ABBONATI

Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore aderiscono al Trust Project

Autore: Redazione


L’iniziativa è finalizzata a rafforzare la trasparenza e la fiducia nei mezzi d’informazione, allargando la portata dei cosiddetti “indicatori di fiducia”

In uno sforzo congiunto contro la disinformazione online, 20 tra le maggiori testate giornalistiche tra cui Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore in Italia, hanno aderito all’iniziativa realizzata dal Trust Project volta a rafforzare la trasparenza e la fiducia nei mezzi d’informazione, allargando la portata dei cosiddetti “indicatori di fiducia” (o Trust Indicators) della rete globale a 217 milioni di persone al mese.

Indicatori di fiducia

Grazie a un’iniziativa così estesa, oggi, oltre 120 siti di informazione in tutto il mondo si fregiano degli indicatori di fiducia del Project – il primo standard di trasparenza sulle informazioni che facilita il riconoscimento degli impegni e dell’esperienza su cui fa leva un giornalismo affidabile - con decine di altri siti pronti a seguire la rotta tracciata. Alla stregua delle etichette che tracciano i prodotti alimentari, gli indicatori di fiducia vengono proposti dalle redazioni per fornire chiarezza su chi e cosa c’è dietro una notizia, in modo tale che ognuno possa valutare se essa provenga da fonte credibile.

Le esigenze degli utenti

Ricerche, sia sul campo sia in via sperimentale, dimostrano che gli indicatori di fiducia soddisfano le esigenze degli utenti. Attraverso due sondaggi, Reach (Regno Unito) ha riscontrato un balzo dell’8% nella fiducia nella propria testata di punta, “The Mirror”, a seguito dell’inserimento degli indicatori sul suo sito. Un esperimento, condotto dal Center for Media Engagement della University of Texas di Austin, ha rilevato valutazioni più alte nella reputazione di una testata giornalistica, comprese credibilità e affidabilità, in presenza di indicatori di fiducia. In entrambi gli studi, anche la fiducia nel singolo giornalista risultava più alta.

Le piattaforme tecnologiche

A dare maggior slancio al Trust Project sono i nuovi utilizzi degli indicatori da parte di partner del settore tecnologico. Google, Bing, Facebook, Nuzzel, PEN America e NewsGuard ne fanno uso per far emergere, presentare o inquadrare meglio il loro approccio al giornalismo sulle rispettive piattaforme. Creato dalla giornalista Sally Lehrman, il Trust Project è ospitato dal Markkula Center for Applied Ethics della Santa Clara University ed è finanziato da Craig Newmark Philanthropies, Google, John S. & James L. Knight Foundation, Democracy Fund e Markkula Foundation.

Standard di trasparenza

“Gli indicatori di fiducia stanno prendendo piede quale standard di trasparenza del settore a livello globale e non solo all’interno delle redazioni”, afferma Sally Lehrman. “Le elezioni negli Stati Uniti hanno posto in evidenza una questione di rilevanza mondiale: la necessità improrogabile di avere informazioni credibili, imparziali e accurate. Grazie allo sviluppo del Trust Project, milioni di persone oggi possono utilizzare gli indicatori di fiducia ed essere sicure di poter riconoscere le notizie affidabili prodotte ogni giorno dai giornalisti”.

Integrazione tecnologica

Oltre a essere riconoscibile dagli utenti sulle pagine dei news partner del progetto, ogni indicatore è incorporato anche all’interno dell’articolo e nel codice del sito, al fine di renderlo leggibile da macchina. In tal modo, viene fornito il primo linguaggio tecnico standardizzato in grado di offrire informazioni contestuali sugli impegni presi in tema di trasparenza da parte dei siti di informazione.

Google

“Siamo lieti di vedere che centinaia di nuovi siti di informazione si stiano adoperando per adottare gli indicatori di fiducia. La trasparenza è importante per costruire fiducia, e la fiducia è importante per costruire impegno. È gratificante osservare quanto la ricerca condotta da Reach avvalori tali capisaldi - afferma Richard Gingras, vice presidente di Google News -. Gli indicatori di fiducia sono strumenti preziosi per valutare l’autorevolezza relativa delle testate giornalistiche e degli autori. Ci attendiamo di sviluppare nuove modalità di utilizzo degli indicatori”. Secondo Google, l’indicatore “Genere di articolo” costituisce uno strumento valido per valutare se un articolo pubblicato da un editore aderente al Trust Project venga mostrato come una notizia standard, un’opinione, un’analisi o un articolo esplicativo.

Facebook

Quando Facebook ha lanciato il processo di indicizzazione delle pagine di informazione, ha collaborato con il Trust Project per semplificare l’aggiunta di informazioni facoltative sulla propria Pagina da parte degli editori, quali i link alle politiche sul fact-checking, sull’etica e sulla rettifica, che fanno tutte parte dell’indicatore di fiducia “Migliori pratiche”. “Abbiamo guardato all’iniziativa del Trust Project come a una risorsa utile a evidenziare il nostro approccio”, spiega Mollie Vandor, product manager di Facebook. “La ricerca sugli indicatori di fiducia ci ha fornito una base solida da cui partire. Continueremo la nostra collaborazione con il Trust Project per poter esaminare le diverse modalità di presentazione di tali informazioni, in modo tale che ognuno possa avere una visione più chiara delle notizie che appaiono su Facebook”.

I nuovi partner

I news partner che si sono aggiunti rappresentano oltre il doppio del numero di testate giornalistiche che adottano oggi gli indicatori di fiducia. Negli Stati Uniti e in Canada, gli indicatori sono presenti su siti ospitati da Bay Area News Group, CBC News, Heavy.com, The Toronto Star, TEGNA, Voice of Orange County, The Walrus and the Wisconsin Center for Investigative Journalism; in Europa, sui siti di Corriere della Sera (Italia), El Pais (Spagna), Il Sole 24 Ore (Italia), Kathimerini (Grecia), Orb Media (a livello internazionale), SciDev.Net (a livello internazionale), e SkyNews (Regno Unito). Tra le società in procinto di adottare gli indicatori di fiducia vi sono Canadian Press, FRONTLINE (USA), El Mundo (Spagna), Star Tribune (USA) e Zeit Online (Germania). Gli indicatori di fiducia sono presenti dallo scorso anno su siti di proprietà di BBC (Regno Unito), dpa (Germania), The Economist (Regno Unito), FourFourTwo (Regno Unito), Globe and Mail (Canada), Hearst Television, Independent Journal Review e Mic (USA), La Repubblica e La Stampa (Italia), Stuff (Regno Unito), Reach Plc (Regno Unito) e Washington Post (USA).


img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy