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Iab Italia: ecco i profili dei quattro candidati nella categoria Domanda Small

Autore: Redazione


Sono Luca Artoni, Net-Uno, Paolo Mardegan, DigiTouch, Michele Marzan, MainAd, e Tiziano Tassi, Caffeina

Sono quattro i candidati per i posti messi in palio dalla categoria Domanda Small del consiglio direttivo di IAB Italia 2017-2019, che sarà rinnovato il prossimo 8 marzo. E dopo la pubblicazione delle schede profilo di Aldo Agostinelli e Carlo Noseda, facenti  parte della categoria Domanda Big, oggi è la volta di Luca Artoni, Net-Uno, Paolo Mardegan, DigiTouch, Michele Marzan, MainAd, e Tiziano Tassi, Caffeina.

Luca Artoni

 

Perché hai deciso di candidarti al Consiglio Direttivo di IAB?

Per contribuire a integrare maggiormente le attività digitali nell’ambito della comunicazione di un brand, sensibilizzando le aziende sul tema della necessità di creare contenuti di valore, attraverso un linguaggio, uno stile e un tono di voce, consono alla rete, nel rispetto di una comunicazione coordinata.

Quali sono i programmi e gli impegni che vorresti prendere nel triennio 2017/19 con IAB Italia?

Trovare soluzioni tese a conferire “Qualità” alle attività sulla rete, anche a scapito di una “Quantità” molto spesso inutile, costosa e pericolosa, evitando così di - bruciare - valide opportunità, attraverso approcci e soluzioni, sporadiche, sterili e sbagliate.

Paolo Mardegan

Perché hai deciso di candidarti al Consiglio Direttivo di Iab?

1. Perché desidero completare il percorso iniziato. Sono entrato nel direttivo Iab a aprile 2015 in sostituzione di un consigliere di Performedia che era uscito dalla società (che avevamo acquisito l’estate precedente). In questi due anni, ho collaborato con il resto del direttivo per le diverse attività che il direttivo aveva attivato. Ho poi collaborato - insieme al tavolo di lavoro che si è costituito - alla realizzazione del seminario Performance che si è tenuto a luglio 2016. Mi sono trovato dallo scorso anno a svolgere le funzioni di tesoriere, responsabile del conto economico dell’associazione. I buoni numeri con cui abbiamo chiuso l’anno sono ovviamente merito dell’immenso lavoro del direttivo e del fantastico team che è la vera anima dello Iab.

2. Perché ci sono molte opportunità di crescita dello Iab. Nei due anni in cui ho collaborato allo IAB, ho percepito che vi è un enorme potenziale per parlare e comunicare di digitale ai diversi brands. Basti vedere lo spazio e la visibilità che ha acquisito l’evento Iab Forum negli ultimi anni divenendo un punto di riferimento importante per chi opera in generale nel mondo della comunicazione, non solo del digitale. Basti guardare quanto siano seguiti e affollati i diversi workshop tematici che sono stati realizzati nello scorso anno. Basti notare quanti spazi di opportunità e di crescita potrebbero esserci qualora aumentassero i momenti di partnership e di alleanza con altre realtà leader nei solo settori così da creare occasioni di trasversalità e innovazione

Quali sono i programmi e gli impegni che vorresti prendere nel triennio 2017/19 con IAB Italia?

1. In continuità: continuare con workshop tematici Trovo molto utile e formativi i workshops tematici che Iab organizza. Credo che siano una buona occasione di formazione per i soci e di visibilità per le agenzie partners. I numeri dimostrano che sono eventi estremamente utili e formativi su cui propongo di continuare anche per il prossimo mandato.

2. In continuità: creare sessioni e incontri tra domanda ed offerta più efficaci Possiamo creare – all’interno degli eventi già fissi o in nuovi – momenti di incontro più efficaci del “solito” stand per favorire la partnership tra domanda ed offerta mutuando da modelli stranieri di “meeting 121” che diano anche a players piccoli di avere l’opportunità di presentarsi a clienti e brand rinomati. Immagino uno spazio dove ci sia la possibilità di avere 5’ di contatto con un brand e per un brand 5’ di contatto con un potenziale fornitore.

