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Facebook, nuove polemiche sul tema della misurazione e della viewability dei video

Autore: Redazione


Digiday ha affrontato l’argomento sostenendo che il livello di visualizzazione dei filmati promozionali sulla piattaforma sia attorno al 30%, al di sotto degli standard del MRC

Non accennano a fermarsi le polemiche attorno alle modalità di misurazione e alla trasparenza degli annunci pubblicitari su Facebook, cominciate un po’ meno di un anno fa. E più precisamente a settembre del 2016, quando la società social ha comunicato di aver erroneamente calcolato la viewability dei video, innescando un vero e proprio dibattito tra l’industry. A distanza di pochi giorni vennero poi comunicate nuova “falle”, inerenti ad altre aree del servizio, quali gli Instant Articles. Una pressione del genere ha costretto l’azienda a correre ai ripari, sottolineando la profonda attenzione riguardo la tematica, e assumendosi l’impegno di una ulteriore apertura a nuovi operatori terzi per la verifica della viewability degli ads e di altri parti del business.

Il parere dei manager interpellati da Digiday

Secondo un articolo di Digiday, che ha consultato diversi manager di varie agenzie, ovviamente a patto dell’anonimato, le metriche di video viewability sul social si aggirerebbero attorno al 30%, una soglia al di sotto del valore medio misurato, pari al 50%. Alcune delle fonti interpellate dal giornale hanno affermato di voler riparametrare il budget pubblicitario da investire sulla piattaforma social, in un contesto in cui le campagne branding vengono transate perlopiù a partire dalla effettiva visualizzazione degli annunci. Altri sono persino arrivati a dire che i partner di misurazione di Facebook non hanno avuto pieno accesso ai preziosissimi dati custoditi dal social e che pertanto i valori riportati da terzi non sono del tutto affidabili.

Ancora è stata notata la discrepanza tra le cifre indicate dal Media Rating Council (MRC) e quelle rilevate dal gigante americano. Numeri molto più alti, e altre volte di gran lunga inferiori a quelli medi, preoccupano gli advertiser che immettono il proprio denaro sulla piattaforma. Facebook non ha commentato l’articolo, ma Digiday ha voluto ricordare come lo standard di viewability “consigliato” dal MRC sia superiore al 50% di pixel visti per almeno due secondi. Unilever e GroupM hanno anche imposizioni più strette: 100% del player video in-view con il suono attivato, e quindi senza possibilità di inserire un filmato “muto” in auto-play, sempre stando a quanto scrive la testata.

Problemi anche sul fronte display

E il video non è l’unico ambito le cui attività di misurazione di Facebook sono criticate. A dicembre, Drew Huening, director del trading desk di OMG, Accuen, ha dichiarato nel corso di una conferenza organizzata da Nomura che i valori registrati dalla pubblicità display su Facebook non erano in grado di raggiungere gli standard del 50% dei pixel in view. Secondo Huening da una parte Facebook ha costruito un sistema in cui la presenza del traffico non umano è quasi inesistente, ma dall’altra lo scrolling a volte troppo rapido ha ricadute concrete sui livelli di viewability.

Adesso, secondo Digiday, lo stesso problema sta avvenendo per il video, mettendo in pericolo gli investimenti su questo formato da parte dei numerosi inserzionisti di Facebook. Stando ai numeri di eMarketer, più dei 2/3 degli spender americani veicola filmati promozionali sul social più grande al mondo. La soluzione al problema, per diversi rappresentanti delle agenzie, è creare una coalizione e insistere con gli enti di verifica terzi. Altri paiono più rassegnati e intenzionati a ridurre la portata degli investimenti sulla piattaforma. C’è invece anche chi è convinto che la viewability sia un indicatore sovra-stimati e che non sia l’unico parametro da considerare per decretare il successo di una campagna.

Lo statement di Facebook

Un portavoce di Facebook, commentando la notizia,  ha dichiarato a DailyNet: "Crediamo che il valore di una ad non sia binario, ma venga generato nel momento in cui l’annuncio pubblicitario appare sullo schermo. Secondo la ricerca del Fors Marsh Group, le persone richiamano alla mente i contenuti del News Feed da mobile a una percentuale statisticamente significativa solo dopo 0,25 secondi di esposizione. Inoltre uno studio recente di Nielsen ha mostrato che il 38% del brand recall, il 23% della brand awareness e il 25% dell’intenzione di acquisto sono guidati dalle video impression sotto i due secondi. Questo è perché le persone usufruiscono diversamente dei contenuti da mobile e dal News Feed. Mentre le persone scorrono rapidamente il loro News Feed, vengono esposti alle ads, il che significa che la durata può essere breve, ma creare comunque valore".


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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