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IAB Internet Motors: l’automotive punta all’ecommerce. Nei prossimi 5 anni il 18% degli europei comprerà auto online

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Cresceranno anche gli investimenti pubblicitari digitali, che nel 2018 segneranno un +9,4% sull’anno in corso e supereranno la crescita del segmento (stimata in un +7,9%). Durante l’evento romano, discussioni sulla industry tra tutti gli operatori e alcuni esempi di attività di compravendita web già compiute in Italia

L’automotive è da sempre riconosciuto come una delle industry più impegnate nell’ambiente pubblicitario. Si è disegnata un’immagine forte e caratteristica, ma allo stesso tempo eterogenea quando si tratta dei prodotti specifici. Al contrario di altri grandi settori, come ad esempio l’abbigliamento, però, non ha vita facile sull’ecommerce a causa dei prezzi elevati e della natura dei beni. Nonostante questo, nell’ambiente sembra ci sia qualche difficoltà a trovare un accordo sulla stessa definizione di vendita online. IAB Internet Motors è stata un’occasione di discussione per tutti gli elementi della industry: dai brand ai dealer, passando i player dell’advertising e del digitale.

Pubblicità: il valore dell’automotive

In un mercato pubblicitario, quello italiano, che nel 2016  valeva 8,2 miliardi di euro, è la tv a fare da padrona, con una quota del 46,7% (dati Nielsen). Seguiva il digitale a 27,7% (2,27 miliardi, nonostante una crescita dell’8%. I produttori di “beni durevoli” rappresentavano i maggiori investitori sul mezzo (34,4%), davanti a “tempo libero” (31,5%) e “servizi/attività” (27,5%). I brand di automotive hanno offerto all’advertising grossi budget pubblicitari, nello specifico 920 milioni sul totale media (10,1%), e 341 al digitale (13%). Fondi prevalentemente dedicati alla promozione di vetture nuove (93%). Le previsioni di crescita degli investimenti pubblicitari digitali sono basse nel confronto 2017 - 2016 (+1,9%), ma diventano molto interessanti nel periodo successivo (2018 sul 2017, +9,4%), superando addirittura il trend della industry (+7,9%). Nel 2018, budget verranno spalmati quasi uniformemente sui diversi canali online: nessun brand rinuncerà alla search (100% degli intervistati hanno risposto a Nielsen di assegnare risorse), ma vengono tenuti in grande considerazione anche display (98,8%), social media (96,9%) e video (91,9%). Una vocazione digitale già dimostrata nel 2016, quando il media ha assorbito 37,1% dei 341 milioni di budget pubblicitario totale dell’automotive, contro il 27,7% generale. Solo il 7% (contro il 19,9% totale dei brand che investono sul digital) ha però utilizzato programmatic advertising.

Ecommerce, alcuni esempi di vendita del nuovo

Un’indagine condotta da MotorK in cinque paesi europei (Italia, Francia, UK, Spagna e Germania), e presentata a IAB Internet Motors ha individuato un trend importante: tra cinque anni il 18% degli europei comprerà l’auto online, mentre il 79% utilizzerà un approccio ibrido, consultando il web in alcune fasi del processo d’acquisto. Una dimostrazione importante della considerazione degli utenti nei confronti dell’online, con conseguenze inesorabili per le strategie dei brand di automotive.

In realtà il processo di digitalizzazione è già avanzato, come dimostrano alcuni esempi portati sul palco da Emanuela Pezzolla, marketing manager di KIA, brand che ha presentato il modello Stonic “attraverso il web e ci siamo avvalsi di influencer, tra cui Del Piero, per una fase teaser che desse affidabilità al prodotto. In un secondo momento abbiamo creato un club, i cui membri erano gli unici abilitati al preorder dell’auto. L’acquisto però doveva essere finalizzato in concessionaria”.

Mirko Dall’Agnola, direttore commerciale auto di Suzuki Italia, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di tenere al centro clienti e dealer: “Nel nostro webstore, aperto dal 2013, abbiamo messo in vendita 8 modelli esclusivi, che non sono né a listino né in concessionaria. La web edition è stata fornita di accessori dedicati ed è venduta a prezzi particolari. Da internet però è richiesto solo l’acconto, l’acquisto si finalizza dal dealer”.

Diversa la questione di Toyota, che ha stretto un accordo con Amazon e ha messo in vendita sul marketplace 50 auto brandizzate. “Abbiamo messo in piedi la prima vendita sul portale in Europa. Era un test, e siamo riusciti a chiudere 26 vendite di altrettante Aygo brandizzate Amazon”, spiega Paolo Dolcini, marketing communication & digital experience senior manager del brand.