3. Novità: Creare lo Iab Area ed essere punto per coworking per aziende del nostro settore Iab si trova con una stanza all’interno di un bellissimo coworking. Io vorrei che Iab costruisse un coworking e fosse uno spazio anche fisico dove trovare un punto di ritrovo per le aziende che sono lontane da Milano e hanno bisogno di un “puntello” commerciale, per le start up che vorrebbero una sede, per fare veloci incontri formativi senza dovere affittare l’ente Fiera. Io credo che questa potrebbe essere il punto che potrebbe fare il vero passo allo IAB e renderlo ancora più solido, forte e rilevante. Ovviamente è un obiettivo che richiede un forte commitment di tutti ma sono certo che potrebbe essere un modo per divenire di fatto il vero punto di riferimento per il digitale italiano.

4. Novità: Migliorare relazione con altre associazioni affini a IAB. Esistono moltissime associazioni e istituzioni che lavorano su temi affini a quelli dello Iab. È importante diminuire la complessità e lavorare sulla partnership così da rendere le tematiche proposte da Iab comuni anche ad altre associazioni. Il digitale deve ancora crescere e fare squadra è importante.

5. In continuità: lavorare sulla formazione. Lavorare sulla formazione è fondamentale perché serve ad avere nuovi talenti da inserire nelle nostre agenzie e perché serve per convincere potenziali clienti a utilizzare il digitale ed il digital advertising. Bisogna quindi fare formazione (insieme a Università, enti e aziende) a potenziali nuovi dipendenti che lavoreranno nell’industry del digitale e a potenziali nuovi clienti. Immagino servizi diversi perché le platee sono diverse ma altrettanto utili.

6. Novità: uscire da Milano (Roma) Iab Italia ha organizzato alcuni eventi a Roma per avvicinarsi anche a Roma. Ritengo che si debba uscire anche da Roma per potere essere sempre più vicini alle piccole agenzie del territorio che potrebbero trovare utile avvalerci dei nostri strumenti di formazione e di commenti. Penso a tutte le realtà del nord Est Italia, de Nord Ovest o della dorsale adriatica; realtà dove vi sono moltissime aziende clienti e dove la cultura del digitale non è così presente come a Milano.

7. Novità: creare programma sconti per Soci Iab ha tantissimi soci; molti di questi soci hanno gli stessi fornitori di tecnologia e servizi che non tutte le realtà possono utilizzare perché troppo costose. Iab può negoziare con questi fornitori per potere offrire ai soci IAB questi servizi ad un prezzo scontato. Stesso discorso per manifestazioni ed eventi all’estero cui molti di noi vanno e partecipano.

Eventuali precedenti attività svolte per Iab Italia. Da aprile 2015, sono stato consigliere del direttivo Iab e da febbraio 2016 tesoriere Iab (fonte: www.iabitalia.it).

Michele Marzan 

Perché hai deciso di candidarti al Consiglio Direttivo di IAB?

Il percorso di sviluppo di Iab Italia accompagna la crescita dell’industry del digital rappresentando sempre di più tutte le specificità, sia a livello di modelli di business che di stakeholder (i soci e gli utenti); ho sempre creduto nell’associazionismo che faccia leva su questi principi, ed è mia intenzione aiutare Iab Italia ed i suoi soci in tal senso avendo, per altro, già supportato Iab Italia come membro del Consiglio Direttivo (2012-2014) e come Vice Presidente (2015-2016). Partecipare attivamente allo sviluppo delle attività di Iab Italia significa mettere a disposizione la mia esperienza per il team interno a Iab e relazionarmi costruttivamente in primis con i soci della categoria a cui l’azienda che rappresento fa parte, con un dialogo aperto e continuo.

Quali sono i programmi e gli impegni che vorresti prendere nel triennio 2017/19 con IAB Italia?

