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IF Italian Festival: brand, creative e community. Tre personaggi della stessa storia

Autore: Redazione


Protagonisti, nella manifestazione milanese che si è conclusa sabato sera scorso, gli intrecci tra i tre elementi della comunicazione: il prodotto, il messaggio, le persone

L’uomo per natura forma delle piccole comunità. Dall’età della pietra a Facebook è cambiato il motivo, ma l’istinto non mente. All’interno dei gruppi, siano essi formati da appassionati della stessa musica o dalla capacità di suonare uno stumento musicale, i messaggi si amplificano e a volte si creano. All’IF Italian Festival il tema delle community è stato approfondito attraverso una serie di interventi utili a disegnare un quadro in cui l’accuratezza della scelta di un gruppo di riferimento fa la differenza per i brand, mentre i creativi hanno la possibilità di instaurare un rapporto biunivoco con le comunità. Possono intercettarne i gusti e farsi ispirare da loro, ma anche ispirarle per amplificare i loro messaggi. Facebook: creatività e community Facebook e Messenger hanno subito alcuni ripensamenti negli ultimi anni. Il primo «ha aggiunto al feed velocità, design e movimento», il secondo «collega le persone ma ha inserito strumenti per la vendita diretta», spiega la EMEA Regional Director del Creative Shop di Facebook Caitlin Ryan. La direzione dei cambiamenti è stata data da un oggetto, lo smartphone, e dall’utilizzo che l’utenza ne fa. Mobile, veloce, always on. «Il mobile può fare molto per i brand, se questi si muovno sulle assi dell’emozione e dell’interazione, cercando di costruire attorno a loro delle community. Facebook è nato proprio sul concetto di connessione tra individui, siano esse dovute alla condivisione di esperienze, conoscenze, interessi, passioni o situazioni», continua Ryan. Ma come si inseriscono i brand in queste dinamiche? «Ci sono tre step da tenere in conto. Il primo è scoprire qual è la community più adatta a cui riferirsi, oppure, se non esiste, crearne una. Generare una community può richiedere del tempo, ma i marchi possono anche puntare a stimolarne una già esistente ed aggiungere valore ad essa. Il secondo è stupire i membri della community, inspirandoli, divertendoli o intrattenendoli. Infine, bisogna lavorare per espanderla. Quando un’idea funziona bene sugli utenti core target, questa supera i confini e attrae anche persone con interessi diversi», continua. Non è facile applicare una strategia del genere, e per questo motivo Facebook offre attraverso il Creative Shop «un supporto molto utile ai brand, che si compone di suggerimenti sulle community più adatte e su come pensare a storie di qualità. Oltre a questo, la suite di strumenti a disposizione su Facebook è molto ampia, e il nostro team è sempre aperto ad aiutare i clienti nella scelta del modo più adatto per sviluppare la propria creatività», aggiunge Ryan a DailyNet. Dalle battute all’advertising. E viceversa Proprio dalle community, e più in generale dai social network, è nata la scintilla che ha portato alla pubblicazione del libro “Anche le formiche nel loro piccolo postano”. Gino & Michele, insieme al chief creative officer di FCB Milan, Francesco Bozza, hanno voluto raccogliere le migliori battute del web, siano esse opera di normali utenti o professionisti della risata. «Il libro è dedicato a battute e meme, raccontando la storia dietro questi ultimi. Internet, e in particolare i social, sono diventati un riferimento nel reperimento di quelle citazioni che prima provenivano dai libri». Ma tra le battute degli utenti e l’advertising il rapporto è più stretto di quanto sembra. «I battutisti a volte prendono spunto dall’advertising, altre volte sono i creativi a prendere spunto da loro. La loro ironia spesso parte da veri e propri insight sociali, che sono riutilizzabili nelle campagne pubblicitarie», racconta Bozza. Un esempio è quello dello spot ello scorso Natale di Motta. «La creatività ha richiamato un tema, quello dell’odio verso i canditi nel panettone, che già da tempo era soggetto a una forte ironia su internet». C’è anche un senso inverso in questa situazione, quello dell’amplificazione del messaggio pubblicitario attraverso l’ironia sui social. «Capita che la creatività o il messaggio promosso da uno spot richiami a qualche autore una situazione divertente in cui riapplicarlo». Come nel caso di Kaepernick, nella controversa campagna Nike, e del signor Giancarlo della Ruota della Fortuna, che decise di sacrificare tutto per credere in qualcosa. Certo, la valenza era un po’ diversa, ma il meme era divertente. E vi appariva il simbolo e il claim di Nike. Comunicare il made in Italy all’estero La creatività può veicolare messaggi di brand molto diversi tra loro. Alcuni sono universali, altri si riferiscono a caratteristiche e stili di vita riferiti a una precisa unità culturale. Le strategie di espansione di prodotto in terra straniera devono tenere conto delle specificità delle persone a cui si riferiscono. Caffè e pasta sono forse i più emblematici tra gli elementi del food italiano. Tanto che all’estero non si sognano nemmeno di tradurre “pasta” o “espresso”. «Il Made in Italy è un’etichetta che ogni azienda può riempire di valori diversi. A Barilla i clienti chiedono cosa c’è dentro ai prodotti, ma anche cosa c’è dietro. Territorialità e filiera produttiva sono diventati argomenti molto importanti, e vanno comunicati. Nel settore food, poi, i prodotti italiani hanno il vantaggio di poter parlare di gusto», afferma Pierpaolo Susani, vp marketing Barilla e Voiello Italia. «Una delle componenti importanti del Made in Italy che il brand Lavazza ha provato a portare nel mondo è la creatività, in tutte le sue forme. Il caffè ha un carattere funzionale, energetico, ma volevamo trasformarlo n un piacere, nella convivialità tipicamente italiana», ha detto Carlo Colpo, global head of marketing communication Lavazza. Gli stessi brand devono applicare strategie glocal, che a volte significa acquisire marche straniere: «Lavazza ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione delle esigenze locali: Lavazza è il global brand, ma in alcune aree – come Francia, Nord Europa e Canada – abbiamo acquisito mache locali. Siamo andati ad agire localmente trasformando il Lavazza nel global brand, all’interno del quale abbiamo creato un porfolio di marchi locali stando attenti alle caratteristiche dei vari Paesi. Le creatività che facciamo sono studiate per essere flessibili, così da declinarle nelle specificità delle varie aree», continua Colpo. « In questo momento cerchiamo di raggruppare Paesi in base alla frequenza di acquisto della pasta e per similarità tra i mercati. Il marketing mix ipende dai cluster a cui appartengono le varie aree geografiche. Clusterizziamo e cerchiamo di adottare un modello replicabile», conclude Susani.

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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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