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Web Marketing Festival: 100 passi verso la trasformazione digitale del Paese

Autore: Redazione


La quinta edizione della kermesse si è conclusa all'insegna dell'innovazione digitale e sociale: collettività, legalità e accessibilità le parole chiave

dal nostro inviato a RIMINI, Stefano Pistore
«Sei andato a scuola, sai contare?», domanda Peppino Impastato al fratello Giovanni. «E contare e camminare insieme, lo sai fare?» Il dialogo, tratto da “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, ha introdotto la quinta edizione del Web Marketing Festival di Rimini, cento passi che, come osservato da Cosmano Lombardo, chairman del Web Marketing Festival e ceo di Search On Media Group, forse non basteranno a completare la trasformazione digitale dell'Italia ma dovranno compiersi coinvolgendo l'intera comunità, affinché i nuovi strumenti digitali diventino dei beni davvero collettivi a servizio della società e della legalità. Queste le parole chiave ripetute durante la prima parte della plenaria nel primo giorno del festival: collettività e legalità. Parole riprese anche dal sociologo Francesco Morace che nel suo intervento ha fornito un quadro generale sui trend riguardanti il tessuto sociale e il mondo del business che verranno, soffermandosi in particolar modo sul concetto di credibilità: «Negli ultimi 50 anni la visibilità è stato il paradigma predominante, oggi occorre lavorare sulla credibilità, sulla reputazione, e quindi sui piccoli gesti.» Il discorso viene approfondito con gli interventi dedicati al rapporto fra criminalità e digitale, raggiungendo il climax con il commovente racconto di Federica Angeli, giornalista di Repubblica, attualmente sotto scorta in seguito alle indagini condotte contro la mafia romana, una mafia che come sottolineato da Angeli ancora non ha un nome che la identifichi, a differenza della criminalità organizzata siciliana, napoletana o calabrese.
Il mercato dei media digitali
Siamo al Web Marketing Festival, impossibile non parlare di marketing da un punto di vista tecnico-scientifico. Andrea Lamperti, direttore dell'Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, ha quindi spostato l'attenzione sull'evoluzione del mercato dei media digitali presentando gli ultimi dati in materia, un mercato che nel 2016 ha registrato un valore di 15,8 miliardi di euro secondo i dati dell'Osservatorio. Di questa cifra il 51% è generato dai consumatori, il 49% dall'advertising. Il canale principale da cui provengono i ricavi nell'advertising rimane quello televisivo, da cui proviene il 50% del fatturato del 2016. Internet si conferma invece il canale maggiormente in crescita rispetto agli anni passati tra gli altri mezzi di comunicazione, un canale che oggi vale 2,36 miliardi di euro. Lamperti si è poi soffermato sull'Internet advertising, snocciolando una serie di considerazioni legate ai formati e alle device utilizzate per la trasmissione e la fruizione di questo tipo di pubblicità: «Circa 2/3 del mercato dell'internet advertising è controllato da Google e Facebook - ha sottolineato il direttore dell'Osservatorio - e le aziende devono attrezzarsi per rispondere a questo predominio». Per far ciò è necessario puntare sui formati giusti, studiando i device più utilizzati dall'audience di turno, in modo da saper proporre il formato più adatto di advertising a seconda dell'obiettivo. L'industry della comunicazione deve poi imparare a dare il giusto peso alle misurazioni - unico modo per decidere o meno se smettere o continuare a lavorare su determinate performance - e pianificare strategie che coinvolgano non solo il canale online ma anche altri mezzi di comunicazione. Fare i conti con gli OTT significa però anche aggiornarsi su tutte le novità in ambito normativo - quelle sull'eprivacy, tanto per restare sull'attualità – e innovare attraverso nuovi tecnologie (leggi Programmatic).
La trasformazione digitale nell'Industria 4.0
