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UPA, 2017 a +1,8%. Le parole d’ordine di Sassoli: trasparenza, intermedialità ed emozione nel futuro dell’advertising

Autore: Redazione


Arrivano buone notizie per l’Italia, «recuperato un miliardo in otto anni»: investimenti in crescita, traino del digitale, ma televisione ancora al centro. Molta fiducia nelle Pmi, con un +5%, ma il quadro resta ancora carente per l’ecommerce e per i giovani talenti italiani

Articolo a cura di Anna Maria Ciardullo

L’annuale incontro organizzato da UPA si è aperto ieri con un discorso davvero ottimista da parte del presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, il quale, con una citazione beckettiana degna del luogo dove si è tenuto ieri l’evento, il Teatro Strehler di Milano, ha annunciato una ripresa del mercato pubblicitario. «Abbiamo dato buca al Godot della sfiducia: chiuderemo il 2017 al +1,8%, e con ciò il mercato degli investimenti in comunicazione avrà accumulato 36 mesi consecutivi di crescita. Dal 2009 è stato riassorbito un miliardo di investimenti, energia che è stata mobilitata e canalizzata, quindi, possiamo dire, dopo il +3,7 dell’anno precedente e il +1,8% del 2015, che siamo fuori dalla recessione».

Lorenzo Sassoli de Bianchi
Dati e previsioni di UPA

In crescita il settore automotive, insieme al farmaceutico, la cura della persona e viaggi e turismo; resta stabile quello alimentare, mentre le telecomunicazioni hanno subìto una flessione nei primi tre mesi, ma si prevede un recupero nella seconda parte dell’anno. Sono le piccole e medie imprese, però, a trainare la crescita, con un +5%, e rappresentano attualmente il tessuto imprenditoriale meno ingessato, che importa di più e che funziona meglio; e sul quale è riposta molta fiducia. Stabili anche le grandi aziende, mentre resta un punto di domanda sulle intermedie. Interessante il dato sui nativi digitali (Amazon & co) sui quali, naturalmente, la previsione è di crescita. Questi ultimi hanno investito 173 milioni di euro nel 2016, che rappresentavano già un 12% in più dell’anno prima, e il 78% di questi investimenti è stato destinato alla televisione.

«Come diciamo da anni, l’online investe offline», ha commentato Sassoli. La televisione, secondo le stime riportate, registra una lieve crescita, insieme alla radio. Incremento concreto, invece, per il mezzo digitale, soprattutto, in termini di search e social. A soffrire, ancora, è la stampa, in modo meno indicativo sul breve periodo. «Gli editori dovranno trovare nuovi modelli di business per sopravvivere al calo previsto», ha consigliato ancora il presidente di UPA. Nessun dato sull’out of home, che cresce, ma che sarà valutato ex post per via delle sue dimensioni ancora relativamente piccole. «In questo quadro, la marca resta centrale, la comunicazione rimane l’anima del prodotto e la connessione più potente continua a essere l’emozione», ha proseguito.

Centralità della tv

Lo stesso presidente ha poi posto l’accento sulla centralità della televisione e la conseguente importanza dei progetti in corso in Auditel: la realizzazione di un panel unico al mondo, di 16.100 famiglie, sotto la guida di Andrea Imperiali, per rispondere alla frammentazione dell’offerta e della domanda di televisione, che costituirà anche la base per la prossima misurazione censuaria dei contenuti televisivi ovunque essi vengano fruiti da un consumatore intermediale. Il campione, infatti, è cresciuto e verrà misurata finalmente anche l’audience su tablet, pc, smartphone smart tv e così via. I cosiddetti specchi neri di cui si parla nel titolo dato quest’anno all’evento: “Tra specchi neri e libri bianchi”.

Non più crossmedialità, ma intermedialità

Sassoli ha insistito nella sua relazione sul concetto di intermedialità, un nuovo termine che indica attraversare i mezzi di comunicazione rimodulando il contenuto rispetto a ognuno di essi e non più semplice “crossmedialità”, ossia far passare lo stesso messaggio su tutti i mezzi. Per spiegare «il supremo gioco post-mediatico che consiste nell’attraversare i mezzi rimodulando il contenuto» ha portato come esempio “l’edicola” di Fiorello, progetto innovativo che ha valorizzato tutti i mezzi di comunicazione, dalla stampa alla radio, dalla televisione a internet.

Geografia digitale

Sul tema dell’intermedialità, Sassoli ha redatto una sorta di geografia odierna del digitale, in cui ciascun soggetto ha un ruolo ben definito: «a Google la mappatura delle ricerche; a Facebook la mappatura dei comportamenti; a Youtube e Instagram la mappatura dell’immaginario e del self brand; Twitter si apre alla pubblicità; a Snapchat la mappa dei millennials; ad Amazon la mappatura della nuova catena del valore; ad Apple la mappa della nomofobia (o paura di perdere la connessione telematica)».

