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Martin Sorrell: “La pubblicità vive un momento difficile"

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Il ceo di Wpp all'Advertising Week di Londra: "Potenziare tecnologia, dati e contenuti!”

Per l’ultimo intervento del primo giorno dell’Advertising Week di Londra, a prendere il microfono dell’ITV Stage è Martin Sorrell, ceo di Wpp. Comodo sul suo divano giallo inizia a chiacchierare con Ian King, Business Presenter di Sky News, toccando i temi più vari. La situazione della pubblicità, le strutture societarie, le prospettive future, le nuove tecnologie, gli investimenti del suo gruppo, ma anche politica inglese e americana, passano veloci sotto la sua lente d’ingrandimento chiara e schietta per sviluppare una fotografia definita del momentum. Ricco di esempi ed esperienze personali. “Il momento della pubblicità è abbastanza difficile, così come la situazione della industry. Analizzando il grafico che rappresenta la crescita organica di Wpp abbiamo notato differenze sostanziali dagli anni novanta ad oggi. I costi dell’advertising si sono abbassati a causa della cosiddetta disruption, che si riflette su qualunque area merceologica. Gli spender si dividono in tre fasce: c’è chi investe forte, chi non ha budget e un gruppo che si pone nel mezzo. A questo appartengono company obbligate a fondersi e poi ridividersi. Inoltre gli assetti societari sono molto meno stabili. La durata media di un ceo si aggira intorno ai 6 anni, quella di un cfo intorno ai 3 e le altre cariche tra 1 e 2 anni. La carica di un ceo corrisponde più o meno ad un ciclo politico, e proprio come in politica questi si preoccupano di mantenere la situazione economica, perché l’economia stessa è il driver più forte. La conseguenza naturale è quindi evitare di prendere rischi. Ma sono quelli che non hanno paura di sbagliare a durare di più. Inoltre, i teorici dell’organizzazione societaria hanno sempre diviso il management dalla proprietà. Io sono in disaccordo con questa strategia. Se i processi diventano più importanti dei risultati, le private equity assumono un certo appeal. Le società si vendono a questi, che poi le reimpacchettano e le rivendono a prezzo più basso dopo poco tempo. Non vedo nessuna speranza di un upside breakout, tanto che valutando i 100 brand migliori del mondo, sui dati Bloomberg, e decidendo di aprire un fondo di investimento con cui investire la stessa cifra su ognuno di essi, avremmo un msci del 3,5%. Le cooperazioni statunitensi siedono su 37 miliardi di profitto netto, ma la fetta che trattengono gli azionisti è sempre più alta e dunque la curva mostra una decrescita sebbene le entrate siano in aumento. La strategia che abbiamo scelto di adottare per continuare a crescere è tagliare i costi. Ma una speranza c’è. I giovani di oggi hanno una mentalità imprenditoriale più forte di quelli della mia generazione. Sono più preparati e pronti a prendersi dei rischi. Il digital è diventato imprescindibile, consigliamo a tutti i nostri clienti di buttarsi nel web il più velocemente possibile ed espandersi attraverso questo mezzo a livello globale. Questo genera una dinamica “cannibalistica”, dove o mangi o qualcun altro mangerà al posto tuo. Il business è cambiato dai tempi di Don Draper (celebre personaggio della serie televisiva Mad Men sul mondo dell’advertising ambientata negli anni sessanta, n.d.r.) grazie a tre segmenti: tecnologia, dati e contenuti. Per questo abbiamo deciso di investire, nel tempo, sul programmatic, tanto da vantare la più grossa piattaforma al mondo, sulle misurazioni, siamo azionisti di comScore e Rentrak, e sui contenuti, con quote in alcuni dei maggiori produttori a livello mondiale. Alcuni analisti, poi, mi hanno fatto notare un dato molto importante: la correlazione tra investimenti e tempo speso sui media non è molto profittevole. Per l’outdoor, nel 2014, a una crescita degli investimenti del 19% corrisponde un time spent del +4%, per la tv lineare al 41% corrisponde un 41%, meglio il web, con una crescita del tempo sul mezzo del 24% a fronte di investimenti maggiori del 23% e il mobile, 24% a fronte dell’8% di investimenti in più. Ma va detto che le agenzie non padroneggiano ancora propriamente smarpthone e tablet. Va detto che il tempo speso non corrisponde all’engagement, e questo è ancora una volta una questione di definizione delle metriche. Va specificato anche come misurare la viewability, è impossibile affermare che un video è stato guardato dopo soli tre secondi”.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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