È fondamentale trovare il modo di attirare l’attenzione dello user e invogliarlo a interagire con il formato
di Andrea Porro, studente al Master Il Sole 24 Ore in Comunicazione e Media Digitali
La comunicazione digitale si sta evolvendo ogni giorno di più e le aziende necessitano, oggi, di tenere il passo con le novità, sia per evitare di rimanere tagliate fuori dal mercato, sia per non perdersi alcuna opportunità per migliorare ulteriormente nel proprio settore. Per aggiornare il mercato su questo fronte, si è tenuto lo scorso 18 novembre, a Milano, il primo Upgrade Mobile Summit, presso la sede di Borsa Italiana, organizzato da Upgrade Italia in collaborazione con il quotidiano digitale DailyNet e il portale 360.com.
L’evento aveva l’obiettivo principale di mostrare alle aziende, grazie a una serie di presentazioni affidate a relatori di prestigio in campo nazionale e internazionale, lo sviluppo delle funzionalità del mobile. In particolare, per le aziende, un tema da tenere sotto stretta osservazione è scaturito dall’intervento “Video advertising tra mobile, contesti e creatività interattive: l’importanza della qualità”, tenuto da Charlotte Diemer, Director of content & insights, UK/international di Teads.tv.
Diemer ha spiegato come la pubblicità, ormai, non sia più un’interruzione fastidiosa della navigazione dell’utente su internet; l’adv, infatti, si concentra sempre di più sulla user experience e si sta accompagnando al problema dell’Ad Blocking; è stato affermato che l’85% degli user si dichiara disposto a rinunciare ai filtri pubblicitari a patto che gli venga offerta la possibilità di interagire con il contenuto adv. Il video, allora, può risultare un mezzo di comunicazione potente che, se ben creato e distribuito, sa attirare l’attenzione, affascinare, raccontare una storia con una ricchezza di contenuti e sensazioni che un normale formato per il display non possiede.
L’opportunità da cogliere, da parte delle aziende, sta nel comprendere i diversi momenti e stati d’animo dello user, i cosiddetti “moments marketing”, termine coniato da Google nel 2015, e utilizzarli per lanciare il proprio messaggio. In questa ottica, i formati square e vertical, secondo uno studio condotto da Teads insieme all’agenzia di ricerca Ipsos, si stanno dimostrando i più adatti e funzionali a soddisfare questi aspetti, ottenendo in diversi contesti ottime performance, essendo poco intrusivi, nativi digitali e skippabili.
Infatti, un utilizzatore è tra il 20 e il 30% più propenso a interagire con il player rispetto a una situazione in cui sia esposto allo stesso video, ma in una versione più lunga e in formato classico orizzontale. Però, questo “vantaggio competitivo” del video viene meno quando uno user guarda filmati senza attivare il suono e/o attraverso un player di dimensioni ridotte, adattato allo schermo dello smartphone, per esempio. Per questo è importante trovare il modo di attirare l’attenzione dello user e invogliarlo a interagire con il formato. Di conseguenza, il rispetto verso l’utente e il risultare fair sono comportamenti che sapranno ripagare, infatti, nel medio-lungo periodo. E ciò permetterà all’azienda di migliorare la propria reputation.