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Ketchum “fotografa” con IULM il settore; Cornelli: «Cresce il peso del PR Hub in AssoCom»

Autore: V Parazzoli


Il ceo dell’agenzia ha presentato ieri l’”European Communication Monitor 2016”, che evidenzia le differenze tra i nostri comunicatori e quelli europei e ribadisce la disponibilità al confronto sui contenuti con le altre associazioni di settore

L’Osservatorio IULM-Ketchum ha presentato ieri i risultati dell’”European Communication Monitor 2016”, la più ampia indagine condotta nell’ambito della comunicazione a livello continentale. Si tratta di una survey continuativa realizzata per la prima volta nel 2007 sui professionisti di RP e comunicazione d’impresa europei e che quest’anno ha visto il coinvolgimento di 2.710 professionisti di 43 Paesi, di cui 180 italiani. Il report è stato seguito da un gruppo di studio coordinato da Emanuele Invernizzi e Stefania Romenti dell’Università IULM, in collaborazione con il network di Omnicom. L’obiettivo della ricerca è di analizzare le tendenze in corso nella professione della comunicazione e, soprattutto, evidenziare analogie e differenze in termini di skill e attitudini dei professionisti italiani rispetto ai loro colleghi europei. “Sono contento di constatare che i comunicatori italiani dimostrano di avere una mentalità aperta ed evoluta in diversi contesti: dall’utilizzo dei big data al maggiore tempo dedicato ad attività manageriali, riflettive e formative anziché operative - ha commentato Invernizzi -. I nostri professionisti di RP mostrano, inoltre, come stiano cambiando le dinamiche e le priorità nel mondo della comunicazione, dove lo stakeholder engagement acquisisce sempre più rilevanza e valenza strategica”. «I professionisti di RP si distinguono per la capacità, unica, di comprendere e interpretare con grande sensibilità il rapporto con l’incredibile e crescente quantità di media e interlocutori che popolano il nostro mondo: il rapido sviluppo delle digital PR negli ultimi anni e il ruolo sempre più centrale dei social media influencer ne rappresentano un perfetto esempio - spiega a DailyMedia Andrea Cornelli, ceo di Ketchum Italia -. Il nostro Paese risulta essere particolarmente all’avanguardia e fortemente competitivo nell’ambito digital, e questa ricerca lo conferma: i comunicatori italiani mostrano una maggiore propensione a relazionarsi con gli influenzatori della rete. Inoltre, i professionisti italiani dichiarano competenze superiori rispetto ai colleghi europei nella valutazione dei risultati dell’uso dei social media in termini di impatto sul business. Questo, perché il tema della misurazione nell’ambito delle RP in Italia assume massima rilevanza: dal momento che la comunicazione è sempre più integrata, si auspica, oggi, una misurazione sempre più integrata e trasversale a tutti i canali, paid, earned, owned e shared media inclusi». andrea-cornelli-ceo-ketchum-italia Andrea Cornelli                   Big data e comunicazione strategica Secondo la grande maggioranza degli intervistati europei (72,3% che, in Italia, raggiunge il 73,6%), è diffusa la percezione che l’uso dei big data cambierà profondamente la professione. Il 68,1% dei comunicatori italiani dichiara di aver fornito un’approfondita attenzione al dibattito in corso sull’argomento (la percentuale scende al 59,3% in Europa) e il 27,3% degli italiani dichiara di aver sviluppato all’interno delle direzioni o delle agenzie di cui fanno parte attività collegate al loro utilizzo (in Europa solo il 21,2%). Esistono quindi grandi prospettive di sviluppo dell’uso dei big data, decisamente superiori in Italia rispetto alla media europea. Algoritmi e automazione nel communication management Un secondo settore di analisi è stato l’utilizzo di algoritmi esterni all’impresa e contenuti in piattaforme di ricerca come Google, di ecommerce come Amazon o di social come Facebook: tre quarti dei rispondenti (75% in Europa e 66,1% in Italia) ritiene che le iniziative di comunicazione delle loro organizzazioni dovrebbero essere collegate a tali algoritmi al fine di essere più efficaci e supportare i processi decisionali. Ciononostante, risulta che vengano utilizzati solo in una piccola parte (29,2% in Europa e 25,5% in Italia) dalle loro direzioni di comunicazione o agenzie. Communication practice La ricerca ha poi indagato il tempo e le risorse dedicate dai professionisti alle diverse attività di comunicazione suddivise in operative, manageriali, riflettive e formative. All’interno di una settimana tipica, i professionisti europei dedicano il 36,2%, contro il 33,4% degli italiani, del loro tempo alle attività operative (relazioni con i media, scrittura di testi e organizzazione di eventi); il 27,8%, contro il 29% degli italiani, alle attività manageriali (progettazione, pianificazione, organizzazione e gestione delle persone); il 18,8%, contro il 19,7% degli italiani, all’attività riflettiva (allineare la comunicazione dei soggetti dell’organizzazione, dei clienti e degli stakeholder); infine il 17,2%, simile al 17% degli italiani, all’attività formativa (coaching, formazione e abilitazione dei soggetti interni all’organizzazione). Stakeholder engagement Per i professionisti europei ma ancor di più per quelli italiani, costruire e mantenere la fiducia con i propri stakeholder è diventata una delle maggiori priorità (per il 33,1% degli italiani e per il 29,4% degli europei). In parallelo emerge però la necessità di adottare tecniche manageriali specifiche per razionalizzare e rendere più efficace questo genere di attività. Social media influencer& social media skill Con l’esplosione del digitale, i social media influencer assumono un ruolo estremamente rilevante soprattutto in Italia (per il 63,8% vs il 58,4% della media europea), ma solo il 42% degli europei contro il 48% degli italiani impiega specifiche strategie per mettersi in relazione con loro e il 40% di professionisti europei, contro il 45% di italiani, usa tecniche specifiche per identificarli. Riguardo alle competenze possedute dai professionisti sul tema dei social media, emerge un buon livello di competenze nella gestione dei messaggi, pari al 65,2% per i professionisti europei e al 58% per gli italiani. Nell’attivazione delle strategie dell’uso dei social, le competenze dichiarate sono inferiori, pari al 50%, sia per europei che italiani, mentre nel caso della valutazione dei risultati dell’uso dei social media, gli italiani dichiarano competenze leggermente superiori ai colleghi europei (37,3% contro 34,3%). «Tra i punti principali evidenziati dalla ricerca ci sono quelli dei big data, su cui c’è ancora molto da lavorare sia da parte delle aziende che delle agenzie, della formazione e delle misurazioni - conclude Cornelli -. Tutte aree su cui sta lavorando anche il PR Hub che abbiamo costituito in AssoCom e che si sta confermando una piattaforma aggregativa molto forte, visto che, dalle attuali 28, arriveremo a oltre 30 a fine anno. Nei prossimi giorni ci riuniremo anche per definire le nostre strategie con cui andremo a confrontarci con il nuovo presidente dell’associazione, che sia Emanuele Nenna o altri. Del resto, ormai, “pesiamo” un terzo degli associati ad AssoCom, e ci aspettiamo un ruolo importante nel ciclo del nuovo Consiglio Direttivo. Tra i nostri obiettivi, comunque, resta quello del confronto sul modello di sviluppo della professione e delle tematiche di settore con le altre associazioni della industry, molto più importante rispetto a tematiche, per ora non all’ordine del giorno, di aggregazioni e governance varie».

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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