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L’accoglienza del GDPR nel settore dell’adv digitale: l’analisi di Sizmek

Autore: Redazione


Sizmek fa un punto a 9 mesi dalla sua introduzione evidenziando le principali reazioni di marketer e brand

Quando è stato introdotto per la prima volta, il GDPR era considerato da molti nell’editoria, nei media e nella pubblicità come una rivoluzione normativa. Ari Levenfeld, Chief Privacy Officer di Sizmek, fa il punto a quasi nove mesi dall’introduzione di un regolamento che ha certamente cambiato il modo in cui i brand accedono, gestiscono e conservano i dati dei loro consumatori.
La vera portata del regolamento
Mentre le aziende si sono affrettate a diventare compliant al GDPR, resta da valutare la vera portata del regolamento. Le autorità di controllo hanno infatti appena iniziato a sanzionare in maniera rilevante nell’era post-GDPR. Per questo motivo, così come tutti noi aspettiamo con il fiato sospeso per una maggiore applicazione della normativa, i marchi e gli inserzionisti continuano ad affrontare le sfide che si presentano con la complessità che il GDPR ha aggiunto a un panorama mediatico già difficile.
GDPR: un cambio di modello per l’adv digitale
L’essenza della pubblicità sta nel creare un collegamento con il pubblico, con i potenziali clienti. Con l’esplosione dei media online e delle piattaforme digitali, i marketer si sono trovati di fronte a un numero infinito di modalità percorribili per raggiungere i clienti, utilizzando principalmente un piano strategico di programmatic advertising. La programmazione è guidata dall’accesso aperto e senza restrizioni ai dati degli utenti, ma con il suo arrivo il GDPR ha imposto regole che hanno interrotto questo flusso costante di dati per i marketer non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Tuttavia, mentre da un lato molti si sono lamentati subito delle nuove restrizioni sui dati, dall’altro la normativa ha portato con sé grandi cambiamenti nell’approccio dei brand rispetto ai processi di elaborazione dei dati e un livello di trasparenza completamente nuovo, cosa che può essere considerata solo in maniera positiva per quanto riguarda il settore.
Le cinque fasi delle preoccupazioni legate al GDPR
È interessante notare come le preoccupazioni legate al GDPR si siano susseguite in cinque fasi e siano una rappresentazione appropriata di come il settore abbia reagito a questa nuova regolamentazione. In una prima fase, c’erano molte voci sulla reale necessità di introduzione del regolamento e un’idea diffusa che non avrebbe provocato disagi. In realtà, una ricerca di IBM dello scorso maggio aveva rilevato che solo il 36% delle imprese avrebbe rispettato la scadenza, un chiaro segnale che le imprese avevano scelto di ignorarne l’esistenza fino all’ultimo minuto.
Rabbia e contrattazione
Le persone hanno così messo in discussione il suo impatto e si è arrivati molto rapidamente alle fasi due e tre: rabbia e contrattazione. La rabbia ha generalmente avuto vita breve, ma la contrattazione è stata una fase più intensa: molti brand hanno discusso esattamente ciò che il regolamento avrebbe significato per loro. Ad esempio, cosa significa “consenso” e dove risiede la responsabilità per i dati dei consumatori nella supply chain dei media. Fortunatamente, non sono stati rilevati particolari segnali di crisi all’interno del settore, ma nelle ultime due fasi si è passati attraverso un’accettazione della situazione e un cambiamento di prospettiva. Molti hanno rapidamente riconosciuto gli aspetti positivi che il GDPR avrebbe portato, dal rafforzamento delle relazioni con i clienti esistenti alla possibilità di mettere in primo piano contenuti creativi di alta qualità nelle campagne pubblicitarie. GDPR significa annunci più intelligenti e mirati.
Modalità di interazione cambiate
Mentre ci avviciniamo all’anniversario del primo anno dall’introduzione del GDPR, si può certamente notare l’impatto che ha avuto sul panorama della pubblicità digitale: ha cambiato il modo in cui gli inserzionisti interagiscono con il pubblico e ha dato ai brand la possibilità di difendere e promuovere un processo di elaborazione dei dati molto più affidabile, sicuro e trasparente.
Quadri più accurato
I brand che hanno messo a disposizione le risorse e gli sforzi per stabilire una base giuridica per elaborare i dati dei loro clienti sono quelli che ne stanno raccogliendo i benefici. Una strategia di programmatic advertising efficace dipende dai dati, tuttavia, con un maggiore controllo e responsabilità su tutta la linea forniti dal GDPR, i brand stanno attingendo ai dati che contano. Questo significa che possono dipingere un quadro più accurato dei loro clienti e creare messaggi di marketing efficaci e coinvolgenti.
Il futuro porterà solo più regolamenti, è necessario prepararsi ora
Poiché il 2019 promette di portare solo una maggiore complessità sotto forma di regolamenti imminenti (ad esempio il Regolamento ePrivacy), e mentre tutti sono in attesa dell’esito delle azioni di applicazione della legge da parte delle autorità di regolamentazione, è fondamentale che i brand continuino a concentrarsi sul corretto approccio GDPR. Se il 2018 è stato l’anno della trasparenza, possiamo certamente aspettarci.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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