La holding ha rilasciato i dati al 31 marzo: c’è crescita organica in tutto il mondo, ma non in Nord America. Il Ceo John Wren a tutto campo nella conference call
Omnicom è stata la prima delle grandi holding pubblicitarie a riportare i dati finanziari al 31 marzo 2018, relativi al primo trimestre dell’anno. La società americana ha registrato una leggera crescita nonostante la perdita di alcuni clienti negli Stati Uniti. La compagnia di cui è chief executive officer, e da poco anche Chairman, John Wren, ha infatti segnato un incremento dei ricavi dell’1,2% a 3,63 miliardi di dollari, in linea con le previsioni degli analisti.
La crescita organica
La crescita organica, una metrica chiave che non comprende le acquisizioni e le fluttuazioni dei tassi di cambio, è stata del 2,4%. In Nord America, il valore della crescita organica è stato negativo dello 0,1% per via della debolezza di Canada e Porto Rico e di alcuni account persi negli Stati Uniti, ha spiegato Wren durante la call conference con gli analisti, ripresa dal Wall Street Journal. A compensare il debole andamento sul mercato domestico ci hanno pensato la Gran Bretagna, dove la crescita organica è stata del 3,1%, l’Europa (+9,7%), l’Asia-Pacifico (+7,3%) e l’America Latina (+3,1%). In negativo anche Medioriente e Africa.
Le linee di business
Sul fronte dei segmenti di business, la crescita organica della voce Advertising è stata dell’1,6%, del 6,9% per CRM Consumer Experience, dell’1,2% per CRM Execution & Support, dello 0,7% per Public Relations, e del 2,7% per l’area Healthcare. L’utile netto è incrementato del 9,2% a 264,1 milioni di dollari. In Italia non sono disponibili dati specifici, ma il Ceo di Omniom per il nostro Paese, Marco Girelli, ha dichiarato al nostro giornale che il billing è cresciuto nei primi tre mesi del 10%, sulla spinta degli investimenti dei clienti automotive e della vitalità di nuove realtà che si stanno affacciando ora sul mercato.
Nuovi rapporti con i clienti
Al di là dei numeri, un termometro fondamentale per collocare l’andamento del business della holding, ad attrarre l’interesse dell’industry è stata la conference call in cui John Wren ha toccato diversi temi. Gli inserzionisti “stanno rapidamente evolvendo il proprio business per allinearlo alla digital disruption, a nuovi competitor e ai mutati abiti dei consumatori – ha detto -. Oggi più che mai i nostri clienti necessitano di un partner di valore per ricevere supporto sui problemi del business e crescere attraverso la lente del marketing”.
Nessun interesse per asset WPP
Dopo le dimissioni del Ceo Sir Martin Sorrell e la più debole trimestrale dopo la crisi finanziaria, il futuro di WPP, la più grande holding pubblicitaria al mondo nonché rivale di Omnicom, ha assunto dei contorni meno nitidi. Alcuni analisti hanno ipotizzato una possibile cessione di alcuni dei tantissimi asset in mano alla compagnia britannica. A tal proposito Wren ha dichiarato che se ciò accadesse, anche in riferimento a Kantar, Omnicom non dovrebbe essere nella rosa dei potenziali acquirenti. “Per tanti versi, ho molto rispetto per Martin - ha affermato -. So che stava valutando il suo portafoglio. Non conosco, però, a quale conclusione arriverà la nuova leadership”.
La holding investe su talenti e tecnologia
Tornando a parlare di Omnicom, Wren ha illustrato l’impegno e gli investimenti in talenti e tecnologia, in un contesto in cui la complessità del marketing sta aumentando. In questo senso la holding statunitense si sta focalizzando su soluzioni tarate sui clienti, che incorporano risorse da varie agenzie e discipline, una evoluzione dal classico modello per cui un cliente è seguito da un’unica agenzia. La società è anche interessata a raggiungere maggiore trasparenza sui canali digitali.
Brand Consulting Group
Separatamente è stata annunciata la costituzione di Brand Consulting Group, per rafforzare la proposta in materia di branding e ricerca. Lo si apprende da una nota diramata nella giornata di ieri da Omnicom. La unit si focalizza su: rafforzamento dello sviluppo di nuovi business; creazione di team personalizzati per i clienti; miglioramento del focus degli investimenti interni; miglioramento delle competenze e delle relazioni tra i team; creazione di maggiori opportunità per i dipendenti. Brand Consulting Group raccoglierà le expertise delle seguenti agenzie: Hall & Partners, Interbrand, C Space, OurCreative, Siegel + Gale, Sterling Brands e Wolff Olins. Chuck Brymer guiderà la sigla in qualità di Chairman, mentre Mark O’Brien, attuale Cfo di Interbrand, assume la carica di Coo.