Obiettivi e modalità operative Senso di responsabilità ed impegno sono i requisiti fondamentali per portare avanti progetti in un contesto sempre più complicato e talvolta delicato; agire in modo agnostico rispetto alle varie categorie di soci è altresì un elemento chiave. Operativamente ho sempre puntato sul far crescere e dare empowerment al team Iab, così che i processi ed i risultati migliorino grazie al team stabilmente attivo in Iab. Svolgere a pieno l’attività di consigliere in Iab Italia richiede la disponibilità del 15% delle giornate lavorative a favore di Iab stessa e intendo pertanto mantenere in futuro, come in passato, tale impegno ritenendolo necessario per l’associazione. Questi i principali progetti per il futuro, già coerenti con le attività e gli indirizzamenti in corso. Grazie al lavoro in seno al direttivo potremo di certo allargare il quadro delle iniziative.

  • Rafforzamento struttura IAB: empowerment del team in collaborazione con il Direttore Generale; l’obiettivo è di garantire che il team Iab interno sia il vero motore di Iab lasciando al direttivo il ruolo di indirizzamento e governo.
  • Coinvolgimento soci Iab Estensione del format “tavoli di lavoro” per creare momenti di confronto più frequenti, atti ad anticipare le tematiche del mercato sia per obiettivi di divulgazione che di presidio e di regolamentazione; l’obiettivo è di avvicinare IAB Italia al benchmark IAB UK/US dove esistono i “council” stabili che lavorano sulle discipline del mercato.
  • Incontro “domanda e offerta” Il fine ultimo dell’associazione è garantire che domanda e offerta si incontrino, si conoscano e che il business fra le parti possa svilupparsi in modo fluido e con un supporto super partes da parte dell’associazione. IAB Italia ha già lanciato una iniziativa in tal senso (IAB marketplace); è importante continuare e in aggiunta è agevolare l’incontro fra domanda e offerta in modo proattivo (newsletter tematiche con i player del mercato che sponsorizzano una tematica, pubblicazione bandi di gara, integrazione anche con il mercato del lavoro, …).
  • Rapporto con le Istituzioni: è sempre più importante rafforzare il ruolo efficace e la presenza di IAB Italia nel dialogo con le istituzioni italiane (es. AGCOM, Garante Privacy) ed Europe su tavoli tecnici e politici quali la Data Protection. Inoltre, in un contesto dove la concentrazione degli investimenti è molto a favore dei così detti “Over the Top”, è chiaro che serva migliorare per il sistema la possibilità di competere ad armi pari così che non vi siano situazioni che limito lo sviluppo dei player locali.
  • Formazione: dopo il lancio della IAB Academy, della IAB Certification e della Formazione ad hoc ritengo sia ora il importante stabilire i veri obiettivi della formazione IAB in termini di adozione da parte del mercato, anche in collaborazione con altre associazioni o istituti (Università). Idealmente le new entry del mercato dovrebbero dotarsi da subito del pacchetto necessario di conoscenze e skills tecniche, mentre le strutture già a regime si dovrebbero affiancare ai corretti standard anche rispetto all’evoluzione delle tematiche e competenze. La formazione deve anche rivolgersi costantemente agli investitori, con moduli chiari e semplici da fruire.
  • Eventi: il percorso di crescita degli eventi IAB è risultato continuo e davvero interessante in questi ultimi anni, e in un contesto dove gli eventi hanno l’obiettivo di informare sui trend e di abilitare le nuove iniziative è evidente che tali iniziative siano centrali nel programma IAB. La crescita qualitativa, soprattutto, è fondamentale ed è da ricercare con una maggiore “internazionalizzazione” degli eventi grazie a ospiti, eventi in partnership con altre iniziative internazionali (es. Advertising Week, dmexco, …); questo approccio permette di attrarre maggiori investimenti sul territorio italiano e di rendere la nostra offerta più interessante all’estero. Inoltre, è opportuno fare maggior sistema con tutti i principali eventi sul territorio italiano per evitare che il calendario eventi sia dispersivo per gli stakeholder italiani.
  • Mercato, misurazione e regole: misurare e regolamentare il mercato del digital è un obiettivo di livello superiore, da interpretare sulla base dell’evoluzione del mercato stesso. Dopo aver avviato direttamente la collaborazione con gli Osservatori del Polietcnico di Milano per la misurazione degli investimenti in ADV e dopo che IAB ha sviluppato con EY un modello di rappresentazione di tutta la catena del valore dell’industry del digital, è ora il momento di far assumere a queste attività un ruolo centrale anche per la valutazione delle iniziative strutturali e politiche a favore dell’industry. In questo contesto si inseriscono le iniziative specifiche sugli standard operativi quali la regolamentazione della viewability ed i criteri di misurazione delle campagne di ADV così come lo sviluppo locale di progetti paralleli a quelli internazionali come la “Coalition 4 better ads” ed il continuo monitoraggio dello sviluppo dei sistemi Adblocking.

