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L’universo Friendz raccontato in “friendly style”

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La giovane società, nata solamente un anno fa da un’idea di Alessandro Cadoni, Daniele Scaglia e Cecilia Nostro, dopo aver ricevuto un finanziamento dal Gruppo Triboo, si prepara a vivere un 2017 di altrettanti successi. L’intervista a Cecilia Nostro, chief marketing officer dell’azienda

“Lavorare in gruppo vuol dire perdere la metà del proprio tempo per spiegare agli altri che le loro idee sono stupide. Per questo facciamo molti straordinari”. È questo quello che si legge entrando nel sito di Friendz, realtà digitale dall’anima unconventional e dal tono friendly che ha fatto dell’innovazione nel campo del digital marketing la propria strada maestra. Nata nel varesotto nell’appartamento di Nonna Imelda solamente un anno fa, i fondatori Alessandro Cadoni (attuale ceo), Daniele Scaglia (coo) e Cecilia Nostro (cmo) dell’app sono partiti da una semplice considerazione: i banner pubblicitari online sono sempre più fastidiosi e meno utili, mentre milioni di persone ogni giorno postano sui social network fotografie che involontariamente raccontano le aziende in modo creativo e coinvolgente. E allora perché non unire le due cose, si sono chiesti i tre giovani ragazzi tra un caffè e una fetta di torta. Tutto quello che è venuto in seguito è stata una conseguenza di questa intuizione che, a oggi, può vantare numeri davvero inviadibili. Cecilia Nostro, chief marketing officer, ha raccontato a DailyNet il mondo di Friendz, spiegando come questo progetto nato come un sogno si stia trasformando in una realtà strutturata. 

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Come nasce Friendz? Come vi siete conosciuti e avete costruito il vostro team? 

«Alla base di Friendz ci sono, in realtà, due pensieri ribelli condivisi da tutti i founder: il disappunto per la pubblicità online troppo pressante o mediocre nel contenuto e la stravagante voglia di non volere un capo nemmeno a 25 anni. Io, Alessandro e Daniele ci siamo incontrati a un corso di imprenditoria per studenti. Loro si conoscevano da una vita, erano compagni di scuola e io non sapevo che quei due tipi “sbarbati” sarebbero diventati, in un batter d’occhio, i miei soci, oltre che grandi amici. La nostra intuizione era semplice: ogni giorno vengono pubblicate 800 milioni di foto su Facebook e le aziende hanno bisogno di contenuti spontanei e alternativi per poter aumentare l’efficacia della loro comunicazione. Allora perchè non unire le due cose? E quindi ci siamo detti: “Costruiamo una community di persone comuni, tiriamo fuori la loro creatività e proponiamo i loro spazi social ai brand”. Da qui a creare un’azienda la strada era ancora lunga ma sentivamo che era la direzione giusta da perseguire. Così, dopo un mese, abbiamo conosciuto Andrea, diventato anche lui parte del founders team. Di lì a poco abbiamo raccolto il primo investimento, assunto due sviluppatori, un account, una coppia creativa, il primo community manager. Questo team iniziale ci ha permesso, in pochissimo tempo, di vendere le prime campagne ad aziende importanti. A oggi, dopo un anno dalla partenza, contiamo 18 persone nella nostra squadra e più di 30 multinazionali come clienti».

Che cos’è Friendz? Come funziona? A chi si rivolge? Come monetizzate il business?

«Friendz è un’app iOS e Android per la community e una piattaforma attraverso cui lanciare campagne social per i nostri clienti. Gli users ricevono, in base al target al quale appartengono, una serie di attività ogni settimana e possono scegliere di parteciparvi oppure no. Non tutti i brief che proponiamo loro sono commissionati dalle aziende, infatti molto più spesso le campagne hanno come obiettivo l’engagement e la retention della community. Allo stesso tempo prepariamo il terreno per i brand futuri che verranno raccontati in un ambiente naturale e di valore. Per lo stesso scopo curiamo in maniera meticolosa i brief che proponiamo alla community affinché i nostri utenti non siano mai dei “produttori di marchette”, bensì dei creativi “per caso” che fanno del content marketing per le aziende che amano. È chiaro che l’investimento in community management da parte nostra è enorme: ogni campagna brand viene proposta insieme a tante altre unbranded. Riteniamo però sia l’unico modo per offrire un servizio dove le aziende possano essere protagoniste con delicatezza dei profili social delle persone comuni, che è poi lo spazio più prezioso in termini di fiducia e appealing (come conferma ogni anno la ben nota ricerca di Nielsen “Global trust in advertising)».

Il team di Friendz Il team di Friendz

In seguito al round di finanziamento da parte del Gruppo Triboo, come avete investito questi soldi? Sono previste altre collaborazioni? 

«L’investimento di Triboo è stato un momento molto importante nella storia di Friendz. Scegliere come investitore un partner industriale dopo pochissimi mesi dalla partenza è una strada che in tanti ci hanno criticato. Noi, a oggi, siamo molto soddisfatti di quello che stiamo costruendo con Triboo. Facciamo le nostre scelte in autonomia sentendoci in tutto e per tutto alla guida di Friendz, avendo però a disposizione competenze, apertura commerciale, struttura  e know-how. Abbiamo utilizzato il capitale dell’investimento in primis per assumere nuove risorse, per fare qualche test sulla user acquisition su target specifici e per i rewards ai nostri utenti che, fino a quando non intensificheremo le partnership con nuovi ecommerce, continueranno a essere un costo parecchio ingente».

Qual è stata la soddisfazione più grossa da quando avete aperto l’attività? 

