ABBONATI

Festival of Media Global: P&G e Unilever/Beintoo protagonisti a Roma

Autore:


Nel secondo giorno della kermesse capitolina spazio all’esperienza di alcuni dei più importanti inserzionisti

 Dall'inviato a ROMA, Francesco Lattanzio

P&G: “Chi gestisce budget adv da miliardi di dollari non può prescindere da misurazioni esterne e verification”

Sul palco del Festival of Media, il global media director di P&G, Gerry D’Angelo, rinnova la posizione della multinazionale: standard condiviso per la viewability, misurazioni di terze parti, analisi dei contratti con le media agency partner e prevenzione dell’ad fraud sono i punti su cui lavorare per ripulire il digital adv

Alla fine dello scorso gennaio, Marc Pritchard, chief brand officer di Procter & Gamble (P&G), aveva espresso tutto il suo disappunto per le oscurità presenti nelle pratiche pubblicitarie di agenzie e centri media, proponendo contestualmente alcuni punti che la holding ritiene imprescindibili per lavorare con gli ad player.

Il tema è tornato attuale ieri, dopo che la holding ha ufficializzato un importante passaggio di testimone tra i suoi partner ad tech. Sono stati interrotti i rapporti con AudienceScience, e Neustar sarà il nuovo player a fornire la DMP al gigante. Lo stesso Pritchard ha annunciato che P&G non collaborerà più con agenzie che non siano certificate dal Media Rating Council e che soddisfino i suoi requisiti di trasparenza.

«Ci sono delle condizioni che la industry non può ignorare per migliorarsi. È fondamentale adottare uno standard condiviso da tutta il mercato per determinare la viewability, implementare le misurazioni di terze parti, analizzare i contratti con le media agency per renderli il più chiaro possibile e prevenire l’ad fraud in ogni modo possibile», conferma Gerry D’Angelo, global media director di P&G. «Per alzare l’asticella dell’ad industry ci vogliono tempo, sforzi e investimenti. La presa di posizione vuole essere una chiamata alle armi, a non perdere tempo e risorse per stimolare l’ambiente pubbicitario a diventare un territorio migliore su cui crescere».

«Pritchard non ha fatto una sparata casuale. P&G ha obiettivi chiari e vuole lavorare nella chiarezza. Noi, come ogni altra azienda, abbiamo bisogno di sapere per davvero quante persone entrano in contatto con l’adv, quali sono i ritorni sugli investimenti e così via», continua.

Tom Denford, chief strategy officer, ID Comms, ricorda che Pritchard aveva dichiarato “You can’t let the fox guard the henhouse” (non puoi dare le tue chiavi di casa a un ladro), rivolgendosi proprio all’ “opaco” mondo dei centri media e delle ad tech. «Quando spendi miliardi di dollari hai bisogno di una verifica esterna. Questo non vuol dire che non crediamo a centri media e fornitori tecnologici, ma solo che abbiamo la necessità di accertarci di come vengono spesi i nostri soldi. Marc ha parlato molto della maturità di digital space e degli editori, e pratiche come le misurazioni di terze parti e verification sono una parte fondamentale di questo processo», aggiunge ancora D’Angelo.

«Prima che entrassi in P&G il problema sembrava irrisolvibile, poi si è fatto gruppo e le cose si stanno iniziando a muovere. Le pretese che abbiamo avanzato non sono state certo imprevedibili. Chiediamo che ci si impegni per andare oltre certi limiti. Chiunque abbia un budget da investire ha anche la responsabilità di dettagliare le allocazioni e spiegare le sue mosse», continua.

Ma quali sono le mosse di P&G? Di preciso, vuole sapere Denford, come sono concepite le strategie di marketing? Sono dirette alla massa o sono personalizzate sull’utente? «Decliniamo su massa e utenti allo stesso tempo. Dobbiamo far crescere il business, ma contemporaneamente dobbiamo parlare con più categorie di persone possibili. Abbiamo un ramo a cui ci riferiamo, e questo è molto grande e inclusivo, ma è anche segmentabile in centinaia di parti. Il targeting è molto utile per definire i messaggi, ma la personalizzazione è restrittiva se poi dimentichi la massa. Non dobbiamo dimenticarci che ci rivolgiamo a una mole enorme di persone», conclude D’Angelo. 

