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Giovani e altamente qualificati: è l’identikit degli startupper italiani

Autore: Redazione


È quanto emerge da una ricerca condotta da Italia Startup su un campione di 300 giovani imprese. Tante realtà presenti sono di recente formazione

Giovani ma non giovanissimi, con esperienza nel settore e altamente qualificati: è l’identikit degli startupper italiani, con un’età media di 40 anni e una grande passione per l’innovazione. Di piccole dimensioni, con un modello prevalente B2B e con molta voglia di emergere: è l’identikit della giovane impresa innovativa italiana. È quanto emerge, in sintesi, da una ricerca condotta da Italia Startup, l’associazione dell’ecosistema startup italiano, in collaborazione con GRS-Ricerca e Strategia www.grsnet.it, giunta quest’anno alla sua seconda edizione (la prima è stata effettuata nel 2015). Giovani e preparati Dall’analisi condotta su un campione di oltre 300 startup emergono le qualità prevalenti nelle figure dei founder di imprese, il cui obiettivo è innovare nel rispettivo settore di appartenenza professionale. Si tratta di individui con un’età prevalente compresa fra i 25 e i 45 anni e, rispetto al 2015, si evidenzia un incremento del 18% degli startupper italiani appartenenti alla fascia di età che va dai 30 ai 39 anni: un trend positivo che vede abbassarsi di anno in anno l’età degli innovatori nel nostro Paese. Con il diminuire dell’età non si riduce, però, il livello di preparazione dei founder italiani, che in oltre il 56% dei casi dichiarano di aver conseguito una laurea di secondo livello, un post laurea o un master, in aggiunta al titolo di laurea triennale. La percentuale degli under 30 e degli over 50, invece, numericamente tende quasi a convergere, registrando rispettivamente il 16,2% e il 13,4% dei rispondenti. Approccio pragmatico e orientato all’innovazione L’approccio pragmatico degli addetti ai lavori è evidente: metà degli intervistati individua tra i punti di forza della propria startup il focus totale sul progetto e la voglia di intraprendere e di rischiare, insita nella propria attività aziendale. Quanto alle prospettive di crescita, è previsto un incremento variabile nel numero di dipendenti da +6% a +25% per oltre il 40% degli intervistati e una forte crescita del fatturato nell’esercizio in corso per il 74% delle startup prese in esame. Di queste, circa il 14% dichiara un boom nella variazione attesa di fatturato del 50% ed oltre, il 25,7% prospetta una crescita da +26% a +50% e il 34,4% prevede un incremento stabile, da +6% a +25%. L’approccio dei founder e delle loro imprese si rivela poi orientato all’innovazione del settore nel quale hanno maggiori competenze, come si evince dalla netta prevalenza di attività legate al B2B Business-to-Business (50,7%) e al B2B2C Business-to-Business-to-Consumer (36,1%), con solo l’11% dello startup puramente B2C. Startup Seed Per quanto riguarda l’identikit delle startup, si tratta per l’86% di startup seed, cioè attività imprenditoriali di recente formazione, spesso sostenute dai cosiddetti finanziamenti all’idea, i primi fondi finanziari utilizzati per lanciare un’attività imprenditoriale innovativa, mentre solo l’8,6% del campione preso in esame è costituito da startup consolidate, con un fatturato superiore a 1 milione di euro. Le risorse umane impiegate in azienda sono prevalentemente contenute, con il 50% delle realtà intervistate che dichiara di avere un team composto da un numero variabile di 3/9 persone, mentre il 32% presenta un massimale di 3 dipendenti e solo nel 13% dei casi si registra la presenza di un pool di risorse che varia dai 10 ai 20 individui e oltre. Per quanto riguarda la percentuale di fatturato generata all’estero, il 36% degli intervistati presenta una quota export inferiore al 10% e un analogo 36% dichiara di non esportare i propri prodotti/servizi in altri paesi. Grado di formazione elevato Osservando il livello di formazione accademica, si scopre che il 26,2% dei nuovi imprenditori ha concluso un lungo percorso di studi con una laurea di secondo livello. Il 30,2% ha conseguito un master o un post laurea. Un aspetto fortemente differenziante rispetto allo stereotipo dello startupper molto giovane, tecnologo e geniale, ma senza esperienza aziendale o consulenziale. Attitudine confermata dai dati sulla formazione interna: la ricerca fa emergere che vengono organizzati progetti di formazione interna annuale per un periodo superiore alle 40 ore a dipendente, per il 28% delle aziende, mentre il 21% investe dalle 21 alle 30 ore di formazione per i propri dipendenti.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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