L’ecommerce, comunque, “è ancora lontano dalla capacità di vendere auto. Le concessionarie possono stare tranquille ancora per un po’ di tempo. Il ticket medio per gli acquisti online in Italia si aggira intorno ai 100 euro, ed è ancora troppo basso, anche solo per lasciare l’acconto per bloccare la vettura”, rassiucura Dall’Agnola.

Dealer e marketplace

“E’ difficile vendere online macchine nuove, ma ancora più difficile è vendere l’usato. La strada però è tracciata, bisogna spingere sui temi di fiducia e trasparenza, e bisogna smaterializzare ancora molti processi burocratici”, introduce Andrea Volontè, head of automotive di Subito. Il mercato, in realtà, “potrebbe essere già pronto all’acquisto del nuovo”, per Emanuele Novara, marketing manager di Ariel Car. Il 30% dei  suoi clienti, infatti, acquistano un’auto senza averla mai vista dal vivo, e questo cancella il falso mito della necessità del test vis-a-vis. Claudio Di Benedetto, purchases & new channels di Merchedes-Benz Roma, è d’accordo: “noi stiamo vendendo anche l’usato online senza che i clienti entrino fisicamente in contatto con il prodotto. Per il mercato dell’usato, più il pezzo è unico, più è facile vendere attraverso internet. Con le edizioni speciali della Smart è accaduto così”.

La realtà è che i processi di acquisto sono gli stessi di qualche anno fa, “sono cambiati, invece, i mezzi. Negli anni 80 si andava in concessionaria a vedere la macchina, ora basta un video mandato dal venditore. Lo stesso succede con i contratti. I processi restano gli stessi, deve cambiare la visione” e il mezzo su cui essi si applicano, aggiunge Di Benedetto. Serve, per chi non è Mercedes, aumentare il grado di fiducia e riconoscibilità, “bisogna ottenere più visibilità e consegnare più informazioni sulle automobili in vendita, che spesso sono troppo scarse per rassicurare un cliente”, conclude Volontè.

Il comportamento dell’utente

Come si comporta un utente quando deve acquistare online? Negli ultimi anni, il digital customer behaviour non si è modificato drasticamente. Il percoso d’acquisto è complicato perchè l’utente ha sempre più punti d’informazione su cui studiare il proprio acqusito. Secondo la ricerca Gearshift Remix di Google e TNS, presentata dall’head of automotive & trasportation di Google, Angelo Liverani, “il 14% dei compratori decide che marca comprare, il 58% si fa solo un’idea, gli altri sono molto indecisi. I consumatori che devono cambiare macchina considerano in media 3,3 brand, ma poi il 62% di questi vengono influenzati sull’acquisto finale dalle proprie reti di relazioni personali più strette”. Tra chi invece viene influenzato dal media, è la search ad avere l’effetto maggiore (40%), seguita dalle promozioni (38%) e dai video (28%). Online e tv hanno la stessa efficacia sulla scelta del consumatore (19%), ma ne ha di più la pubblicità “on the street” (21%). Tra i principali trend di ricerca informazioni sulle automobili ci sono l’online (94%), il mobile (65%) e il video (73%). Per quanto riguarda il mobile, l’87% degli utenti che lo utilizzano, lo consultano già dal primo acquisto, ma per ogni secondo di caricamento del sito si perde il 20% della capacità di conversione. Il 75% dei siti mobile, inoltre, si carica in più di 10 secondi. I video, invece, occupano una serie di momenti decisivi nel processo che porta alla conversione. Secondo la ricerca, poi, il 49% degli utenti ha dichiarato di aver scoperto, attraverso un filmato, un nuovo modello di macchina, e il 60% ha detto di aver cambiato la sua idea iniziale.

Leve di comuniazione

Corrado Massaro, head of sales di Oath Italy, ha poi indicato i business needs dei brand di automotive: “Posizionarsi sulla tecnologia, ovvero integrare tutto ciò che è smart all’interno del prodotto e mantenere un’immagine innovatrice a livello di branding, soddisfare un bisogno di informazione molto forte, che crea confusione e paura nell’utente al momento della scelta della marca e del modell da acquistare, e aggiungere a tutto questo una componente emotiva”. La creatività è importantissima, esperienze immersive e influencer marketing sono leve che possono aiutare a creare una trustability, fondamentale nel settore dell’automotive.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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