A partire dal 24 novembre si saprà se si tradurranno in acquisti e se e fino a che cifra dovrà intervenire il consorzio di garanzia. Successivamente, si saprà anche se qualcuno ha acquisito pacchetti pari almeno al 5% del totale delle quote
Il Sole 24 ORE , facendo seguito al comunicato stampa diffuso il 16 novembre, nonché al relativo avviso di offerta in Borsa dei diritti d’opzione non esercitati, ha comunicato ieri che nel corso della prima seduta di Borsa, tenutasi appunto martedì, risultano essere stati venduti, per un ammontare complessivo pari a 233,82 euro, tutti i n. 1.169.076 diritti di opzione non esercitati nel periodo di offerta, relativi alla sottoscrizione di n. 4.676.304 azioni speciali di nuova emissione rivenienti dall’aumento di capitale a pagamento e in forma inscindibile deliberato dall’assemblea straordinaria del 28 giugno. Pertanto, l’esercizio dei diritti inoptati acquistati e, conseguentemente, la sottoscrizione delle relative azioni, dovranno essere effettuati, a pena di decadenza, entro e non oltre il terzo giorno di Borsa aperta successivo a quello della chiusura anticipata e, quindi, entro il 24 novembre.
Il Gruppo di cui è presidente Giorgio Fossa ricorda che durante il periodo di offerta in opzione sono stati esercitati n. 11.834.043 diritti di opzione e quindi già sottoscritte n. 47.336.172 azioni, pari al 91,01% delle azioni, per un controvalore complessivo pari a 45.490.061,30 euro. E aggiunge infine che l’offerta è assistita dalla garanzia di un consorzio composto da Banca IMI e Banca Akros, che si sono impegnate a sottoscrivere ai termini del contratto di garanzia, disgiuntamente tra loro e senza vincolo di solidarietà, le azioni eventualmente rimaste inoptate al termine dell’offerta in Borsa dei diritti inoptati, per un ammontare massimo pari a circa 20 milioni. In pratica, tra massimo 3 giorni si saprà se i diritti acquisiti saranno esercitati o solo rivenduti e, in ogni caso, a quanto ammonterà l’eventuale intervento del citato consorzio di garanzia su un totale di azioni per un valore di 4,5 milioni di euro. Si saprà inoltre se qualcuno ha acquisito almeno il 5% delle quote de Il Sole 24 Ore: non dovrebbero esserci comunque le singole associazioni territoriali e settoriali di Confindustria, che hanno dichiarato di partecipare all’aumento in solidarietà con quest’ultima, ma quasi sicuramente non con acquisizioni che comportano l’obbligo di dichiarazione.