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I 40 anni di attività della cdp FargoFilm, quando la pubblicità diventa opera d’arte

Autore: D Sechi


La celebre cdp, impegnata su parecchi fronti, compie 40 anni, dagli inizi targati anni 70, con il nome Cooper, sino ai nostri giorni, tra produzioni non solo pubblicitarie, ma sempre cariche di innovazione. Passato, presente e futuro dalle parole di Valter Buccino, executive producer e fondatore

C’è qualcosa di profondamente cinematografico nella vicenda di FargoFilm. Gli appassionati, e sono tanti, faranno spallucce, gesticoleranno a bordo di una discreta vena sarcastica, spargeranno sorrisi ironici nell’attesa di un ennesimo riferimento a uno dei capolavori più tragicomici griffati dai fratelli Coen, quel Fargo che vinse a Cannes e si portò a casa due Oscar. Infatti è così, nessun mistero. E pensate che ci fu un tempo che la struttura aveva un altro nome, GruppoCooper, proprio come Gary Cooper, anche conosciuto come Frank James Cooper, un po’ forzato direte, però la celluloide, quasi per contratto filosofico, deve forzare gli argini, andare oltre, costruire mondi alternativi. O no?

Fatto sta che proprio in quest’anno che volge al termine, FargoFilm, nata GruppoCooper, festeggia le prime 40 primavere. Era il 1977, proprio così, quando fu siglato l’atto di nascita, l’anno in cui la televisione italiana, in discreto ritardo rispetto alla tabella di marcia occidentale, si colorava. Il che rappresentò un vero e proprio momento rivoluzionario, soprattutto per chi si occupava di pubblicità (e, a proposito, in quei giorni persino il formato fu rivoltato, con la pensione improvvisa che colse il Carosello). E GruppoCooper, poi FargoFilm, di pubblicità se ne intende eccome.

E quindi, ricapitolando: grande schermo, adv, vissuto come un’estensione del grande sogno cinematografico, ma non solo, c’è dell’altro. E visto che ci siamo, facciamoci raccontare qualche segreto da Valter Buccino che, nel 2005 diede vita a FargoFilm, di cui executive producer di riferimento per quel che concerne l’adv, socio fondatore e partner insieme a Massimo Ceratto, Roberto Stradella, in sella sin dai tempi di GruppoCooper, Ladis Zanini. I quattro sono accompagnati da 10 collaboratori. Tutti insieme compongono le fortune di una struttura che chiude l’anno con un fatturato di 6,7 milioni.

L’Italia che conserva ma poi, alla fine, arriva sempre

L’esperienza non manca, dopo 4 decenni di attività e riconoscimenti, e forse proprio per questo vien voglia di chiedere come ci si muova all’interno dell’ambito pubblicitario in un Paese come l’Italia

«Non c’è dubbio che in Italia un certo conservatorismo giochi un ruolo principale. E allora, proporre qualcosa di nuovo all’inizio è sempre difficile, il senso delle cose arriva sempre dopo, ma alla fine arriva. L’ultimo cambio di registro sta riguardando i mezzi di trasmissione, il che ovviamente porta a un costante mutamento anche nei linguaggi. C’è stato un periodo in cui a dominare era la tv, fino all’atro ieri, magari con il contorno di cinema e stampa. Erano questi i mezzi sui quali la pubblicità trovava la propria residenza privilegiata. Ma oggi non è più così. E ancora, non bisogna dimenticare i trend, le mode: abbiamo vissuto un’epoca in cui si faceva un grande utilizzo di effetti speciali. Oggi però, come detto, è tutto differente, i media sono cambiati, il panorama non è mai statico e le frammentazioni sono all’ordine del giorno. Ed ecco perché occorre avere differenti focus, colpire target diversi, utilizzare formati disparati, che possono portare a deviazioni ulteriori a diversificazioni delle iniziative, come il  branded content».

Il progresso si porta dietro la nostalgia dei bei tempi andati. Il rischio, ovviamente, è guardarsi troppo indietro al punto da non ritrovare la strada maestra. Ma al di là dei prevedibili sentimentalismi, del “si stava meglio quando si stava peggio”, cosa si è perso e cosa si è guadagnato nel lungo tragitto della produzione visiva?

«Io cominciai a operare nell’ambiente nel 1981, con una mia struttura, mentre GruppoCooper era già all’opera da quasi un lustro, essendo sorta nel 1977. All’epoca era quasi un obbligo avere una cura particolare nel trattare la materia, si girava in pellicola, si doveva stare attenti alla preziosità dei meccanismi e l’attenzione comunque doveva stare desta anche su tutto il contorno, tra discussioni e progettualità. Oggi sembra che tutti possano fare tutto e forse qualcosa si è perso, si pensi ai mestieri tecnici. Un tempo c’erano professionalità più avanzate, più richieste, maggiori restrizioni. Oggi l’accessibilità è aumentata, sotto certi punti di vista. Ma non è il caso di essere troppo nostalgici. Volendo sintetizzare, l’apertura al nuovo è necessaria, e in tutti i cambi c’è sempre qualcosa di buono e di meno buono. Stiamo sicuramente vivendo un momento di transizione, cui la crisi socio economica non è certo estranea».

