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Intelligenza artificiale e valore umano - Parte I

Autore: Redazione


DailyNet ospita un contributo di Massimo Pattano, marketing manager di 4w MarketPlace, sul tema della competenza delle persone, vero e proprio tesoro in una epoca dominata dal web e dall’automazione delle attività quotidiane. Lunedì prossimo la seconda parte

Articolo a cura di Massimo Pattano, Marketing Manager 4w MarketPlace

Nel mio peregrinare alla ricerca del sapere digitale mi imbatto in un articolo dal titolo: “Il robot che ha cambiato le regole del media-planning”. Oh bella, avrò mica sbagliato tutto nell’impostare il mio lavoro in 4w per lo sviluppo delle competenze e la trasmissione di quello che è il valore umano? Soprattutto nell’ambito delle attività di ottimizzazione delle campagne, quindi del raggiungimento dei kpi degli investitori.

Massimo Pattano, Marketing Manager 4w MarketPlace

Cerco di capire cosa faccia questo “bot” e tanto per cominciare mi rendo conto che, in tema di pianificazione, già evoca l’eco di fraudolente situazioni. Ma andiamo avanti. Cosa ci garantisce il robot? Di pianificare meglio rispetto ad un umano, una volta fornite tutte le informazioni a disposizione. Allora penso: se io volessi pianificare su base audience, diciamo sul segmento maschio 24-44, il robot spenderebbe probabilmente tutto il mio budget su Youporn. Certo, allora dovrò immettere anche le informazioni dei siti da escludere. Poi, come viene richiesto per tante pianificazioni, anch’io vorrei avere una certa quota di esposizione su siti premium. Quindi ricapitolando, pianifico su base audience ma su siti (ritenuti) premium. Andiamo avanti, immettiamo altre informazioni: in caso stessi parlando di video, dovrei spiegare al robottino che voglio risultati sia di VTR che di CTR, e sono certo che avrebbe serie difficoltà a comprendere la richiesta, obiettando che l’uno è l’opposto dell’altro. Dovrei poi cercare di rendere comprensibili al robot i variegati accordi commerciali che regolano il sistema italiano. Infine, diciamo che potrei suggerire al robot di uscire a pranzo con una decina di concessionarie e scambiare due chiacchiere sulle ultime prodezze della Juve. Una volta immesse istruzioni, controsensi e richieste contrastanti, la nostra “unità sintetica” potrà mai assomigliare a un uomo?

Ecco perché insisto sul valore umano e in particolare sul prezioso lavoro che svolgono gli account, sicuramente gli account di 4w, non robot ma persone preparate, dotate di strumenti tecnologici. Voglio quindi addentrarmi nel loro lavoro, per esempio nella pianificazione di campagne Native, e spiegare come ciò che può sembrare banale è al contrario piuttosto complesso, fatto di ricerche di equilibri tra fattori spesso a priori imponderabili.

L’esecuzione delle campagne

La prima fase fondamentale è l’analisi dei desiderata: ogni campagna nasce con un obiettivo ed è essenziale determinare prima di tutto se questo sia raggiungibile. Con il cliente adottiamo sempre un approccio di totale trasparenza, anche a costo di rinunciare alla campagna: qualche volta infatti alcuni obiettivi sono decisamente sottovalutati, magari in conseguenza di una precedente campagna gestita da un competitor che ha utilizzato criteri valutativi di tipo diverso. Tanto per fare un esempio, in questo ambito in realtà molto articolato, è evidente che se l’obiettivo è la compilazione di un questionario, sarà impossibile ottenere lo stesso risultato di campagna duplicando la quantità di informazioni richieste. Terminata l’analisi si ha un’idea precisa di come agire e si passa alle impostazioni diciamo “routinarie”, cioè di parametri quali site-targeting o channell-targeting, fasce orarie, frequenza e geo-targeting.

A questo punto si passa a una fase di livello specialistico, alla possibilità cioè di implementare una serie di ottimizzazioni che richiedono un alto grado di competenza. Una di queste riguarda la scelta di concentrazione su mobile e su desktop in funzione delle diverse modalità di comportamento sui device. Seguono quindi l’utilizzo dei pixel per la verifica delle azioni dell’utente, del retargeting e dei beacon. Il pixel consente di tracciare le conversioni ed è il motore delle campagne a CPA poiché restituisce informazioni preziose su quali siti portano più conversioni, in quali orari danno i migliori risultati, ecc. Il retargeting permette di risollecitare utenti che sono già passati sul sito del cliente o su una determinata pagina. Il beacon permette di creare un aggregato di utenti (cluster) che grazie ad alcuni valori univoci può essere considerato utile per raggiungere determinati obiettivi. Se ad esempio l’obiettivo della campagna è la richiesta di un preventivo assicurativo RC Auto, il cluster di utenti che hanno cliccato su una campagna assicurativa diventerà un parametro interessante per la buona riuscita della nostra pianificazione, così come il cluster di utenti che hanno dimostrato interesse per l’automotive in qualsiasi altra situazione. I risultati delle ottimizzazioni vengono costantemente monitorati durante l’intero corso della campagna e si interviene in tempo reale laddove siano necessarie rettifiche e aggiustamenti.

Questione di competenza

Si tratta evidentemente di feature del digitale che hanno portato al mondo della pubblicità offline un valore aggiunto enorme e sulle quali 4w ha sviluppato il proprio lavoro fin dagli inizi, quasi dieci anni fa. Nel corso del tempo abbiamo naturalmente affinato e fatto progredire gli algoritmi che comandano le ottimizzazioni andando a raggiungere obiettivi sempre più raffinati.

È curioso, per contro, come alcune aziende presentino oggi prodotti specifici pensati attorno a singole ottimizzazioni, magari in modalità automatica, come fossero meravigliose novità e che in realtà vengono utilizzate dal mercato da ben lungo tempo. Ma al di là di questo, noi di 4w riteniamo che nulla sia più efficiente della competenza dei nostri account, della loro capacità di comprendere le esperienze passate e proiettarle nel futuro, scegliendo ed utilizzando tutte le feature tecnologiche più adatte alla specifica esigenza dell’investitore. È evidente quindi che in questo campo siamo pronti a qualsiasi sfida con qualsiasi robot pianificatore.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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