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Condé Nast rilancia L’Uomo Vogue, per ora sono due i numeri all’anno. Il primo esce il 12 giugno con 65.000 copie e record di raccolta

Autore: Redazione


Il magazine, diretto da Emanuele Farneti, punta soprattutto sul mercato internazionale (30% della tiratura), con testi in inglese. Da martedì, per il Pitti Immagine, avrà cinque copertine e una foliazione di 328 pagine, di cui 127 di inserito

A 50 anni dalla sua prima uscita, L’Uomo Vogue - uno dei più prestigiosi periodici maschili sul mercato editoriale internazionale - torna in edicola dopo un periodo di pausa e con una formula completamente rinnovata martedì 12 giugno, giorno di apertura di Pitti Immagine Uomo, e festeggia il compleanno con un party a Firenze. Il magazine di Condé Nast, che beneficia di una tiratura di 65 mila copie, il di cui 30% dedicato all’estero, verrà distribuito principalmente con Vogue Italia (e, a regime, anche in canali selezionati) e sarà composto da quattro grandi sezioni.

Lo sfoglio

Nella prima, “Culture”, si ricordano 50 anni di storia attraverso le immagini più iconiche; i più rilevanti critici internazionali disegnano il futuro del menswear; profili d’autore sono dedicati a cinque direttori creativi di fresca nomina come Riccardo Tisci, Hedi Slimane, Kim Jones, Virgil Abloh e Kris Van Assche; scrittori ed esperti di fotografia disegnano un ritratto dell’uomo contemporaneo; icone di stile raccontano icone di stile. La seconda, “Fashion”, è un lungo, ininterrotto, flusso di immagini di moda. Per il primo numero, la scelta è stata di chiedere a cinque fotografe di dare una loro interpretazione di altrettante categorie dello stile maschile e, allo stesso tempo, di rileggere – reinterpretandoli – i cinque decenni di vita de l’Uomo Vogue. Collier Schorr, Brigitte Lacombe, Annemarieke van Drimmelen, Julia Hetta e Arielle Bobb-Willis hanno quindi ritratto personaggi noti, come Pharrell Williams, modelli e real people: con visioni molto diverse, eppure complementari, di eleganza maschile. Per la terza parte, “Objects”, la redazione ha lavorato a un’approfondita ricerca di capi d’abbigliamento, accessori, oggetti del desiderio maschile. Si vede quindi una ricca selezione di prodotto, fotografata e commentata dagli editors del giornale. Infine, “Affairs”, affronta i temi dello stile maschile dal punto di vista del business: analisi, interviste, commenti e una selezione delle opinioni più significative della stampa internazionale.

Foliazione e inserito

I testi - firmati, tra gli altri, da insider della moda come Carlo Capasa, Vanessa Friedman e Suzy Menkes, designer come Olivier Roustaing, Marcelo Burlon e Stephen Jones, scrittori come Ivan Cotroneo, Diego De Silva, Marcello Fois, Marco Missiroli e Francesco Piccolo, fotografi come Mert Alas e Paolo Roversi ma, anche, da un’icona maschile come David Beckham - sono pubblicati in inglese, con traduzione in italiano nelle pagine finali, proprio perché il giornale è rivolto soprattutto ai mercati internazionali. Ciononostante, il nuovo logo punta solo sulla parola “L’Uomo”, mentre “Vogue” è sottointeso, ma non visibile graficamente. L’art direction è stata affidata al norvegese (ma che si è formato alla londinese Central Saint Martins) Thomas Persson. «Oggi L’Uomo Vogue - dice il direttore Emanuele Farneti - comincia un nuovo capitolo di una storia editoriale che in cinque decenni ha raccontato, attraverso la lente d’osservazione della moda, le evoluzioni del costume. Non esiste un solo tipo di uomo: per questo, il giornale, attraverso la sua struttura ricca e la molteplicità di punti di vista, sarà aperto, inclusivo e plurale». Eccellente la risposta del mercato: questo fascicolo, che si presenta con cinque copertine, ha un inserito di 127 pagine su una foliazione di 328 e, quindi, con un risultato doppio rispetto al budget inizialmente previsto. Il numero successivo uscirà in ottobre. Proseguiranno ovviamente, infine, le attività digitali del brand, su Instagram attraverso i contenuti foto e video del profilo @luomovogue, e su internet attraverso news e approfondimenti all’interno di Vogue.it, sito dove, del resto, l’audience maschile supera il 20% del totale.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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