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Reputazione Online: conoscerla per governarla. Ciò che dicono in rete sul brand può diventare un biglietto da visita

Autore: Redazione


DailyNet ospita in esclusiva una riflessione di Federica Greggio, reputation manager di Pagus Media, su un tema sempre più delicato, che non può più essere trascurato e deve essere al centro degli investimenti delle aziende, anche delle piccole e medie imprese

di Federica Greggio, reputation manager di Pagus Media

Ogni giorno ognuno di noi sperimenta delle situazioni che hanno a che fare con i concetti di fiducia e reputazione. Succede nella vita privata quando ci fidiamo di un amico che ci consiglia un ristorante o l’acquisto di un prodotto, succede nel mondo del lavoro quando decidiamo di assumere un professionista o di affidarci a un fornitore. A volte lo facciamo per il senso di fiducia che persone o aziende suscitano in noi, altre volte lo facciamo per la loro reputazione, per quello che ci hanno detto, per quello che sappiamo o leggiamo di loro. La fiducia viene alimentata da informazioni, la reputazione si basa sull’indice di affidabilità condiviso in una precisa comunità, affidabilità che si basa comunque su delle informazioni condivise (vere o false che siano). In passato la reputazione di un’azienda era un concetto quasi intangibile, evanescente. Oggi non è più così. Chiunque può condividere online il proprio pensiero, le foto che scatta o i video che realizza con lo smartphone, addirittura in diretta. Tutti noi possiamo farlo e lo facciamo, soprattutto quando siamo molto felici o molto delusi di un prodotto, di un servizio o di un’esperienza vissuta.

L’importanza della reputazione

Tutte le informazioni condivise sui social network o all’interno di blog e forum possono essere rintracciate e lette da chiunque. Anche da un possibile cliente che cerca informazioni sulla nostra azienda in particolare o su dove acquistare un prodotto in zona in generale. Tutto quello che trova online in quel preciso momento diventa il biglietto da visita del nostro marchio. Ciò in cui si imbatterà diventerà la leva che lo spingerà a sceglierci, a chiederci informazioni o a venirci a trovare in negozio, oppure a continuare la sua ricerca e a rivolgersi a un nostro concorrente. Per questo, in particolare oggi online, la reputazione di un marchio può davvero influenzare relazioni e transazioni economiche e creare valore. Avere piena conoscenza e coscienza di quanto è presente online sul proprio marchio diventa quindi di vitale importanza per mettere prontamente in campo le risorse necessarie per calibrare al meglio la comunicazione. Può essere utile quando il lancio di un prodotto o di un servizio non viene compreso a pieno dai consumatori, per decidere di ritirare prima del previsto una campagna di comunicazione troppo criticata o per prevenire l’insorgere di una vera e propria crisi reputazionale.

Monitoraggio

Farlo può sembrare facile, ma non lo è. Esistono complessi sistemi di monitoraggio e ascolto delle conversazioni che permettono a chi svolge questo mestiere quotidianamente – ossia la figura del Reputation Manager - di segnalare tendenze e bisogni nascenti, critiche e crisi potenziali o in atto, ma anche apprezzamenti e complimenti da parte degli utenti o l’esistenza di nicchie di consumatori o influencer fidelizzati al marchio. In poche parole, i sistemi di monitoraggio ci permettono di monitorare lo stato di salute di un marchio online per conoscere come è percepito il prodotto o il servizio, chi sono i suoi consumatori, ciò che desiderano e come soddisfarli.

Governare la web reputation

Conoscere la Web Reputation (o Reputazione Online) del marchio permette di governarla e mettere in campo azioni e strategie per indirizzarla verso quella che è la vera identità del brand e il suo essere al servizio dei suoi consumatori. Non conoscerla, e quindi non governarla, porta il marchio a essere in balia di ciò che accade, in balia di strategie che non tengono in considerazione di quanto davvero viene condiviso online, di quello che i consumatori pensano o hanno bisogno. Monitorare la reputazione online del marchio è un’attività che può essere fatta una tantum o quotidianamente con investimenti di lungo periodo. È sempre importante identificare la strategia di monitoraggio e intervento più adatta caso per caso, selezionando la soluzione e gli investimenti più adatti per il proprio universo di riferimento tenendo in considerazione variabili come i mercati di riferimento, le lingue utilizzate, i volumi di buzz online.  L’analisi e il monitoraggio, mai fini a se stessi, danno modo di suggerire e implementare azioni di intervento e miglioramento della presenza online, in linea con gli obiettivi di marketing del marchio.

Le PMI

Anche le PMI hanno bisogno di monitorare la propria reputazione online poiché, anche scegliendo di non presidiare il web con una presenza ufficiale (con un sito web o con degli account social, ad esempio), potrebbero già essere presenti (e sicuramente lo sono) perché qualcuno sta già parlando di loro. Non monitorare cosa è presente in rete sul proprio conto potrebbe portare a delle conseguenze che impattano sia sulla reputazione del marchio, sia sul fatturato economico a causa di mancate vendite e mancato sviluppo di rapporti di natura commerciale.

Le crisi reputazionali

Le crisi reputazionali e le critiche online non riguardano solamente i casi eclatanti che finiscono sulle prime pagine dei quotidiani. Possono includere anche lamentele di clienti per un disservizio nel punto vendita, lamentele per l’acquisto di un prodotto danneggiato, foto degli utenti che diventano virali sui cambi di prezzo per l’inizio dei saldi, ex dipendenti che parlano male dell’azienda che non gli ha rinnovato il contratto, critiche a una nuova pubblicità che magari viene percepita in modo errato. Sono moltissimi i piccoli e grandi problemi che possono scatenare la creazione di contenuti contro il marchio online. Una volta pubblicati, se non vengono monitorati, possono continuare a diffondersi e diventare i primi risultati relativi a un marchio nei quali ci si imbatte online.

Risorsa essenziale

Oggigiorno è sicuramente possibile scegliere quanto investire nel monitoraggio e nell’ascolto della rete, ma non è possibile scegliere di non investire in questa attività in quanto rappresenta sempre di più una risorsa essenziale e imprescindibile per governare la presenza del proprio marchio online. Vuoi davvero rimanere all’oscuro di quanto viene detto e lasciare che queste informazioni, sulle quali non hai controllo, siano il biglietto da visita del tuo marchio?


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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