono state fatte per la televisione, in particolare Mediaset, ventilando tetti di raccolta molto più restrittivi, magari “in nome” di una più equa ridistribuzione delle risorse tra mezzi: cosa ne pensa? «Imposizioni di questo tipo, sempre in un mercato libero, non funzionano, anche se delle regole ci vogliono e noi stessi abbiamo contribuito a definire quelle che attualmente già ci sono - continua -. Le aziende, infatti, allocano i loro investimenti in base a precise strategie e l’assetto dei media non funziona secondo la legge dei vasi comunicanti. Le aziende inoltre hanno a disposizione sempre più alternative e, quindi, un’imposizione di qualsiasi tipo alla ripartizione dei budget è del tutto anacronistica. I provvedimenti legislativi devono avere degli obiettivi: se ne può discutere e accettarli – come nel caso del divieto alla pubblicità dei giochi online, pensato per contrastare la ludopatia - se sono mirati alla tutela dei cittadini ma, se sono funzionali solo a tattiche politiche, rischiano di essere controproducenti perché, nel caso della nostra industry, porterebbero solo a un aumento dei costi della pubblicità, con ricadute sempre sugli stessi consumatori».

Ma UPA per prima si è fatta promotrice di una riduzione della pubblicità sulla Rai…

«La nostra proposta è di toglierla da uno dei canali pubblici ma semplicemente per metterlo nelle condizioni di sperimentare una programmazione che non sia “coartata” da necessità di mercato e, quindi, al fine di poter migliorare la qualità dei contenuti. D’altra parte, potrebbe essere la stessa Rai ad avvantaggiarsene, riempendo maggiormente i bacini delle altre reti».

Piattafome nazionali

In generale, sempre al di là di soggettive valutazioni politiche, non le sembra che l’editoria “pretenda” una tutela preventiva anch’essa al di fuori delle regole del mercato?

«No, guardi, la stampa è un imprescindibile elemento di garanzia democratica, e ha un preciso senso che venga sostenuta, specie in una fase in cui soffre sia sul fronte diffusionale che della raccolta. In questo senso, noi plaudiamo all’approvazione della normativa europea sulla difesa del copyright, che giudico una conquista di civiltà, e personalmente sono invece d’accordo con la specifica proposta dello stesso Crimi di una “Netflix dell’editoria”, cioè una piattaforma tecnologica che, ad esempio, permetta al costo di un abbonamento, la lettura di tutti i giornali. Anzi, io la proporrei anche per i broadcaster italiani, un portale nazionale dei contenuti video che si possa contrapporre alle piattaforme globali. E naturalmente siamo a favore della tax credit per la stampa e della web tax, che permetterebbe di riversare risorse a favore dell’editoria».

Il forecast

Il Presidente di UPA sarà quindi contento della “quasi” tenuta dei quotidiani nel mese di luglio, con “solo” il -0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017, così come evidenziato da Nielsen due giorni fa. «Piccoli segnali confortanti per una più consistente ripresa del mezzo – conclude -. Proprio a fronte di quello che è appena emerso come il quadro degli investimenti nei primi 7 mesi, che ha visto una tenuta della tv e la confermata crescita di digitale e radio, ne approfitto per confermare ancora la nostra stima di una chiusura d’anno al +1,5%. Il trend fino appunto a luglio ha beneficiato infatti dell’effetto-Mondiali e, ora, anche per ragioni legate a certi pericoli legati alla manovra finanziaria, ci aspettiamo un piccolo ridimensionamento che, però, non inciderà ulteriormente sul nostro forecast».


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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