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Reputation Institute 2018 Global Reptrak 100: 4 aziende italiane tra le prime 50

Autore: Redazione


Ferrero, Armani, Pirelli, Barilla e Lavazza protagonisti nella nuova classifica redatta dall’azienda di misurazione e gestione della reputazione aziendale

Ferrero, Giorgio Armani, Pirelli, Barilla e Lavazza sono i cinque ambasciatori della reputazione dell’Italia nel mondo. È quanto emerge dalla Global RepTrak 100 del 2018, ossia la classifica annuale redatta da Reputation Institute, azienda global leader mondiale nella misurazione e gestione della reputazione aziendale.
La conferma italiana
Ferrero, con il 18esimo posto assoluto, si conferma l’azienda italiana più reputata al mondo e la prima, a livello globale, nel settore del Food. A testimoniare il forte apprezzamento del made in Italy nel Food anche Barilla (36esima posizione) e l’ingresso nella top 50 di Lavazza forte dei suoi oltre 120 anni di storia.
Fashion e innovazione
Il mondo dello stile italiano è rappresentato da Giorgio Armani Group che continua a scalare la classifica guadagnando altre 6 posizioni (nel 2017 ne aveva guadagnate 4), attestandosi in 22esima posizione. In crescita anche l’apprezzamento nei confronti di Pirelli (dal 32esimo al 30esimo posto) a dimostrazione di come il made in Italy possa essere una leva anche in settori come l’Innovazione e dell’Automotive. Da segnalare, infine, che il contributo dell’Italia nella Reputation Economy è supportato anche da FCA Group che si inserisce nella lista più allargata delle 150 aziende più reputate.
La top ten
 
  1. Rolex
  2. LEGO Group
  3. Google
  4. Canon
  5. The Walt Disney Company
  6. Sony
  7. Adidas
  8. Bosch
  9. BMW Group
  10. Microsoft
 
L’impatto della reputazione sul business
La Global RepTrak 100 del 2018 è la più ampia e aggiornata fotografia a livello globale sulla reputazione aziendale in chiave comparativa. Basata su oltre 230.000 valutazioni individuali raccolte nel primo trimestre del 2018, è la fotografia più aggiornata al mondo sulla reputazione di oltre 7mila aziende che include valutazioni comparative, tendenze per target, approfondimenti sui trend di mercato. Una ricerca che mette in evidenza non solo il legame delle aziende con i loro stakeholder, ma l’impatto che il valore reputazionale ha sul business, essendo uno dei valori principali al quale le persone fanno riferimento quando scelgono di comprare un prodotto, raccomandare un brand, investire o lavorare per un’azienda.
Il calo
Entrando nel merito della classifica il dato più significativo è un calo generalizzato del punteggio assoluto per oltre il 58% delle aziende monitorate. Guadagnarsi la fiducia degli stakeholder è diventato più difficile, i consumatori hanno alzato l’asticella delle aspettative rendendo più difficile il mantenimento di un rapporto positivo tra aziende e consumatori/investitori.
Moralità ed etica
Dalle analisi di Reputation Institute, emerge come le aziende che hanno profitti record siano maggiormente giudicate su temi che fino a qualche anno fa erano soltanto a corollario del business ovvero quelli legati alla moralità e all’etica. Oggi, le aziende sono valutate in base al loro impegno per le cause sociali, per i valori morali che contraddistinguono la vita aziendale e per la cultura che è insita delle proprie attività.
I settori
Tra le aziende al vertice, Rolex conferma la sua pluriennale leadership mentre BMW e Microsoft entrano nella Top 10. La classifica evidenzia alcuni cambiamenti in atto all’interno dei diversi settori industriali: 6 dei primi 10 posti sono occupati da aziende “consumer-oriented”, categoria che rappresenta il 27% delle prime 100 posizioni in classifica. La tecnologia ha sostituito l'industria automobilistica come settore più reputato seguita da cibo e bevande. Le categorie più colpite nel declino delle classifiche sono l’alberghiero (-16), i trasporti (-13) e le compagnie aeree (-12).
Crisi di fiducia, occorre metterci la faccia
“Stiamo assistendo all’onda lunga della crisi di fiducia che, dopo essersi abbattuta su mercati finanziari e politica, sta ora iniziando a intaccare anche la credibilità delle aziende - osserva Fabio Ventoruzzo, vice president e consulting Director di Reputation Institute. “C'è un’aspettativa crescente che dovrebbe spingere le aziende verso un loro maggior attivismo sui temi rilevanti per consumatori e stakeholder sempre più disorientati. Il silenzio non è un’opzione perché oggi i consumatori vogliono conoscere chi c’è dietro i prodotti/servizi di un’azienda. Per competere (e vincere) nella Reputation Economy le aziende che vogliono farsi scegliere, devono comprendere i cambiamenti nelle aspettative dei consumatori e metterci la faccia in prima persona”.        

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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