Cosa fare, come agire, cosa considerare per sbancare, o comunque comportarsi in maniera dignitosa nel mondo delle cdp. Una sorta di “consigli per gli acquisti” da parte di chi se ne intende.

«Il contenuto viene prima di tutto, un’idea che oggi deve essere declinata, proposta con estrema velocità. E allora si fa fatica, si rischia di rimanere un po’ immobili, per non incorrere in errori di valutazione. La crisi è nemica dell’innovazione, o comunque la mette in difficoltà. Poi c’è la tecnica, fondamentale, come sempre, ma anche qui il periodo di transizione mediatica crea non poche turbative. Si può arrivare anche a pensare che siccome la pubblicità la si consuma sul piccolo schermo di uno smart allora si possa fare a meno della qualità, ed è ovviamente un errore. Un discorso che può essere trasportato anche in altri campi: si pensi al boom delle serie tv. In un momento contradditorio come quello attuale, per fare un esempio celebrato, Netflix ha spinto moltissimo sulla qualità delle sue serie e ha vinto. Certo, in queste situazioni c’è il pericolo sempre incombente che si sfrutti la situazione per risparmiare. Tipo: “Andiamo sul web, quindi non posso spendere 100… “, però di fronte a un budget di 10 quel 100 te lo chiedono comunque. Sia come sia, rimango convinto che ogni aggiustamento andrà incontro alla qualità, ma non gratuita, bensì funzionale al prodotto e al mezzo».

Valter Buccino

Volendo schematizzare l’arco temporale, facciamo cifra tonda e proviamo a capire come si sia comportata FargoFilm nell’ultimo lustro.

«Che filosofia abbiamo abbracciato negli ultimi cinque anni? Una visione più artistica. Si pensi alle campagne istituzionali Eni, nelle quali abbiamo sperimentato e creato diverse forme espressive. La danza e le videografiche per i movimenti di Roberto Bolle, la magia della sabbia di Ilana Yahav, le costruzioni con la carta di un grande paper talent, la costruzione di un evento con mongolfiere e proiezioni. E ancora, i gesti dimenticati per lo spot Enel, le riprese con venti microcamere per raccontare la radio di Fiorello nella serie di spot per Fiat, le campagne Multibrand con Chiambretti e la caduta delle auto, ma anche quelle per la telefonia, Wind e Tim. E infine Maserati, a completare e arricchire una storia di clienti preziosi e di obiettivi sempre più ambiziosi. Sono tutte situazioni che necessitano di una versatilità e di una visione più ampia, eclettica».

La scelta di posizionarsi come casa di produzione-boutique è la naturale evoluzione di una passione per la ricerca di nuovi linguaggi e contenuti narrativi, della consapevolezza della necessità di un’osservazione continua delle tendenze artistiche ed espressive del mondo contemporaneo. Ma… come entra FargoFilm nei processi creativi dei singoli progetti?

«Fargo partecipa volentieri al processo creativo, ma non sempre accade, dipende anche dall’agenzia creativa impegnata nel progetto. Può anche accadere che venga richiesto un semplice parere, che si intenda poi approfondirlo, oppure che l’agenzia o l’azienda cliente cerchino l’appoggio del regista, figura che però siamo noi a offrire».

Cosa vuol dire oggi FargoFilm?

«Fargo vuol dire soprattutto pubblicità, che rimane il nostro core business, ma lavoriamo anche nel campo del cinema, dove siamo impegnati nelle produzioni esecutive di lungometraggi: in passato abbiamo lavorato sui lungometraggi Santa Maradona, vincitore di un David di Donatello, e Andata + Ritorno di Marco Ponti, il premiato Dopo Mezzanotte, di Davide Ferrario, Sono Guido e non Guido, mukumentary sul poeta Guido Catalano presentato come evento speciale all’ultimo Torino Film Festival. in primavera partiranno le riprese del nuovo film di Davide Ferrario, mentre sempre in estate lavoreremo a un film intitolato Summer in Sicily, una produzione anglo americana. E ancora: Fargo Legno, con il quale siamo diventati protagonisti nel campo scenografico e negli allestimenti nei musei, per esempio a Torino, al Museo del cinema (a proposito… ndr ) e a Palazzo Madama. E per il futuro vogliamo continuare a essere parte del processo creativo nazionale».


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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