L'innovazione vera viene poi portata sul palco del festival con Yuval Dvir, ‎head of EMEA online partnerships della divisione Google Cloud, che ha stupito la platea con il potenziale del machine learning e dell'intelligenza artificiale. Ma quali sono i numeri della digital transformation in Italia? Qualche dato è stato portato da Marco Gay, vicepresidente esecutivo dell'incubator Digital Magics, che nello specifico ha analizzato lo stato evolutivo dell'Industria 4.0. «Quattro punti l'aumento del PIL legato all'economia digitale, 330 miliardi di euro il valore della sharing economy nel 2030 e oltre 110 miliardi i ricavi per l'industria tradizionale con l'Industria 4.0. Questi tre numeri - ha sottolineato Marco Gay - mostrano l'importanza che l'innovazione, l'Open Innovation e la digital transformation hanno per la nostra economia, ma soprattutto il ruolo fondamentale che devono ricoprire per il futuro del nostro Paese. In questo processo di cambiamento e rivoluzione industriale le stratup digitali sono determinanti e cruciali per far sì che l'Italia sia ancora più competitiva a livello internazionale.» Per l'Industria 4.0 è necessario un capitale umano 4.0, avverte però il dirigente di Digital Magics. Occorre riqualificare le capacità dei lavoratori per creare nuovi lavori ma soprattutto, come spiega Ivan Mazzoleni, head business digital transformation di Microsoft Italia, è fondamentale riorganizzare la struttura organizzativa delle imprese, non più strutturate a silos ma come dei network in grado di scambiare informazioni verso l'esterno da qualsiasi divisione. Per far ciò le aziende devono lavorare su quattro grandi pilastri trasformativi: trasformare il rapporto con il cliente, rafforzare il proprio capitale umano, trasformare i propri prodotti e ottimizzare le operations.
Crisi di comunicazione e accessibilità digitale al Web Marketing Festival
Il tema della credibilità è stato ripreso anche all'inizio della seconda giornata di lavori del Web Marketing Festival, questa volta nell'ottica di chi deve gestire una crisi di comunicazione. «Fino a poco tempo fa per affrontare una crisi di comunicazione bastavano i numeri di telefono di qualche professionista di radio, TV, stampa per risolvere il problema, oggi, Internet ha dato la possibilità di rendere i contenuti delle notizie virali provocando effetti devastanti non solo per la reputazione di un'azienda ma soprattutto per il suo business», ha spiegato l'esperto in comunicazione Gianluca Giansante. Ma esiste un ricettario per ridurre i danni provocati da una crisi di comunicazione? Secondo Giansante sì e sono riassumibili in 5 punti: «Le crisi sono molto spesso prevedibili e proprio per questo motivo è necessario preparare in anticipo un piano di comunicazione strategico ante-crisi; monitorare la rete costantemente e in maniera professionale; reagire alla crisi il più velocemente possibile, di regola entro la prima ora; gestire la crisi non solo online ma anche attraverso i media tradizionali; difendere la reputazione del brand rispondendo sempre alle domande degli utenti con trasparenza, in maniera comprensibile, e con gentilezza». L'argomento è stato poi approfondito durante il panel dedicato alle crisi di comunicazione che negli ultimi mesi hanno sorpreso le ONG in Italia, dove i rappresentati di Action Aid, Save The Children, Medici senza frontiere e Unicef hanno spiegato la loro strategia nella gestione delle attività comunicative durante i momenti di emergenza. Tempestività, monitoraggio e reputazione, tre parole che hanno trovato d'accordo tutti e quattro i relatori moderati da Neri Marcorè che ha continuato a fornire il suo contributo al Web Marketing Festival durante lo spazio dedicato all'accessibilità digitale. La tematica, introdotta dal pianista non vedente Ivan Dalia, ha proposto una serie di spunti per abbattere tutte quelle barriere che creano forme di digital divide e ostacolano l'accesso a molti contenuti online a coloro che si trovano in situazioni di disabilità. Protagonisti di questa parte i rappresentati di IWA, UICI, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e Vincenzo La Francesca della Federazione Pro Ciechi che in maniera molto divertente ha mostrato come la tecnologia Apple sia venuta incontro alle disabilità di ciechi e ipovedenti.

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Tv

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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