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Le reazioni alla decisione di Publicis di sospendere la partecipazione a premi e awards

Autore: Redazione


Non sono mancate le risposte dei clienti internazionali all’annuncio fatto dal ceo della holding

The Ad Store, il network internazionale di agenzie indipendenti dall’approccio human-oriented, ha risponde all’annuncio di Arthur Sadoun, ceo di Publicis Groupe di voler vietare a tutte le agenzie del gruppo l’iscrizione agli Award Show nel 2018. Paul Cappelli “La decisione di Arthur Sedoun si muove in direzione completamente opposta al modello di lavoro di The Ad Store, sintetizzato nel nostro Humanifesto. Crediamo che, a partire proprio dagli ambienti di lavoro, la comunicazione debba abbracciare una dimensione più umana, non artificiale o virtuale”, afferma Paul Cappelli. A conferma di tale approccio, The Ad Store annuncia la sua presenza a Cannes in occasione dell’annuale convention internazionale del gruppo.  “Abbiamo scelto Cannes per lanciare il nostro appello alla vastissima audience presente al Festival: be more human! - spiega Natalia Borri, presidente e chief creative director di The Ad Store Italia -. Tra i temi della convention proprio l’aumento, da parte di tutte le agenzie del network The Ad Store, di investimenti humancentrici - come la maggiore partecipazione agli Awards, in quanto momenti di altissima formazione e perché no, di gratificazione. Anzi, Monsier Sadoun, la aspettiamo nella nostra #TheAdVilla, magari riusciamo a farle cambiare idea”. Il 22, 23 e 24 giugno, le 13 agenzie di The Ad Store sparse per il mondo si danno appuntamento in una spettacolare villa con piscina e campi da tennis alle porte di Cannes. #TheAdVilla, questo il concept che il network ha scelto per raccontare alla vastissima audience presente durante il Festival il suo approccio human-oriented. #TheAdVilla è più di un semplice luogo fisico dove condividere visioni e idee, obiettivi di business e di crescita, è uno spazio creativo, di formazione, aperto, inclusivo e accessibile che diventa metafora della filosofia human del network. Ospiti #TheAdVilla, alcuni dei talks più prestigiosi del Palais, a partire dall’interactive workshop della Berlin School of Creative Leadership, per un importante momento di arricchimento professionale e personale per i creativi del network e per gli ospiti presenti, fino all’intervento conclusivo di Paul Cappelli, founder di The Ad Store. E per chi non ci sarà?  Basterà seguire #TheAdVilla sui canali social di The Ad Store, che condividerà, giorno dopo giorno, un foto e video diary della sua esperienza a Cannes mettendo a disposizione della sua community talks, workshops e divertenti backstages dell’agency life.

Publicis Groupe lascia Cannes e i premi del 2018: le reazioni del mercato internazionale

Arthur Sadoun Sono solo tre settimane da quando Arthur Sadoun ha assunto la carica di presidente e ceo di Publicis Groupe, ma ha già avuto modo di far parlare molto di sé. Sotto il sole del Festival Internazionale della Creatività di Cannes, Sadoun ha affermato che la holding non avrebbe partecipato all’evento creativo più importante del settore il prossimo anno, così come ad altri premi, all’SXSW e al CES. La dichiarazione ha turbato molte persone a Cannes, tra cui gli stessi rappresentanti di Publicis che non erano stati informati della novità. Nessuno però è rimasto male come Ascential, l’organizzatore dei Lions di Cannes. Il festival ha infatti messo a segno 72 milioni di dollari di fatturato l’anno scorso e circa il 10% dei lavori iscritti al festival provengono da Publicis.
Come l’hanno presa i clienti della holding?
La decisione sarà “davvero problematica”, ha dichiarato Syl Saller, responsabile globale marketing di Diageo, che utilizza Leo Burnett di Publicis Groupe in Australia. “Credo che sia un errore perché i creativi delle agenzie danno valore ai premi e uno dei motivi per cui noi li apprezziamo è che abbiamo visto abbastanza dati sul fatto che i premi per la creatività portano a risultati migliori”. Diageo usa Cannes per conoscere le agenzie cui sta valutando di affidarsi, ha detto Mark Sandys, che sovrintende alla gestione mondiale dei brand di birra di Diageo, così come di Smirnoff e Baileys. Questa settimana l’agenda dell’azienda comprende una sessione di due ore con un gruppo di agenzie che sta osservando. “Alcune delle agenzie che ho incontrato, grandi e piccole, mi hanno impressionato a tal punto da indurmi a pensare a loro la prossima volta che faremo una gara. Ma non posso dire lo stesso di Publicis”. Il responsabile del marketing globale di Chevrolet, Tim Mahoney, che lavora con alcune agenzie di Publicis a livello internazionale, ha detto che il gruppo non sarà danneggiato dalla mossa di Sadoun, ma ha espresso qualche riserva: “Sia Cannes sia gli Effies Awards sono importanti per noi. Offrono un incentivo alle agenzie per fare un lavoro migliore sia per attirare i talenti più appetibili”. Keith Weed Keith Weed Keith Weed, responsabile marketing e comunicazione di Unilever, ha affermato che l’assenza di Publicis Groupe renderà Cannes e gli altri eventi “un po’ meno validi”. Per Unilever, infatti, sono l’occasione per incontrare i propri partner. “So che alcune persone ritengono che Cannes sia diventato troppo grande, troppo occupato, troppo complesso, troppo costoso”, ha detto Weed. “E penso che questo sia qualcosa su cui riflettere per Cannes”. “È un’occasione per reinventarci “, ha affermato Mark Tutssel, chief creative officer di Leo Burnett, l’agenzia più premiata tra tutte quelle di Publicis Groupe, che probabilmente ha più da perdere nell’abbandonare il circuito dei premi.
Più aziende meno agenzie
Il Festival Internazionale della Creatività di Cannes quest’anno ha dichiarato che le iscrizioni da parte delle aziende, rispetto a quelle delle agenzie, sono aumentate. C’è già chi avanza l’ipotesi che aziende e le case di produzione potrebbero riempire il prossimo anno una parte del vuoto lasciato dalle agenzie. Ma, a questo proposito, Weed ha commentato che non è sicuro che Unilever pagherà per iscrivere le campagne delle agenzie di Publicis.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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