«Le soddisfazioni più grandi arrivano ogni giorno dai nostri utenti con le loro centinaia di messaggi quotidiani, tanti dei quali sono di puro amore, complimenti, amicizia, racconti di vita, etc. Mai ci saremmo aspettati di creare una community di più di 80mila persone con un engagement a questi livelli: ci vengono a trovare in ufficio, ci mandano pacchi con i loro prodotti regionali. Un utente ha, addirittura, cucito 12 cuscini personalizzati per il team e un altro, la scorsa settimana, ci ha portato una cassetta di birre,  personalizzandone ognuna con gli avatar di tutti noi. Ma la cosa più bella in assoluto è quando ci scrivono i motivi per cui usano con tanto entusiasmo la nostra applicazione che non ha nulla a che vedere con l’aspetto economico, dal momento che il reward medio è di pochi centesimi per ogni foto. Ci dicono sempre che diamo loro delle idee per arricchire il loro “piano editoriale social”, che il nostro tone of voice è semplice e simpatico, che ci sentono “come loro”, che le campagne Friendz sono sempre una sfida e che per fare alcune foto riuniscono tutta la famiglia passando un momento divertente e intimo. Tutto questo può sembrare strano, ma evidentemente questo, nel 2016, è un bisogno reale. Non nego, inoltre, che quando siamo partiti non avevamo capito tutte queste cose, ma siamo sempre stati attentissimi alle richieste dei nostri utenti, imparando ad ascoltarli e ad accontentarli ogni volta che ce n’è l’occasione».

Parlando un po’ di numeri: quante foto avete pubblicato sulla piattaforma? E quante persone avete raggiunto? In quale target ha più appeal Friendz?

«In questi primi mesi abbiamo avuto una crescita quasi esponenziale. Attraverso Friendz sono già state pubblicate più di un milione e mezzo di fotografie, circa una ogni 4 secondi. Abbiamo generato ormai decine di milioni di interazioni ai nostri contenuti raggiungendo un bacino di diverse centinaia di milioni di persone. All’inizio pensavamo che la nostra applicazione risultasse appetibile solamente per un target giovane, principalmente Millennials, ma ci sbagliavamo. Abbiamo scoperto che Friendz piace a molte più persone, permettendoci di coinvolgere tutti i principali segmenti interessanti per le grandi aziende. La caratteristica che accomuna tutti i Friendz, infine, è quella di amare i social network e la fotografia con un pizzico di estro creativo».

founder Alessandro Cadoni, Daniele Scaglia e Cecilia Nostro

Potete farci un esempio di campagna andata particolarmente bene?

«Una delle campagne che ci è piaciuta particolarmente è quella che abbiamo fatto per l’industry del food: si tratta di Fini, storica azienda di pasta fresca emiliana. La collaborazione è stata innanzitutto fluida prima da un punto di vista di rapporti con il cliente, poi in termini di progettualità e creatività. Il brief era ben definito: posizionare i nuovi tortellini come un prodotto pronto, che si prepara in padella in 5 minuti al posto e non in acqua bollente. Dunque dopo aver preparato i nostri utenti, chiaramente quelli del target che voleva raggiungere Fini - vale a dire uomini, donne tra 25 e 35 interessati al tema cucina e novità –, è partita la realizzazione e la pubblicazione delle foto sui loro profili social con l’hashtag #spadellamiFini. Quale modo migliore di rappresentare la novità se non far fotografare migliaia di volte i tortellini in una padella anziché nell’acqua che bolle?». «La scorsa estate abbiamo proposto una soluzione innovativa per destagionalizzare il consumo di pasta fresca Fini, cuocendola direttamente in padella e non nell’acqua bollente. Friendz ci ha aiutato a coinvolgere la community e invitarla a darci delle idee su come realizzare delle ricette con tortellini e ravioli Fini cotti in padella. Ne abbiamo ricavato preziose informazioni a livello di marketing e i risultati si possono vedere su Facebook effettuando una ricerca con l’hashtag #SpadellAmiFini», ha spiegato nel dettaglio Valentina Lanza, responsabile marketing e comunicazione del Gruppo Fini.  

Come avete chiuso il primo anno? Che tipo di crescita, in termini percentuali, vi aspettate per il prossimo esercizio?

«Abbiamo chiuso il primo anno di attività con risultati commerciali davvero sorprendenti per essere partiti da così poco. Quando ci siamo messi a fare questo lavoro ci hanno detto più e più volte: “dimenticatevi di fatturare il primo anno”. A maggior ragione oggi siamo felici e orgogliosi come non mai di poterli smentire. Il piano era di arrivare a 100mila utenti per fine anno e abbiamo superato gli 80mila in maniera organica, quindi anche da questo punto di vista siamo soddisfatti. Per il prossimo anno, infine, ci aspettiamo una crescita del 100% e con il supporto di Triboo crediamo sia un obiettivo realistico e realizzabile».

Che progetti avete per il futuro? 

«Per ora non abbiamo progetti specifici se non quello di migliorare ogni giorno quello che facciamo, intercettando nuove persone che siano clienti, utenti o semplicemente nostri sostenitori. La vera sfida è rimanere ogni giorno attraenti e freschi. Per questo motivo cerchiamo di non farci scappare nessuna opportunità, che si tratti di andare all’estero, di aprire nuove linee di business, di fare nuove partnership o di chiedere altri finanziamenti per accelerare la crescita. In ogni caso, ci stiamo godendo il viaggio, ancora una volta non sappiamo quale sarà la meta. Ci preoccupiamo però di seminare valore giorno per giorno. 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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