ABBONATI

Media Italia chiude il 2015 con billing a oltre 350 milioni di euro. La centrale è impegnata in due gare e analizza le prospettive dell’ecommerce

Autore: Redazione


Il ceo Valentino Cagnetta e il research director Roberto Roseano hanno fotografato l’evoluzione del canale di vendita, la cui crescita appare correlata anche a una efficace pianificazione che, per ora, coinvolge soprattutto la tv. Intanto, l’amministrato è cresciuto del 15% nello scorso anno

La rincorsa dell’ecommerce per arrivare a pesare su acquisti e transazioni nel nostro mercato in modo, se non analogo, almeno vicino a quanto avviene in Paesi più evoluti (anche dal punto di vista delle infrastrutture digitali) sta continuando. Per questo, Media Italia ha deciso di dedicare all’argomento, e a quali siano le relative modalità più efficaci di pianificazione, che è stato presentato ieri da Valentino Cagnetta e Roberto Roseano, rispettivamente ceo e research director della centrale. Il punto di partenza è ovvio: l’ecommerce si è sviluppato a livello mondiale in parallelo con internet, ma negli ultimi anni ha accelerato i propri tassi di crescita. E così, mentre il web più di tanto non potrà ancora fare in termini di incremento, visto che può già contare su oltre 4 miliardi di utenti, il numero di acquirenti online ha ancora ampi margini di aumento. In base ai dati dell’eCommerce Foundation, nel 2015 gli e-shoppers erano 1,139 miliardi, pari al 20% della popolazione mondiale dai 15 anni in su. La stima delle vendite online B2C di prodotti e servizi è di 2.251 miliardi di dollari, con una crescita del 15% rispetto al 2014 che, a sua volta, era cresciuto del 24%. Naturalmente, la Cina è il Paese più sviluppato su questo terreno, seguita da Usa, UK, Giappone e Germania. In queste nazioni, la spesa online è andata oltre il classico fenomeno, si è trasformata in qualcosa di naturale. In Europa gli e-shoppers sempre dai 15 anni in su sono 274 milioni, con una quota sul totale della popolazione doppia rispetto a quella mondiale (40% vs 20%), e hanno generato una spesa complessiva stimata per il 2015 pari a 477 miliardi di euro, in crescita del 13%. E l’Italia? Come si è detto, è in ritardo: per i citati motivi e anche per una certa diffidenza che, lentamente, si affievolisce. Fatto sta che la penetrazione delle vendite online sul totale retail è ben al di sotto della media europea (3,5% vs 10%). Ma stiamo recuperando: in pochi anni gli e-shoppers italiani sono cresciuti da 9 a 17,7 milioni (oltre la metà di chi naviga in internet), un terzo dei quali acquista abitualmente sul web. Parallelamente, da alcuni anni, gli acquisti online da parte degli italiani incrementano a doppia cifra e si stima che nel 2015 abbiano superato il valore di 16,6 miliardi di euro, con una crescita del 16% rispetto al 2014. Secondo le recenti stime del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, gli acquisti su siti italiani avrebbero sfiorato i 15 miliardi, di cui oltre 3 provenienti dall’estero, mentre quelli da parte di e-shoppers italiani su siti stranieri avrebbero superato i 4,7 miliardi. Continua a crescere il peso del comparto “Prodotti”, trainato da Abbigliamento (15%), Informatica-Elettronica (13%) ed Editoria (4%), che ormai ha raggiunto il 49% del totale delle vendite online su siti italiani, a svantaggio del comparto “Servizi”, dominato da Turismo (37%) e Assicurazioni (8%). Nonostante la crescita degli acquisti tramite app su tablet e soprattutto smartphone (dove l’Italia primeggia storicamente a livello mondiale), il 79% degli italiani preferisce acquistare tramite sito web. Tv, la più amata dagli italiani A fronte di un mercato pubblicitario che negli ultimi anni ha registrato un trend negativo, il variegato comparto dell’ecommerce si è mosso in netta controtendenza, investendo in advertising non meno di 200 milioni di euro all’anno, pari al 4% del totale. Fatto salvo che la rilevazione Nielsen sottostima gli investimenti sul web, per quasi tutte le classi di prodotto dell’ecommerce la televisione risulta essere il mezzo dominante, assorbendo in molti casi oltre il 50% del budget pubblicitario. I top spender delle principali classi di prodotto, come Trivago, Zalando, Subito, Facile.it, Immobiliare.it, Fineco, Direct Line e William Hill, hanno tutti un media mix prevalentemente, se non esclusivamente, televisivo. Lo studio di Media Italia fornisce una prova più diretta, mettendo in relazione le campagne pubblicitarie con le visite ai siti. Ciò è stato fatto incrociando i dati settimanali di investimento e pressione pubblicitaria di numerosi marchi di ecommerce con le ricerche disponibili su Google Trends. Tutti i casi esaminati evidenziano una costante: ogni volta che c’è un flight tv, le ricerche settimanali su Google crescono in modo significativo. Media Italia si è però accorta come non basti andare in tv per ottenere automaticamente risultati positivi. Per massimizzare la forza dell’acquisto online, vengono raccomandate: una gestione intelligente delle leve del tv planning, ovvero la corretta scelta delle reti, delle fasce orarie, dei programmi, dei giorni della settimana e del secondaggio degli spot; una creatività adeguata ai prodotti di direct response, ovvero che stimoli la visita al sito; e, infine, un’analisi attenta dei dati di risposta con continuo fine tuning del media planning o del messaggio. I risultati della centrale Intanto, Cagnetta, parlando dei risultati 2015 della centrale, ha anticipato che sono stati più che positivi, con un billing che ha superato i 350 milioni di euro, in crescita del 15% sul 2014 grazie sia all’allargamento di incarichi da parte dei clienti esistenti sia all’acquisizione di quelli nuovi come, ad esempio, Tripadvisor, che investe circa 5 milioni di euro e che è andato a rafforzare la quota in crescita del 15% sull’amministrato rappresentata dallo spending di aziende che operano nell’ecommerce, cioè il segmento analizzato dalla ricerca presentata ieri dalla struttura di Gruppo Armando Testa. E anche il 2016 – anno nel quale Media Italia potrebbe valutare di riallacciare i rapporti con Recma, cui non fornisce più i propri dati da quale tempo - sembra partito bene, in linea con la leggera positività del mercato; inoltre, la struttura è impegnata in almeno due gare.


Tag:

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy