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Radio Goes Digital, le prime luci sul digital audio adv in Italia

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L’incontro milanese è stato il primo interamente dedicato alla neonata industry, che è stata sviscerata in ogni suo particolare. Daniele Sesini, direttore generale di IAB, ha colto l’occasione per presentare la “Guida sul digital audio advertising”

Discografia e radio negli ultimi anni hanno dovuto stringere la cinta. Entrambi i settori hanno vissuto un periodo di stabilità o lieve decrescita economica, che adesso potrebbe ricevere dal revitalizzante digitale la spinta giusta per tornare a crescere. Le piattaforme di streaming musicale stanno aumentando i volumi di distribuzione e rappresentano un nuovo canale di monetizzazione per le etichette discografiche, la cultura del podcasting, soprattutto grazie alo smartphone, si sta diffondendo nelle aree più digital-savvy del mondo dando ai programmi radio una vita più lunga. La nuova onda dello streaming audio ha ricevuto meno spazio di quanto avrebbe dovuto nelle vetrine mediatiche, ma i dati parlano chiaro: gli stream audio on-demand nel 2016 sono stati 250,7 miliardi, contro i 181,3 miliardi di video on-demand (http://www.360com.it/scenari/lo-streaming-musicale-brucia-la-video-consumption-negli-usa/ ) riprodotti. Un settore in rapida espansione, ma solido abbastanza da far esclamare a Ed Keohane, direttore audio di Bauer Media che l’”audio è il nuovo video” (http://www.360com.it/scenari/uk-pronti-alla-rivoluzione-digital-audio-video/).

Il segmento digital audio si sta configurando anche in Italia

Parole e fatti che, però, provengono dall’estero, dove tutto succede più in fretta. L’Italia intanto ha svolto tutti i preparativi del caso ed ora è pronta ad aprire le porte a un nuovo business digitale che rappresenta un supporto per gli editori radiofonici tradizionali. I marketer della Penisola hanno la possibilità di «affrontare questa evoluzione tecnologica e dei comportamenti di fruizione dei contenuti audio», dice Mirko Lagonegro, ceo e cofounder di DigitalMDE, durante l’evento Radio Goes Digital tenutosi ieri a Milano. La radio per come la conosciamo non sta soffrendo nessuna recessione, ma «il digitale deve aggiungere al framework classico due elementi: scelta e controllo. La digital radio in Italia è una modalità consolidata, oltre l’80% di chi produce contenuti li propone anche online, ma è il momento di passare dalla modalità one-to-many a quella one-to-one. In questo modo i marketer possono disporre di strumenti di tracking per distribuire le proprie inserzioni», continua. Sotto l’ombrello dell’audio digitale sono comprese quattro tipologie di contenuti: Simulcast stazioni FM, Music Apps, Web Radio e Podcast.

Daniele Sesini presenta il whitepaper di IAB Italia sul digital audio adv

Ad aprile, «stimolato dal rilievo che stava prendendo il segmento sui mercati esteri», IAB Italia aprì un tavolo di lavoro con l’obiettivo di regolare il mercato audio sotto la sua nuova configurazione. Ora il gruppo di lavoro è stato sciolto, e il suo prodotto, la «Guida sul digital audio advertising», è disponibile per tutti gli operatori del mercato. «Il Whitepaper che presentiamo oggi descrive la sua value proposition e, per la prima volta, stabilisce modalità e parametri di funzionamento, misurazione e compravendita del comparto, evidenziando le opportunità che questo nuovo framework offre al mercato italiano, coerentemente a quanto già sta accadendo nel resto del mondo», spiega Daniele Sesini, direttore generale IAB Italia. «Il digital audio presenta nuove opportunità: disponibilità di audience crescente, con picco di concentrazione sui target giovani, rapporto one-to-one; possibilità di targettizzare su mobile e per sociodemo, acquistando anche in programmatic. In termini di potenzialità siamo ancora in fase embrionale. L’introduzione di nuovi device come i vocal assistant e le connected cars offriranno ulteriori e interessanti contesti in cui inserire l’audio advertising. Sono ancora pochi i brand che hanno a bilancio una voce degna di nota riguardo al digital audio, ma in prospettiva è un mercato molto forte», aggiunge Sesini. IAB Usa ha indicato il 2016 come anno di debutto del comparto, che ha già raccolto 1,1 miliardi di dollari di investimenti, e il 66% degli inserzionisti americano sono pronti ad aumentare i propri budget nel 2018.

Il mercato digitale italiano

La industry pubblicitaria italiana, persi in considerazione tutti i media a disposizione, ha ripreso a crescere nel 2016 dopo 8 anni di calo. Il +3% segnato lo scorso anno ha portato la industry a un valore complessivo di 15,8 miliardi di euro. Anche se la tv vale ancora più del 50% del totale, con una crescita compresa tra lo 0 e il 2% nel 2016, è internet il media più effervescente, con un +10%, la radio vale circa il 5% del mercato, mantenendosi stabile in un rapporto anno su anno. «il digital audio advertising non si sovrapporrà alla radio tradizionale, ma si inserisce nel canale internet, che è in crescita costante. Il digital audio, ad oggi, sfugge alle statistiche ma si aggiungerà all’internet mix», commenta Andrea Lamperti, direttore Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano. La raccolta mobile rappresenta solo il 30% del mercato digitale, «forse perché non è ancora stato trovato il formato giusto per giustificare investimenti maggiori. Il digital audio potrebbe rappresentare un formato che impatterà con forza sul segmento, e il supporto programmatico può essere un ulteriore stimolo», continua.

