ABBONATI

AssoCom: affronta il tema della misurazione e prepara gli “Stati Generali”, dove lancerà anche gli hub Media e Digitale

Autore: V Parazzoli


L’associazione di cui è presidente Emanuele Nenna, che sta per sfiorare le 100 adesioni, ha organizzato con il PR Hub un confronto sul measurement e si appresta a fare il punto sulle sue attività nell’assemblea del 12 dicembre

Si è tenuto ieri presso la IULM l’evento “PRendiamo le (giuste) misure”, dibattito sul tema della misurazione organizzato dall’Università stessa e PR Hub insieme ad AssoCom – di cui fa parte - in collaborazione con AMEC (International Association for the Measurement and Evaluation of Communication) e ICCO (International Communications Consultancy Organisation). Obiettivo dell’incontro, nato sulla scia della campagna internazionale “Say No to AVEs”, lanciata da AMEC, è stato quello di commentare gli attuali trend più rilevanti, confrontare la realtà italiana con il contesto internazionale e gettare  le basi per nuove evoluzioni che stimoleranno il confronto nell’intera industry. Il valore dei principali brand mondiali è in continua crescita e sempre più attenzione viene dedicata alla gestione della reputazione aziendale. Alla fine di quest’anno, la spesa pubblicitaria mondiale dovrebbe raggiungere i 559 miliardi di dollari (fonte: “Report Advertising Expenditure Forecast” di Zenith), mentre l’industria delle RP ne vale, secondo il “Rapporto” Holmes, circa 15. La comunicazione incide molto sui brand: supporta la gestione strategica delle organizzazioni, i principali processi produttivi e manageriali, e genera valore. Le ricerche condotte negli ultimi vent’anni in Italia hanno registrato l’aumento - nelle grandi imprese - della presenza di una direzione della comunicazione e della sua importanza strategica. Affinché questo apporto venga riconosciuto in tutta la sua portata, sembra però indispensabile effettuare le misurazioni con strumenti scientificamente fondati, che parlino il linguaggio del management.
Standard da definire
Quello della misurazione dei risultati è uno dei pochi temi che appassiona da oltre sessant’anni anni accademici e professionisti delle RP (e non solo) di tutto il mondo, ma manca ancora uno standard accettato da tutti. Il tema è complesso perché è variegato il valore creato dalla comunicazione, che dipende da numerosi fattori ed è difficile da misurare con un unico standard. Non esistono metodi migliori in assoluto, ma solo di più adeguati per alcuni contesti, progetti e specifiche situazioni organizzative. Negli ultimi anni si è compresa la necessità di ricorrere a metodi scientifici per misurare gli effetti, ma rimangono ancora molti nodi irrisolti come la valorizzazione economica della comunicazione e il ritorno sull’investimento, il ROI - molto difficile da calcolare - che ha portato alla creazione di formule matematiche che spesso svalutano l’aspetto qualitativo. Tra i criteri di misurazione rivelatisi inadeguati c’è appunto  l’AVE (Advertising Value Equivalent), di cui AMEC con la citata campagna “Say No to AVEs” ne propone l’abolizione, con il consenso dalla quasi totalità della industry.
“Say No to AVEs”
«L’evento dimostra ancora una volta il profondo impegno profuso da PR Hub nel creare momenti di confronto in cui tutti gli attori della industry possano incontrarsi e riflettere insieme sui temi cruciali per il nostro settore, come appunto quello della misurazione. “Prendiamo le (giuste) misure”, che si inserisce all’interno delle iniziative del PR Hub a sostegno della campagna “Say No to AVEs” promossa da AMEC,  non vuole però avere la pretesa di fornire subito delle risposte. È piuttosto il primo step di un percorso che si pone un duplice obiettivo: sensibilizzare su nuovi parametri di misurazione chi lavora nel settore delle RP, con grande apertura al mondo delle aziende, e nel corso dei prossimi anni arrivare a rinnovare standard il più possibile condivisi», ha detto Marco del Checcolo, a.d. di DMTC e coordinatore del gruppo di lavoro interno a PR Hub sulla misurazione (che vede partecipi anche Ketchum, MY PR, Cantiere di Comunicazione, Koinetica e Competence). «Il concetto più importante emerso dalla ricerca accademica negli ultimi anni è quello di capitale comunicativo, che ha un forte potere evocativo perché il capitale intangibile è un asset e una risorsa in grado di creare valore per il futuro. Il capitale comunicativo rappresenta il complesso di valore e dei valori creati dalla comunicazione all’interno e all’esterno delle organizzazioni» ha aggiunto Stefania Romenti, docente di Strategic Communication presso la IULM.
Nuove metriche
«Viviamo e operiamo in un'epoca “disruptive”. Sia i media che i settori delle RP e della comunicazione più in generale hanno attraversato enormi cambiamenti negli ultimi 10 anni – ha detto Richard Bagnall, presidente di AMEC -. Tuttavia, il modo in cui i professionisti delle RP misurano l'efficacia non è cambiato. È tempo di lasciare alle spalle le metriche del passato e di concentrarsi su ciò che conta davvero, dimostrando il valore del nostro lavoro in modo efficace e pertinente e, soprattutto, con metriche sensate». Il programma ha previsto inoltre un momento di dibattito e confronto attraverso una tavola rotonda moderata da Diego Biasi, presidente di Bpress (parte sempre di PR Hub), a cui hanno preso parte: Giovanna Maggioni, d.g. di UPA, Bagnall e Pier Donato Vercellone, presidente di FERPI.
Le novità dell’associazione
Emanuele Nenna, che ne è presidente, ha spiegato come questa iniziativa ribadisca l’impegno di AssoCom per generare confronto e cultura sulla gestione qualitativa della comunicazione, «che deve partire dalla definizione degli obiettivi e, quindi del ROE, inteso come Return on Expectation, per arrivare poi, anche se ancora è difficile, a una valutazione del lavoro svolto dai partner di comunicazione». A DailyMedia, poi, ha specificato che AssoCom intende sempre più lavorare sull’integrazione sviluppando competenze verticali come quella del PR Hub. Il 12 dicembre, l’assemblea dell’associazione – che chiuderà un anno a suo giudizio assolutamente positivo arrivando anche a sfiorare le 100 adesioni (attualmente sono 96) con nuovi ingressi, come quello di YAM112003, che verranno ratificati in quell’occasione – vuole trasformarsi in una sorta di “Stati Generali” dell’organismo per un confronto allargato tra tutti gli associati. E sarà l’occasione per lanciare almeno altri due hub, uno del media e uno del digitale.

Tag:

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy