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Facebook, prima trimestrale sotto le attese in tre anni; l’outlook sui ricavi fa cadere il titolo in Borsa

Autore: Redazione


La società, nel secondo trimestre, ha fatturato 13,2 miliardi, gran parte dei quali con la pubblicità. Ma le previsioni sul rallentamento della crescita delle revenue e l’effetto GDPR sull’utenza in Europa hanno avuto impatti finanziari negativi

Trimestrale da dimenticare per Facebook, che, dopo aver rilasciato i dati al 30 giugno, ha ceduto fino al 24% in Borsa (chiudendo a -18,5%), bruciando 123 miliardi di dollari di valore, per intenderci quanto capitalizza McDonald’s. Se in molti hanno posto l’accento sugli effetti - in ritardo - del caso Cambridge Analytica, a impressionare negativamente gli analisti non sono stati solo numeri sotto le previsioni, ma soprattutto la stima di un rallentamento della curva della crescita dei ricavi, oltre a un calo, per la prima volta, degli utenti giornalieri in Europa. La causa potrebbe essere stata il GDPR, che, però, stando a quanto dichiarato dalla Coo, Sheryl Sandberg, non ha avuto impatti significativi sul fatturato, nonostante i suoi effetti potrebbero farsi sentire anche nei mesi estivi. L’utenza del più grande social è stata ancora flat nel Nord America, segno che la piattaforma ha raggiunto un elevato grado di maturità nei mercati in cui è presente da più tempo. Con un post su Facebook, Mark Zuckerberg ha voluto sottolineare un numero: oggi i prodotti di Facebook, denominati “Family of apps” - vale a dire anche Instagram, Messenger e WhatsApp - sono utilizzati da 2,5 miliardi di persone al mondo, circa un terzo della popolazione del pianeta. Sul fronte pubblicitario, Facebook ha segnato una raccolta in crescita del 42% a 13 miliardi di dollari, valori di tutto rispetto, destinati però a diminuire, a livello percentuale nella seconda metà dell’anno.

I numeri più importanti

° Gli utili sono saliti del 31% a 5,1 miliardi. Gli utili per azione sono stati pari a 1,74 dollari, gli analisti scommettevano per 1,72 dollari.

° I ricavi sono incrementati del 42% a 13,2 miliardi, a fronte di attese per 13,36 miliardi.

° Gli utenti giornalieri a livello globale sono stati 1,47 miliardi, leggermente meno agli 1,49 miliardi stimati da FactSet.

° Gli utenti mensili su scala globale sono stati 2,23 miliardi.

° Gli utenti in Nord America sono stati 185 milioni contro i 185,4 milioni previsti.

° Anche in Europa utenti sotto le stime a 279 milioni, tre milioni in meno rispetto a un anno prima.

° L’ARPU (Average Revenue per User), metrica finanziaria che quantifica il valore economico di ogni singolo utente, è stato di 5,97 dollari.

° I ricavi pubblicitari sono aumentati del 42% a 13 miliardi di dollari. Il mobile è responsabile del 91% della raccolta.

I motivi della caduta a Wall Street

Dopo la trimestrale il titolo di Facebook ha iniziato a perdere quota, amplificando la contrazione durante la conference call. Da un lato, il social viene da un periodo sicuramente non facile, caratterizzato dai continui attacchi in tema di privacy in seguito al caso Cambridge Analytica e dalle pressioni dei governi e delle istituzioni di tutto il mondo, in materia di sicurezza, anche in materia di fake news; dall’altro, diversi osservatori hanno sempre sostenuto che il business di Facebook è solido, gli utenti sono generalmente affezionati alla piattaforma e gli inserzionisti la considerano una destinazione pubblicitaria alla quale non si può rinunciare. Senza contare l’apporto che possono dare applicazioni come Instagram, Messenger e WhatsApp, la prima su tutte, soprattutto in futuro. La trimestrale, in ogni caso, ha mostrato che, allo stato attuale, la crescita impetuosa degli ultimi anni è destinata a frenare nei prossimi mesi, con una ricaduta anche sui margini operativi. È stato proprio l’outlook, discusso dal Cfo David Wehner, a provocare il crollo del titolo: questo perché i costi saliranno a un tasso più elevato del fatturato. “Guardando oltre, prevediamo che la crescita complessiva della spesa supererà quella dei ricavi nel 2019”, ha affermato nella conference call, come riporta Business Insider Uk. La stima interna è che i margini operativi caleranno dal 44% del secondo trimestre a circa il 35%, per via degli investimenti in prodotto e infrastrutture.

I motivi della crescita dei costi

Sempre Business Insider Uk ha individuato i tre motivi per cui i margini di Facebook dovrebbero abbassarsi. Primo, il deprezzamento del dollaro sta riducendo il valore dei ricavi provenienti dai mercati esteri. Secondo, l’azienda sta investendo molto su nuovi formati e strumenti come le Stories. Soluzioni ancora poco monetizzate rispetto al News Feed. Infine, Facebook deve fare i conti con i problemi della privacy e relativi alla sicurezza. Se la privacy potrebbe erodere i ricavi pubblicitari - ma in questo caso il punto di domanda rimane -, gli investimenti per garantire la sicurezza degli utenti e contrastare la piaga delle fake news sono lievitati. Si parla, per esempio, di assunzioni di migliaia di revisori di contenuti, al cui lavoro si aggiunge quello dell’intelligenza artificiale. Dunque, per Facebook potrebbe cominciare una nuova “era”, se non è già così di fatto. Basta pensare che dall’ultima volta che il social ha mancato le previsioni degli analisti sono passati circa tre anni.

Gli advertiser non mollano

Nella conference call è intervenuto anche Mark Zuckerberg, il quale ha dichiarato che la società doveva investire di più in sicurezza per impedire che la piattaforma venisse manipolata, riporta il Wall Street Journal. Il numero uno di Facebook ha anche spiegato che la compagnia continuerà a sviluppare nuovi prodotti, “perché non sarebbe il modo giusto di servire la nostra comunità e perché gestiamo questa azienda a lungo termine, non pensando solo al prossimo trimestre”. In questo contesto chi non ha ancora abbandonato la piattaforma - e la Family of apps - sono gli inserzionisti, vuoi per la scala, vuoi per le capacità di targeting offerte. Al netto del crollo registrato ieri e mercoledì sera, il titolo di Facebook aveva guadagnato il 26% dopo l’esplosione della questione Cambridge Analytica, dopo un pesante calo iniziale.

Le previsioni di eMarketer

Per meglio inquadrare il ruolo di Facebook nel mondo della pubblicità mondiale, la società di ricerca eMarketer, poco prima della trimestrale, ha aggiornato le sue previsioni. Alla fine del 2018, l’azienda assorbirà il 18% degli investimenti pubblicitari digitali a livello globale, Google è il leader con una quota del 31%. La share nel mercato mobile è del 24%, ma destinata a calare già dall’anno prossimo per la crescita di attori come Alibaba, Tencent, Snapchat, e Amazon. Instagram fatturerà 8 miliardi di pubblicità nel 2018, arrivando al 3% del comparto internet. Il 68% dei ricavi della piattaforma di condivisione foto proviene dagli Stati Uniti, ma l’incidenza dei mercati internazionali è in aumento.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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