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Lo swing del calciomercato, la filosofia di Alessandro Bonan

Autore: Redazione


Intervista al brillante giornalista di Sky Sport, eclettico protagonista di serate dedicate al pallone, ma non solo. E il 3 gennaio tornerà in onda la “sua” creatura

di Andrea Ferrari
 

Alessandro Bonan è un esempio più unico che raro nella tv di oggi, un talento eclettico - giornalista, cantautore (compone e canta la sigla delle varie edizioni di “Calciomercato - l’Originale” su Sky) e scrittore - che ha saputo portare la narrazione delle trattative di mercato su traiettorie sorprendenti. Il suo sguardo inquieto è tipico di quei toscani, spesso geniali, che conoscono la differenza sostanziale tra serietà e seriosità.

La sigla più recente di “Calciomercato - l’Originale” s’ispira a “Golconda” di Magritte ed è una delle tante citazioni di spessore che caratterizzano il programma. Sapete essere classici pur rompendo gli schemi e sperimentando, una dote rarissima nella tv odierna.

«Il surrealismo con la sua visione onirica e ironica della realtà è una grande fonte d’ispirazione. Magritte voleva creare stupefazione in chi guardava le sue opere, lo stesso obiettivo dovrebbe averlo chi fa televisione. L’aspetto che ha toccato è interessante perché avere determinati riferimenti classici non deve precludere dall’avere i piedi ben piantati nel presente e uno sguardo sempre curioso verso il futuro e le novità tecnologiche».

Com’è stato il percorso che l’ha portata a lavorare in tv?

«Non vado annoverato tra quelli che dichiarano d’avere avuto il fuoco sacro del giornalismo fin da piccoli. Ero uno studente di Scienze Politiche che non aveva le idee chiare sul proprio futuro professionale e pensavo soprattutto a suonare e divertirmi, questo turbava parecchio i miei genitori. Fortunatamente iniziai a collaborare con Rete 37, una rete locale di Firenze. Per diversi mesi non ho avuto un ruolo definito, ma guardavo quello che succedeva e cercavo d’imparare il più possibile».

Finché non la mandarono in onda…

«Inizialmente mi occupavo un po’ di tutto, dalla politica allo sport, per non parlare della cronaca nera. Erano gli anni dei processi a Pacciani e ai suoi “compagni di merende”, una vicenda che ovviamente seguivamo con grande attenzione, ricordo una stremante diretta fiume durata ore... ».

È fu lì che la vidi la prima volta, ricordo quelle udienze del processo al “Mostro di Firenze” come un’altalena tra l’orrore dei delitti e spaccati di vita di provincia che sembravano presi da un film di Monicelli.

«C’erano momenti d’involontaria comicità alimentati anche dal fatto che spesso venivano utilizzate espressioni dialettali toscane con racconti un po’ pecorecci che oltretutto smontavano certi luoghi comuni sociologici sui valori sani della vita contadina. Nel volgere di qualche minuto però si ripiombava nell’abisso di quegli omicidi efferati. Ricordo ancora lo sguardo del padre di Pia Rontini (una delle vittime) che seguiva tutte le udienze dei processi, la sua vita era stata svuotata e viveva solo per sapere la verità su chi avesse ucciso la povera figlia e il fidanzato».

Da Rete 37 a Milano per lavorare a Tele+ e di seguito a Sky. Nel 2008 ha l’idea di raccontare in maniera nuova il calciomercato. Perché è un argomento che appassiona così tanto le persone?

«Ci sono vari motivi, il primo è che un po’ tutti possono sentirsi vincitori mentre nel calcio giocato ce ne sarà soltanto uno. Ai tifosi inoltre piace immaginare che la loro squadra vada a scovare lo sconosciuto che si rivelerà un campione e poi c’è quel sentimento legato all’attesa, come aveva notato Aldo Grasso, che è stato descritto da Leopardi ne “Il sabato del villaggio” in maniera magistrale».

Alessandro Bonan

Quali sono gli “ingredienti” per far funzionare il programma? Una qualità che mi ha sempre colpito è la sua capacità nel fare rendere al meglio gli ospiti come sanno fare certi allenatori con i calciatori.

«Gli ingredienti chiave sono: pensiero ovvero ciò che concettualmente si vuole rappresentare, la parola che è il fuoco filosofico del programma e il tempo che rappresenta la mia ossessione perché ha battiti precisi e deve procedere in armonia coi contenuti. Nella dinamica del programma mi vedo come un direttore d’orchestra e non mi piace l’eccesso di protagonismo di chi conduce. Per valorizzare gli ospiti bisogna entrare nella loro psicologia, capire in fretta qual è il campo dove si esprimono meglio e la qualità delle argomentazioni è senz’altro più importante del dare delle risposte per essere dalla “giusta parte”. Alla base di “Calciomercato - l’Originale” (dal 3 al 31 gennaio tutte le sere, dal lunedì al venerdì su Sky Sport 1 HD alle ore 23) c’è la voglia d’approfondire e intrattenere con ironia e in maniera non banale. Il divertimento è una cosa seria”».

Una frase che potrebbe essere attribuita, in maniera apocrifa, a Renzo Arbore. Non è difficile notare somiglianze fra di voi, tra l’altro siete entrambi musicisti.

«È un paragone che mi onora. La musica aveva un ruolo fondamentale nei suoi programmi e lo ha anche per me, tanto che ogni puntata è ispirata da una canzone ed è da lì che si mette tutto in moto. Il concetto di swing applicato alla tv è fondamentale, significa saper improvvisare e avere ritmo. Arbore sapeva illuminare la scena con la sua ironia, aveva un’eleganza unica anche nei doppi sensi, curiosità verso il mondo e un ottimismo intelligente, oltre al grande rispetto per la musica. Trovavo formidabili anche Raimondo Vianello col suo humour british nel periodo di “Pressing” e Beppe Viola, soprattutto nella produzione scritta, anche lui era un surrealista dello sport, si pensi a quando ebbe l’idea d’intervistare Rivera a bordo di un tram».

Arbore partecipò a Sanremo con il celeberrimo “Il Clarinetto”. Preferirebbe condurlo o essere in gara con un suo brano?

«Condurlo. Ormai non ho l’età per pensare a una carriera da musicista pur essendo la mia grande passione da sempre e avendo parecchie canzoni nel cassetto».

C’è qualche cantante al quale le piacerebbe farle interpretare?

«Il primo che mi viene in mente è Mauro Giovanardi dei La Crus che, a proposito di Sanremo, ci andarono con un brano splendido ( “Io confesso” nel 2011). Al Festival è legata anche la figura di Luigi Tenco, a cui è dedicato il documentario su cui sto lavorando assieme a Ezio Guaitamacchi. Un lavoro focalizzato sulle sue opere e non sulla morte, un argomento già ampiamente sviscerato da altri e che trovo marginale rispetto alla grandezza dell’artista».

Torniamo al calcio, il programma che conduce sull’Europa League su TV8 sta ottenendo ottimi risultati d’ascolto.

«Dai dati si evince un fatto che potrà stupire molti, l’effetto Atalanta, ovvero il grande interesse che sta suscitando la squadra di Gasperini mentre fare ascolti con il Milan e i suoi milioni di tifosi non sorprende. Credo che gli Orobici siano diventati la “seconda squadra” per molti italiani e se si riflette è davvero una bella storia oltre che un modello in tempi di crisi per il calcio italiano: ha giovani di talento, un bravissimo allenatore e una società ben organizzata che ha saputo creare quello che probabilmente è il miglior vivaio d’Italia».


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Sky

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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