Daniele Sesini
Formati pubblicitari audio, posizionamento e compravendita

L’entrata nel mercato è accompagnata da un’offerta composta da 4 formati pubblicitari: Recorded Spot, ovvero spot radio tradizionali che sarebbero più efficaci se costruiti per la destinazione digitale; Native Ads, tradotto in endorsement da parte dei conduttori dei podcast; Branded Playlist, sequenze di canzoni scelte e promosse dai marchi; Branded Podcast, programmi ideati e finanziati dai brand. Uno dei maggiori esempi di quest’ultima forma di advertising è il podcast di General Electrics, in USA, che è stato scaricato oltre 400 milioni di volte.

Le inserzioni possono essere posizionate in quattro modi diversi: preroll, midroll, postroll e spot replacement, sostituendo al flusso che viene trasmesso in diretta un altro soggetto creativo sullo streaming.

Le modalità d’acquisto si dividono in private deal, che privilegia una tecnologia capace di velocizzare il processo d’acquisto e la private auction, che dopo un accordo iniziale permette agli inserzionisti di accedere a un ventaglio di inventory. Entrambe le modalità sono Daas Compliant.

A oggi, l’unica piattaforma di misurazione per questo tipo di pubblicità è Webcastmetrics di Triton, è già disponibile in Italia ed è in possesso della certificazione del Media Rating Council. «Siamo specializzati in digital audio, non misuriamo su un panel ma operiamo in modalità true census. Riusciamo a catturare tutti gli ascolti, in ogni location e su ogni device. Rilasciamo report mensili globali o per aree geografiche, in cui è gratis figurare», commenta Benjamin Masse, market development & product Strategy di Triton Digital.

Nuovi contesti d’uso

In mobilità, quando tenere sotto gli occhi lo schermo dello smartphone è scomodo, la gente fruisce massivamente di contenuti audio. Introduzione di dispositivi come gli smart assistant e le connected car sono un ulteriore occasione in cui l’audio ha un ruolo dominante. Non solo, il contatto con i contenuti avviene in modo molto diretto e intimo, massimizzandone l’impatto e l’incisività. Itunes, Spotify, Spreaker, audible e TuneIn sono sistemi diversi che hanno una cosa in comune: hanno facilitato la fruizione dei contenuti audio. Hanno cambiato paradigma, i primi due attraverso un accesso rapido alla musica, il terzo raccoglie podcast on demand, il quarto è una repository di audiolibri, l’ultimo è un aggregatore di stazioni radio da tutto il mondo. «I broadcaster devono fare gruppo. La proposta di una miriade di applicazioni non è efficace, perché di fronte agli aggregatori si rivelerebbe dispersivo e consegnerebbe a questi gli ascoltatori riducendone le revenue. Proporre una sola applicazione con tutta la radiofonia italiana sarebbe un modo efficace per massimizzare il ricavato dai propri ascoltatori», dichiara Davide Pansa, cmo & co-founder di DigitalMDE.

Le prime campagne made in Italy

«L’approccio del consumatore verso l’insieme dei media cambiato, ora è più orientato al mobile, più social, più istantaneo, e la voglia di possesso ha lasciato il posto all’accessibilità», racconta Cristina Ughes, chief programmatic officer di Publicis Media. Il programmatic è il mezzo per parlare in modo targetizzato e personalizzato ai consumatori e permette di farli su diversi tipi di contenuti attraverso una strategia completa e one-to-one. Il digital audio adv rappresenta quindi un ulteriore canale per comunicare con l’utente. «Abbiamo lanciato una campagna con FCA, composta da audio spot da 30 secondi coordinati a banner cliccabili per la durata di 13 giorni, dal 18 settembre all’1 ottobre, sul territorio di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Abbiamo prodotto 50.000 audio impression che hanno portato a un tasso di atterraggi sulla landing page, attraverso i click sui banner, del 7%», spiega Ughes. «Siamo partiti dal programmatic tradizionale, poi abbiamo aggiunto il DOOH e ora l’audio. È possibile raggiungere target legati a generi musicali, socio demo, comportamentali, geolocalizzati e per device», conclude Ughes.

Mediamond, invece, ha aperto a marzo un audio exchange, MAX, che riesce a raggiungere l’utente in mobilità, sul punto vendita e al di fuori del peak time radiofonico. È possibile consegnare le ads su tutti i device connessi, in contesti editoriali sicuri e di qualità, e in modo da non disturbare la user experience in quanto inserito nel flusso audio. «Inoltre questa nuova forma di advertising sfugge all’adblocking e all’adfraud, e permette l’erogazione su specifiche audience o aree geografiche, oltre ad essere misurabile, anche nei risultati, attraverso le principali metriche del mercato e criteri come il listen-trough-rate», dice Mara Negri, director of partnership & business development di Mediamond. «Abbiamo introdotto il digital audio per offrire ai nostri clienti la possibilità di ampliare la loro programmazione sui canali digitali», conclude Negri.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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