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Thron e la content intelligence: l'ottimizzazione dei contenuti parla l'italiano

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L’applicazione dell’artificial intelligence al content management permette di perfezionare il valore dei contenuti sui diversi media e personalizzarli automaticamente per una fruizione 1 to 1. Se ne è parlato a “The Connected Experience Imperative”, organizzato dalla società lo scorso giovedì insieme a KPMG

Società e tecnologia vivono ormai in una relazione simbiotica. L’avvicendarsi delle “ere” ha subito un’accelerazione quasi impensabile anche solo pochi decenni fa. «L’era della produzione ha lasciato il posto a quella della distribuzione, che poi ha abbandonato il campo di fronte all’era dell’informazione. Ora siamo nell’era del cliente», ha spiegato Paolo Capaccioni, advisory partner di KPMG, durante l’evento “The Connected Experience Imperative” organizzato da Thron e KPMG lo scorso giovedì.

Nell’era del cliente

La rivoluzione customer-centric non è certo avvenuta quest’anno, ma la tecnologia a supporto e la filosofia che ne segue è arrivata a una maturazione tale da offrire agli utenti una branded-experience di grande qualità, parametro decisivo nel marketing contemporaneo. «Il consumatore si è messo prepotentemente al centro dell’attenzione, pretende servizi e prodotti che soddisfino il suo bisogno di esperienze. E perché sia veramente al centro, è necessario che tutta l’azienda, in tutti i suoi livelli, condivida la volontà di portarcelo. Operation e backoffice devono essere coordinati al meglio, e ogni dettaglio dev’essere chiaro e ben disegnato per rispondere ad ogni evenienza», continua Capaccioni. I consumatori danno valore alle esperienze che semplificano loro la vita, e per seguirli è utile tenere conto di pochi accorgimenti: «Da customer aware bisogna diventare customer lead, i rich data devono trasformarsi in insight che guidino le scelte aziendali, la perfezione vale meno della velocità, i silos devono essere abbattuti in favore di un ecosistema connesso», ha spiegato Rusty Warner, analista di Forrester.

Valutazione dell’esperienza offerta dalle aziende

Digitale significa misurabilità, o almeno è questa la caratteristica che lo differenzia dai media tradizionali, come ha sottolineato Luca La Mesa, social media strategist per brand di alta gamma. Sono nati dunque alcuni strumenti per valutare l’esperienza offerta dai marchi ai consumatori, come il Customer Experience Excellence Score di KPMG. «Si fonda su 6 pillar, che comprendono categorie legate alle operation e altre più psicologiche. Questi sono: Personalizzazione, Integrità, Aspettative, Tempo ed impegno, Risoluzione ed Empatia», dice ancora Capaccioni. Una volta ottenuti i dati è poi possibile generare un indicatore che indica categorie da migliorare per aumentare la qualità del rapporto con i clienti. Un elemento importante, in quanto sottoinvestire rispetto alle aspettative dei clienti porta a una perdita, «ma parte del valore viene disperso anche sovra-investendo in aree già sviluppate in elementi in cui il consumatore non riscontra nessuna utilità».  «La creazione del valore passa dalla memorabilità dell’esperienza, e questo è dimostrato dal fatto che i primi 10 brand per customer experience hanno registrato negli ultimi tre anni una crescita dei ricavi doppia rispetto ai marchi compresi tra l’undicesimo e il cinquantesimo posto».

Content strategy e Content Intelligence

Il 59% dei marketer ha intenzione di incrementare gli investimenti su contenuti e personalizzazione, perseguendo attraverso una buona content strategy l’obiettivo di creare esperienze rilevanti contestualizzate. Ma per offrire praticità nel momento adatto del consumer lifetime, attraverso il touchpoint preferito dal singolo utente, serve adottare un approccio automatico. Sviluppando quindi contenuti che si possano riutilizzare e adattare a più canali, mantenendo la loro portata operativa ed emotiva. Produrre contenuti per un solo canale può essere inutilmente costoso, è preferibile utilizzare una struttura modulabile. La Content Intelligence, l’utilizzo di artificial intelligence per comprendere e suggerire una nuova applicazione delle qualità inerenti ai contenuti (come ad esempio la carica emotiva, lo stile, il tono, e così via) su diverse destinazioni, con il supporto delle piattaforme di DAM - digital asset management - Intelligenti diventano la maniera per evolvere definitivamente l’esperienza di un brand. Accanto a una content strategy, basata dunque su insight ed engagement, i sistemi di Content Intelligence diventano l’elemento di ottimizzazione di un contenuto su diverse linee: economica, in quanto permette di calibrare l’efficienza di un contenuto su diversi canali e dunque valutare gli investimenti su di essi; efficienza, per la sua capacità di interpretare e suggerire le modifiche a un contenuto in base alla destinazione su cui esso apparirà, con i conseguenti vantaggi in termini di engagement. «Il 73% delle aziende vuole essere data driven, ma solo il 29% riesce ad azionare i dati che raccolgono», rivela Warner. «I dati e gli analytics degli utenti si fondono con i dati e gli analytics del contenuto, e nel giusto contesto diventano un driver esplosivo per la crescita dell’azienda», conclude.

Content Intelligence: una realtà italiana

Tutto parte da Thron, «uno strumento che aiuta i marketer ad estrarre il massimo valore dai contenuti. In particolare mira a renderli efficienti e a rendere consistenti messaggi che distribuisce sui vari canali. Riesce a proporre la stessa immagine su diversi canali senza duplicazione, grazie ad un algoritmo di artificial intelligence che analizza i contenuti, ne comprende il valore per il brand e li personalizza per una delivery 1 to 1 - racconta Nicola Meneghello, Founder e Ceo - . La Content Intelligence è una l’applicazione dell’artificial intelligence ai contenuti, per ottimizzarne la gestione». Ma Meneghello e il suo team ha dato vita anche a una community sul tema: Content Intelligence Network. «È nata da un’esperienza decennale con i nostri clienti di Thron e assieme ai nostri partner. Nel tempo abbiamo accumulato molti feedback, ed è successo che le aziende hanno iniziato a chiederci di formarle su questi temi. Abbiamo dunque scritto a tante mani la guida Content Intelligence for Dummies, edita da Wiley che per la prima volta ha pubblicato una delle sue starter guide prodotta da un’azienda italiana. Avevamo stretti contatti con partner, clienti, analisti ed editori, e così abbiamo deciso di formare una community - dove scambiare contenuti, domandare e rispondere. È la prima sul tema della Content Intelligence. Ora l’obiettivo è dare una dimensione ancora più estesa alla community ed espandere l’hub a livello internazionale. Ovviamente, per questa nuova disciplina ha anche una funzione lavorativa corrispondente. Si tratta del Content Intelligence manager, un ruolo non ancora diffuso e che ha bisogno delle sue abilità specifiche. L’evento dello scorso giovedì è il primo dal vivo - dopo tre webinar - e presto ne seguirà uno a Milano», conclude Meneghello.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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