Unilever: «In Italia, il CTR di una campagna raddoppia se si analizzano le preferenze degli abitanti di ogni regione»

Beintoo ha supportato la holding in diverse attività di marketing attraverso i suoi strumenti geo-behavioural per mobile e ha ottimizzato i messaggi pubblicitari in base alla recettività degli utenti di ogni area geografica. L’azienda ha aggiunto da poco l’Attribution ai suoi pilastri teorici e sta adottando un approccio consulenziale

«Ogni giorno, in media, l’utente smartphone intrattiene 76 sessioni al giorno, che si traducono in due ore complessive di utilizzo. Il mobile è diventato un ponte tra online e offline, che consegna agli advertiser la possibilità di raccogliere una grande mole di informazioni. Tra queste ci sono le più precise possibili: i geo-data». È difficile obiettare a quanto ha dichiarato Andrea Campana, ceo di Beintoo, sul palco del Festival of Media di Roma. I geo-behavioural data, l’incrocio tra le azioni online e offline, consegnano, infatti, un profilo molto preciso dell’utente da cui è stato ricavato, aumentando le opportunità di conversione delle aziende che vogliono raggiungerli attraverso la pubblicità.

Tra quelle che hanno deciso di puntarci, e di puntare su Beintoo, c’è Unilever. Paola Saggese, media director Southern Europe & CEE della holding, ha infatti dichiarato di aver applicato i servizi offerti dalla struttura di Campana per alcuni suoi prodotti e ne ha raccontato i campi applicativi per raggiungere i suoi obiettivi: «si può pensare a strategie di comunicazione di ogni tipo, ma alla fine l’obiettivo di ogni azienda è vendere i suoi prodotti. Attraverso le tecnologie di Beintoo, abbiamo scoperto che in Italia i target a cui ci rivolgiamo sono molto diversi da regione a regione. È molto diverso anche il modo di declinare i messaggi in relazione alla diversità degli store dove i prodotti sono venduti. Noi abbiamo marche che vanno dalla farmacia al supermercato, e così via. Abbiamo scelto di utilizzare mobile e geolocalizzazione, e questi strumenti sono stati fondamentali per capire le reazioni dei vari utenti nelle diverse aree della nazione. Facendo qualche test siamo riusciti a definire le reazioni e a costruire messaggi pubblicitari efficaci per ogni regione e per i diversi tipi di utenti al loro interno. Il click through rate è raddoppiato».

L’approccio di Beintoo si divide in cinque pilastri strategici: Data, creatività, Geolocation, Drive to store e Attribuzione. «Quest’ultimo è stato aggiunto da poco, ed è il pezzetto che ci mancava», commenta a margine dell’intervento Marilena Pellegrini, vp Sales Italia. I dati sono il fondamento del marketing contemporaneo e «raccogliendo le informazioni geobehavioural attraverso il device ID, disponiamo di informazioni molto fresche. Vengono conservate per massimo 30 giorni e ci permettono di essere sempre aggiornati sui comportamenti dell’utente». A questi si aggiunge una forza creativa «che risiede in un team dedicato composto da sei persone. Siamo capaci di sviluppare internamente creatività di qualunque tipo, anche interattive, che in alcuni casi hanno generato interazioni molto prolungate da parte degli utenti. Queste sono tutte concepite per il device». Il Drive-to-store è una conseguenza della natura mobile: “consiste nella capacità di inviare messaggi pubblicitari puntuali, che tengano conto della posizione e della disposizione dell’utente». Un elemento coordinato con l’Attribution, ovvero «la possibilità di capire qual è stata l’efficacia pubblicitaria attraverso l’individuazione degli utenti che si sono effettivamente recati al negozio fisico o hanno acquistato sui canali digitali. Attraverso questo servizio siamo in grado di monitorare non solo le campagne mobile o desktop, ma anche quelle condotte su altri media”, spiega ancora Pellegrini.

A questi pilastri si aggiunge un servizio supplementare. «Spesso i clienti ci richiedono report di insight sulle audience, sulle reazioni alla campagna anche in relazione all’area geografica. Sono analisi reportistiche qualitative, che conduciamo con approccio consulenziale. I clienti sono disposti ad allorare anche budget più grandi se hanno più info su quello che generano i loro investimenti», conclude.


img
incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy