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LuisaViaRoma: l’ecommerce che fa tendenza nell’industry digitale

Autore: Redazione


La parola chiave nella strategia dello storico portale di fashion brands è personalizzazione. Qui si narrano le gesta di una società “first mover” che ha iniziato agli albori del digitale sapendone sfruttare tutte le opportunità e che oggi punta sul programmatic

di Anna Maria Ciardullo

LUISAVIAROMA dal 1930 è uno storico negozio di moda fiorentino e anche uno dei più importanti portali ecommerce del lusso, presente sul mercato online dal 1999. Il suo percorso, che ha toccato tutte le tappe dell’evoluzione digitale, ha plasmato le strategie commerciali dell’azienda che si sono evolute sempre in tempo reale per sfruttare tutte le opportunità che il canale offre e ha offerto negli ultimi 20 anni. Un servizio come il buy it first, la possibilità di preordinare i capi ancora prima che arrivino in store, è uno degli esempi migliori di come il digital abbia “rivoluzionato” il mondo del retail. Il segreto della strategia multichannel, che tiene sempre viva la connessione tra online e offline, per LUISAVIAROMA è la digitalizzazione anche del negozio. Già dal 2008 nel punto vendita è stato ridotto lo spazio dedicato ai prodotti, dove tramite dei touch screen il cliente può familiarizzare anche con il sito web e scegliere se avere l’articolo al momento o direttamente a casa. In occasione del Fashion and Technology Summit, organizzato il 12 Gennaio a Firenze, abbiamo incontrato Nicola Antonelli, head of marketing e Véronique Franzen, che invece svolge il ruolo di programmatic marketing manager di LUISAVIAROMA per fare, insieme a loro, una panoramica più dettagliata sulle best practice di un azienda che oggi come oggi rappresenta un esempio da seguire da tutti i player del settore.

Nicola Antonelli Nicola Antonelli

Cosa c’è dietro a un evento come il Fashion & Technology Summit, siete soddisfatti dell’edizione di quest’anno?

N.A. Generalmente questo tipo di eventi sono organizzati da chi offre dei servizi all’interno della industry, come i nostri partner Netcomm e IAB. Tre anni fa abbiamo sentito l’esigenza di portare in un’occasione del genere il punto di vista di chi si trova dall’altro lato e si confronta con certi temi in modo diretto, utilizzando questi servizi. L’esperienza pruriennale nel mondo digital rende LUISAVIAROMA un interlocutore particolare che ha visto nascere e ha utilizzato tutti gli strumenti che negli anni il canale ha messo a disposizione del retail online. Il summit, inoltre, è l’occasione di far incontrare le tecnologie più attuali e moderne con il mercato della moda. Per indole LVR è sempre stata, ed è tuttora un “first mover”, spesso siamo i primi a utilizzare le nuove tecnologie presenti sul mercato. L’interesse verso l’evento è cresciuto negli anni e anche il successo di questa edizione l’ha confermato.

Principali novità in cantiere per quest’anno?

La priorità del 2017 è quella di perfezionare ulteriormente la personalizzazione dell’esperienza utente, sia off site che onsite. Abbiamo all’attivo una partnership in fase di test con Dynamic Yield, tra i primi player in grado di offrire una tecnologia che permetta di personalizzare l’home page del sito per ogni singolo cliente in base alle sue caratteristiche. Abbiamo iniziato anche a lavorare in programmatic per fornire contenuti sempre più rilevanti a target specifici. Contestualmente abbiamo iniziato a customizzare i contenuti dei canali di comunicazione interni, il 2017 sarà, dunque, del  orientato alla customizzazione dell’esperienza di navigazione e di shopping.

Da quanto tempo lavorate in programmatic?

Da settembre 2015 abbiamo iniziato a lavorare in programmatic e la tecnologia ci ha aperto nuove opportunità di targetizzazione che fino ad allora non immaginavamo. Ci ha permesso per esempio di scoprire nuovi cluster sempre più raffinati, di andare oltre il puro istinto nell’individuare i media più adatti e ottenere più riscontro dall’analisi dei dati in termini di rilevanza trasformando i nostri messaggi pubblicitari in veri e propri servizi. Siamo dotati sia di strumenti interni per l’analisi dei dati sia di partner ad hoc. Personalizzazione è la parola chiave della nostra strategia, intesa non solo come esperienza online ma anche nel modo in cui ci rivolgiamo ai nostri target.

