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Amazon ruba quote search a Google? Vero, ma leadership Big G rimane solida

Autore: Redazione


La CNBC si è interrogata sul tema insieme a diversi manager delle principali agenzie media attive negli Stati Uniti. Alcuni segmenti propendono per la piattaforma ecommerce, ma il ruolo del motore di ricerca non sembra in pericolo

Il business pubblicitario di Amazon sta continuando a guadagnare terreno e sono sempre di più gli inserzionisti che destinano i propri budget alla piattaforma ecommerce, rubando una quota alla search a Google. Un tema caldissimo, discusso più volte, e trattato dalla CNBC in un lungo articolo, insieme a diversi manager del settore delle agenzie media a stelle e strisce.

Allo stato attuale, Google rimane e rimarrà la prima piattaforma di advertising per ricavi. Negli Stati Uniti e nel mondo, grazie a introiti oltre i 95 miliardi di dollari nel 2017. Amazon è molto più indietro: quest’anno dovrebbe fatturare poco meno di 10 miliardi di dollari, ma la sua parabola verso l’alto prosegue mietendo alcune vittime illustri. Secondo un forecast rilasciato a settembre da eMarketer,

Amazon sarà il terzo operatore pubblicitario negli Stati Uniti, davanti a Oath e Microsoft. Alphabet, la holding finanziaria che controlla Google, non rivela i risultati del ramo Search, che secondo alcune stime, sempre a cura di eMarketer, potrebbe valere l’83% circa del giro d’affari. Il core business di Google, insomma, si trova di fronte a una minaccia che si chiama Amazon. Da cui parte ormai il 49% delle ricerche di prodotto sui canali online, stando a un’analisi condotta da Survata.

Non tutti i settori

In questo contesto, non tutte le tipologie di aziende stanno trasferendo i loro investimenti da Google ad Amazon. Oggi, sono soprattutto gli operatori del largo consumo ad aver puntato con fermezza sulle capacità search della piattaforma ecommerce, mentre settori come automotive e travel sono ancora una prerogativa di Big G.

“La leadership è effettivamente preoccupata, ma [Amazon] non è una minaccia enorme in questo momento”, ha detto alla CNBC un manager del team di vendita di Google che ha preferito rimanere anonimo, aggiungendo di non stare osservando un trend di spostamento dei budget verso Amazon. Diversamente, i dirigenti di alcune agenzie media si sono trovati in accordo con il report di eMarketer, evidenziando un progressivo aumento dell’interesse nei confronti dell’ecommerce.

Sir Martin Sorrell, a febbraio di quest’anno, aveva dichiarato che nel 2017 le agenzie media di WPP, da cui è poi uscito ad aprile, avevano speso 200 milioni di dollari in pubblicità su Amazon e che nel 2018 le stime interne prevedevano un incremento fino a 300 milioni. Per chiarire ulteriormente le dimensioni del gap con i rivali, WPP ha speso in pubblicità su Google 5 miliardi di dollari nel 2017, e circa 2 miliardi su Facebook.

Investimenti in aumento

Chris Apostle, EVP & Head of Performance di Havas Media in Nord America, ha affermato che il 20-30% dei suoi clienti ha spostato tra il 50 e il 70% degli investimenti search su Amazon. Il canale, secondo il manager, è in grado di arricchire la presenza del brand e i contenuti, in particolare le recensioni, alimentando le vendite.

In generale, i clienti di Apostle hanno aumentato la spesa su Amazon del 300% dall’anno scorso e per il 2019 le previsioni parlano di un ulteriore 200/300%. “Oltre il 90% delle ricerche di prodotti che iniziano su Amazon finiscono con un acquisto”, ha sottolineato.

Secondo Reprise, agenzia digitale di IPG Mediabrands, la maggior parte dei budget di Amazon proviene da un mix di fonti, compresi gli annunci programmatic per la display o la vendita diretta alle agenzie media.

L’impressionante crescita di Google

Nel secondo trimestre, Google ha registrato un incremento del giro d’affari pubblicitario del 23,8% sull’anno precedente, un’accelerazione rispetto al secondo trimestre del 2017, quando i ricavi da advertising erano aumentati solo del 18,4%. La stessa tendenza si è verificata nel primo trimestre del 2018, quando le entrate pubblicitarie sono salite del 24,4%, rispetto al 18,8% fatto segnare nello stesso quarter del 2017.

La domanda è: perché Google perde quota nel Search, ma il suo business continua a crescere, persino a tassi più alti dello scorso anno? La CNBC ha cercato di dare alcune risposte a quella che definisce una “discrepanza”.

Come già visto, ancora non tutti i prodotti vengono acquistati su Amazon e ci sono varie categorie merceologiche, automotive, travel e alcune fette di entertainment come la vendita dei biglietti, anche sportivi,  che rimangono legate all’ecosistema di Google. E non avrebbero alcuna ragione di abbandonarlo per Amazon. Anzi, sono diverse le aziende che stanno limando i budget televisivi per dare a Google più soldi.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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