Tiziano Tassi

 

Perché hai deciso di candidarti al Consiglio Direttivo di IAB?

IAB Italia rappresenta un attore molto particolare nell’ecosistema digitale, per il ruolo centrale che il media e la pubblicità hanno per le imprese nello sviluppo del loro business. IAB Italia è l’attore che, in un mondo sottoposto a cambiamenti di scenario molto repentini, dovuti a nuove tecnologie e a nuovi comportamenti delle persone, può essere guida e indicare la direzione in cui sviluppare la industry in termini di attività e servizi. IAB Italia deve creare cultura tra i player della macro-industry del digitale (con accento su attori della Domanda di Media, Concessionarie, Service, etc.), trasferire la cultura agli stakeholder del Digitale (in particolare Brand, Aziende, Organizzazioni) e l’influenzare la corretta interpretazione del digitale da parte delle Istituzioni e del Legislatore. La conoscenza resa accessibile, e ogni occasione di confronto tra i player che fanno il mercato, sono fattori indispensabili alla crescita di questa cultura. Sono convinto che la garanzia di un terremo comune di confronto possa partire solo da un’associazione super partes, capace di comprendere pienamente il business dei propri associati e quindi di ciò che l’ecosistema necessita.

Quali sono i programmi e gli impegni che vorresti prendere nel triennio 2017/19 con IAB Italia?

Obiettivi e modalità operative da adottare:

  • Regole condivise di Misurazione e Trasparenza: Iab Italia deve fornire indicazioni e promuovere l’adozione di regole condivise tra i player della industry digitale, introducendo criteri di trasparenza che tutelino editori, concessionarie e gli attori della domanda di spazi media, con il criterio di concretezza ed impatto. Iab Italia deve quindi stabilire il set di Kpi raccomandati per la misurazione delle campagne digitali, coinvolgendo a un tavolo comune tutti gli attori della Industry.
  • Creazione di Kpi cross-mediali (Digital Media + Media Tradizionali): la digitalizzazione coinvolgerà progressivamente tutti i mezzi. Iab Italia ha il compito di stabilire Kpi che permettano di avvicinare e misurare, o comparare, le campagne su mezzi tradizionali e su mezzi digitali, per valorizzare l’apporto e l’importanza dei nuovi media.
  • Promuovere Raccomandazioni di Contenuto: la qualità di ogni spazio è tanto più valorizzata quanto più il contenuto comunicato è efficace e sviluppato appositamente per lo spazio in cui viene comunicato. IAB Italia dovrà creare e fornire raccomandazioni sulle best practice di sviluppo di contenuti sviluppate per formato e piattaforma utilizzata.
  • Promuovere Raccomandazioni di Piattaforma: l’adv sui mezzi digitali è spesso utilizzata per raggiungere obiettivi aggiuntivi alla visibilità, che veicolano interazione e traffico su piattaforme digitali. Iab Italia deve sviluppare un set di indicazioni e raccomandazioni sull’adozione e sullo sviluppo di piattaforme digitali che permettano di valorizzare al massimo gli investimenti media delle aziende. Inoltre Iab Italia deve fornire le indicazioni sulle metriche e gli usi delle nuove tecnologie accessibili agli investitori e agli operatori della industry digitale.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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