I ricavi dello storico quotidiano di cui è direttore Norma Rangeri sono ammontati a 4,5 milioni di euro nel 2017, mentre per il 2018 il direttore editoriale Matteo Bartocci punta su un allargamento dell’offerta, cartacea e digitale
Si basa tutta sul prodotto editoriale l’attività de il manifesto, lo storico quotidiano che nel 2017 ha registrato utili per il quarto anno consecutivo dopo il rinnovo nel 2013 della cooperativa che lo edita e a un anno dall’acquisizione, per 1,2 milioni di euro, della testata gestita in affitto. Soldi arrivati dalle quote associative dei dipendenti per 200mila euro e dai sostenitori esterni attraverso donazioni per oltre 470mila, il resto dagli utili. I ricavi caratteristici ammontano a 4,5 milioni, di cui 350mila da abbonamenti digitali e 427mila di raccolta pubblicitaria, meno del 10%, quindi. il manifesto punta tutto sul prodotto editoriale che, oltre al quotidiano diretto da Norma Rangeri, include 71 inserti tematici pubblicati durante l’anno e periodici consolidati quali Alias, Alias Domenica e Le Monde Diplomatique. Inoltre, da giugno, il giornale è tornato a essere stampato e distribuito anche in Sicilia e Sardegna, per un totale di 5.000 copie circa. Un’operazione industriale “pesante” sul fronte dei costi, che sarà valutata a settembre per capire se confermarla o meno. Sempre in autunno, partirà una politica di rafforzamento dell’offerta digitale.
Norma RangeriAmpliare le prospettive del lettorato
L’obiettivo di questi investimenti è superare l’etichetta politica che caratterizza il giornale pur non tradendone la linea editoriale spesso molto critica, come quella, per esempio, verso Sergio Marchionne che in questi giorni ha generato tanta polemica per via del titolo “E così Fiat” a seguito delle notizie sulla salute del manager di FCA scomparso ieri. Prodotti come Alias Comics, Extraterrestre del giovedì sui temi ambientalisti, il mensile In Movimento dedicato all’outdoor, e il libro di Papa Francesco “Terra casa lavoro”, sono tutti destinati ad allargare il pubblico. «Un giornale che al 90% si regge su vendite e abbonamenti è un caso unico in Italia - spiega a DailyMedia il direttore editoriale Matteo Bartocci -. È uno squilibrio molto importante che cerchiamo di superare attraverso iniziative che portino i lettori in edicola, per quanto difficile sia, e facciano capire anche al mercato degli investitori il senso del nostro percorso iniziato l’anno scorso puntando a raccogliere i frutti da quest’anno». Sul fronte pubblicitario, il manifesto sconta questo squilibrio e la crisi degli investimenti che interessa la stampa, e per il 2018 cerca di mantenere gli attuali andamenti. Da inizio anno, il manifesto gestisce internamente la raccolta che prima era in carico alla Poster Pubblicità, andata in liquidazione a fine 2017.
I conti
Grazie a un incremento su base volontaria delle quote versate dai dipendenti (1.000 euro) il capitale sociale è triplicato a 135mila euro, mentre il patrimonio netto, incluse le riserve, è di circa 2 milioni. Il bilancio del 2017 si è chiuso con un valore di produzione di 7,8 milioni e profitti netti per quasi 400mila euro. Di questo fanno parte i 3 milioni di rimborsi pubblici erogati dalla Presidenza del Consiglio a parziale copertura di spese documentate per carta, stampa, distribuzione e stipendi di dipendenti assunti regolarmente secondo i contratti nazionali a tempo indeterminato. «La riforma Lotti ha già fatto molto per razionalizzare la distribuzione dei contributi pubblici, eliminando dai beneficiari i giornali di partito e valorizzando il digitale - dice Bartocci -. Rispetto alle attuali posizioni del sottosegretario all’editoria Vito Crimi ci auguriamo che ci pensi prima di abolirli, anche perché si sono create sinergie industriali importanti, per esempio quella tra noi e RCS MG per la stampa del giornale sulle stesse rotative del Corriere della Sera, o con il Corriere dello Sport per il trasporto. Sono 1,5 milioni di euro che vanno nelle casse di altre società». Il manifesto conta 48 dipendenti-soci di cui 35 giornalisti e un CdA composto da Bartocci, Norma Rangeri e da Benedetto Vecchi alla presidenza. «Obiettivo 2018 - dice ancora il direttore editoriale - è crescere nelle vendite e possibilmente anche negli utili».
Il progetto digitale
L’offerta informativa sul sito del manifesto è strutturata previo pagamento per offrire una fruizione completa e per poter ricevere la copia del giorno dopo in anticipo sull’uscita nelle edicole: «Una scelta che non ha cannibalizzato le diffusioni», ora attestate sulle 12mila copie circa complessive (carta+digitale). I ricavi ammontano a 350mila euro (dato 2017); «e sono 250mila le persone che hanno scelto di registrarsi al sito per accedere all’offerta gratuita che dà accesso a una selezione di 8 articoli del giorno». Il sito italiano è affiancato anche da una versione in inglese. Il progetto, a partire dalla stagione autunnale, una serie di investimenti su progetti specifici per il sito in italiano, attualmente disponibile in modalità paywall, in abbonamento per la fruizione completa e in modalità gratuita per una selezione di otto articoli al mese, previa registrazione al sito.