Quali sono i vantaggi che avete riscontrato dall’adozione della tecnologia programmatica?

N.A. Innanzitutto abbiamo visto per la prima volta un ritorno sugli investimenti sulla display, tallone di Achille di tutte le campagne marketing per sua natura essendo la parte molto alta del funnel. Tuttavia sono aumentate le conversioni e questo è già un dato importante. Del resto la tecnologia programmatica è fortemente orientata alla conversione. La prossima sfida è il creative programmatic, quindi quella di riuscire ad assemblare la creatività in base ai datapoint che arrivano.

Avete riscontrato al contrario degli svantaggi dovuti all’automazione dei processi?

N.A. Per un marchio come il nostro naturalmente la brand safety è fondamentale ed esistono dei filtri già presettati che servono ad assicurare determinati standard, ma talvolta può accadere che qualcosa sfugga a questi filtri e di rendersene conto quando poi è troppo tardi. Avevamo già incontrato lo stesso fenomeno banalmente nel remarketing dove lavoriamo con una logica di black list, però la rete è talmente in evoluzione e cambia così velocemente che non sempre riesce a rimanere allineata all’offerta. Purtroppo spesso capita, anche con player come Google, di andare a finire su siti che non sono in linea con il brand e che certamente non avremmo scelto. Nel lusso in particolare talvolta può essere un problema.

Véronique Franzen Véronique Franzen

Rimaniamo in tema programmatic: può descrivere i dettagli di una delle vostre collaborazioni più recenti? Quella con MediaMath

Insieme a MediaMath abbiamo lanciato un’espansione internazionale della nostra attività in programmatic. Il primo passo di questa partnership è stato quello della formazione, fondamentale per noi. MediaMath ha un istituto interno che si occupa proprio di formare le aziende all’utilizzo del programmatic una materia nuova e in continua evoluzione.

Come si è chiuso il 2016 in termini di fatturato, gli obiettivi sono stati rispettati?

Direi di sì, nel 2008 fatturavamo 6 milioni di euro e abbiamo chiuso il 2016 con quasi 120 milioni di euro quindi si parla di una crescita davvero incredibile che in passato ha spinto l’azienda ad essere sempre molto orientata all’acquisizione di nuovi utenti, nuovi clienti, quote di mercato e così via. Oggi ci siamo resi conto che, soprattutto con un target come il nostro, l’attenzione al singolo cliente è la vera chiave di volta per il successo del brand.

Qual è il panorama attuale dell’ecommerce del lusso e come si inseriscono in questo contesto le attività di LUISAVIAROMA?

Il contesto è estremamente dinamico e in continua evoluzione. Oltre agli store come il nostro, anche i brand si stanno affacciando all’online. Quindi l’offerta non manca. Le ultime stagioni sono state caratterizzate da un forte ricorso alle promozioni, anche sul segmento più alto del lusso, cosa un po’ in controtendenza rispetto al passato e che, a nostro avviso, rischia di minare le fondamenta del lusso stesso. LVR, per il 2017, ha scelto di puntare su fattori chiave diversi, come per esempio un miglioramento continuo del livello di servizio, grazie a un processo di ascolto costante dei propri clienti, vecchi e nuovi e sulla fidelizzazione degli stessi.

Come si muove LUISAVIAROMA nel campo della comunicazione online, quali sono gli strumenti di cui vi servite?

Gli strumenti sono molti e variano da canale a canale. ESP, DSP, social listening tool, strumenti di marketing automation, tools di analytics, e molto altro. E’ ovvio che al crescere della competitività di deve poter contare su tutti gli strumenti utili a investire al meglio il budget in marketing e comunicazione. Durante il Q4 abbiamo fatto i primi test di push notifications su Messenger, un primo step, stiamo lavorando a stretto contatto con Facebook poiché in roadmap nel 2017 abbiamo anche in programma l’integrazione del sistema bot. Crediamo che sia il futuro del customer service e anche se il nostro è un cliente davvero molto particolare sperimentiamo come sempre tutte le novità.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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