Per il Gruppo controllato da Marco Benatti, il cui titolo ha chiuso ieri al +23%, non si escludono “cavalieri bianchi”. Intanto, il fatturato 2016 è atteso in forte crescita, grazie anche dell’attività di concessionaria per il quotidiano fondato da Maurizio Belpietro
Cosa succede a FullSix? Anche ieri, il titolo del Gruppo controllato da Marco Benatti (al 49,7% personalmente e a qualcosa più del 50% con altri sui famigliari), ha viaggiato al +23% circa e, se si guarda il trend da inizio anno, il valore è cresciuto da 1,30 del 3 gennaio ai 2,12 appunto di ieri, pari a ben il +63%. Non male per una società che “vale” in Borsa 23 milioni circa e che è ampiamente sotto-capitalizzata rispetto ad altri operatori digitali.
Come si sa, WPP continua ad avere il 29,9% delle quote, da ormai ben 11 anni, con una minoranza di blocco che impedisce allo stesso Benatti di fare un aumento di capitale. Se il Gruppo guidato da sir Martin Sorrell avesse in mente un’opa, logica vorrebbe che lo facesse al minor valore del titolo possibile, né – presso la stessa FullSix – risultano indizi su altri “cavalieri bianchi” interessati a una parte del restante 20% flottante. A voler fare della fantascienza finanziaria, si potrebbe pensare ad Havas, che ha già acquisito FullSix Group trasformandolo poi in FullSix Media che, però, con il Gruppo di Benatti, attualmente, condivide soltanto il nome.
Supponendo anche che Bolloré padre e figlio vogliano entrare nel “terreno minato” di un altro, ancorchè piccolo, sgarbo a Sorrell dopo quello del passaggio del conto Telecom Italia da Maxus ad Havas Media, non si capisce perché non lo dovrebbero fare alla luce del sole. L’aumento di capitale di FullSix che, eventualmente, diluirebbe la quota di WPP, si può fare con due terzi delle azioni, per cui, se qualcuno sta rastrellando azioni, dovrebbe arrivare a circa il 17% ma poi, comunque, allearsi con Benatti.
Una meno fantasiosa e più realistica ricostruzione che può spiegare questa performance del titolo, si può legare quindi piuttosto ai risultati delle attività correnti del Gruppo che, se confermasse nel bilancio di chiusura 2016 i risultati dei primi 9 mesi, vedrebbe il fatturato crescere di oltre il 40% a 30 milioni di euro, con un ebitda positivo. Giro di affari che, ormai, è generato solo per un terzo dal tradizionale asset del marketing digitale e, per ben due terzi, da tutte le altre attività come tecnologia, social, smart city e robotica.
Il robot umanoide “Pepper”, di cui FullSix ha acquisito la licenza sempre lo scorso anno, ha iniziato per esempio ad essere commercializzato e da ottobre sono già state fatte le prime consegne, a clienti, per dire, come Intesa San Paolo e UniCredit. La diversificazione, insomma, sta permettendo a FullSix di arrivare al CdA del 15 marzo di progetto di approvazione del bilancio dello scorso anno in discreta salute. E di questa strategia fa parte anche l’avvenuta acquisizione della raccolta de La Verità, il quotidiano lanciato il 20 settembre da Maurizio Belpietro e di cui FullPlan cura la pubblicità: con una certa soddisfazione, visto che il giornale risulta viaggiare intorno alle 30.000 copie media diffuse.
Questo, grazie anche al fatto che, da dicembre, la testata è venduta anche in Calabria e Sicilia e, quindi, in tutt’Italia tranne la Sardegna dove, per altro, come dovunque, è leggibile con lo sfogliatore. E a questo proposito, va detto che proprio FullSix sta lavorando su una presenza “originale” de La verità sul digitale e, quindi, non con un sito, che viene giudicato “cannibalizzante” dell’edizione cartacea proposta in edicola.