Le buone notizie

Sfruttando una scenografia minimalista e con il consueto e originale taglio teatrale e performativo ispirato allo «scontro atavico tra la follia delle passioni e la saggezza dell’indifferenza» e con la regia del Piccolo Teatro, Sassoli ha elencato alle oltre 800 persone intervenute fra investitori, centri media, agenzie, imprenditori della comunicazione, editori, broadcaster e giornalisti, una serie di buone notizie per il mercato incerto degli investimenti pubblicitari. Innanzitutto, come già noto, è stato pubblicato il Libro Bianco sul digitale, apice di uno sforzo comune a tutte le associazioni di categoria del settore e che consiste in una mappa di regole per viewability, filiere corte e trasparenti, prevenzione delle frodi, tutela della sicurezza delle marche, attenzione alla user experience, disponibilità dei dati e quantificazione degli investimenti.

Tax credit

La seconda buona notizia è l’introduzione nella recente legge finanziaria del tax credit, che aspetta di essere regolamentato nel 2018, per gli investimenti incrementali sulla stampa e su televisioni e radio locali. «Si tratta di un’ottima opportunità che porterà un’inversione di tendenza in positivo e che potrebbe far tornare la stampa in agenda» ha spiegato Sassoli.

La proposta per IAP

La terza è che la proposta dell’UPA di affidare all’Istituto di Autodisciplina (IAP) il controllo delle fake news di natura commerciale è stata condivisa da AgCom e Antitrust e ci si augura che il progetto abbia un seguito. E lo stesso IAP ha appena emanato una regolamentazione sugli influencer che prevede l’esplicitazione dei contenuti pubblicitari.

UPA premiata per la vitalità

Infine, UPA è stata premiata per la sua vitalità: Upaperlacultura ha vinto il President’s Award assegnato dalla WFA, l’associazione che riunisce le associazioni degli utenti di tutto il mondo, come il progetto più innovativo per le strategie d’impresa. Un premio alla creatività e alla sensibilità italiana nei confronti della cultura.

Rivoluzione digitale

Sassoli ha poi affrontato il tema della rivoluzione digitale: «Cinque secoli per tre rivoluzioni: Gutenberg, Marconi, la televisione, e solo vent’anni per condensare tutto in un “telefono”. Un’accelerazione impressionante». E ha ricordato, però, che «la connessione più potente resta l’emozione». Facendo riferimento alla serie televisiva britannica “Black Mirror” che, alzando il tasso d’invadenza del web riflette la nostra possibile condizione nell’era della connessione, Sassoli ha sottolineato che «non siamo ancora pronti al salto nel buio degli specchi neri, viviamo ancora di sensazioni tattili, di desideri e bisogni inespressi». E ha suggerito di «non guardare il mondo sotto le lenti della tecnologia, ma, piuttosto, di vedere la tecnologia attraverso le lenti dei bisogni e delle aspirazioni umane».

Aiutare l’ecommerce

Il presidente di UPA ha poi affrontato il tema del commercio elettronico: «il 10% delle nostre esportazioni sarà generato nei prossimi cinque anni dall’ecommerce, che tuttavia sconta arretratezza tecnologica, piccole dimensioni e poco coraggio da parte degli investitori: i venture capitalist francesi hanno investito in tre mesi nel commercio elettronico quanto gli italiani in tre anni». E ha poi ricordato come, sul piano politico, la competizione si giochi all’80% tra sistemi-Paese e non tra un’impresa e l’altra. È quindi imperativo, per l’Italia, attrarre investimenti, trattenere talenti e aiutare le aziende che esportano con una flat tax.

Spazio ai giovani

Sono seguite alcune considerazioni sulla situazione politica ed economica del nostro Paese. «Oggi serve un processo di leadership che superi il complesso del potere personale e che faccia circolare metodo, competenze e senso della cosa pubblica. Servono una visione, più coraggio, maggiore fiducia in noi stessi, bisogna rimettersi in gioco, c’è necessità di progetti che intercettino nuove risorse». E ha proseguito: «Ci sono 114 miliardi di risparmio accumulati dalle famiglie, secondo il Censis, che non trovano sbocchi per paura o per mancanza di una prospettiva. Un dato che è un corto circuito, una società di anziani arroccati sui patrimoni e giovani spinti nella marginalità. È una situazione che impone delle riflessioni».

È stato poi annunciato un grande progetto UPA che riguarda i KPI (Key Performance Indicator) della comunicazione, «la prossima frontiera al servizio dell’efficacia di tutto il sistema», che consisterà in una mappatura universale di tutti gli indicatori di performance delle azioni di marketing e comunicazione consultabile a più livelli. Inoltre, Sassoli ha annunciato l’intenzione di avviare un progetto con AssoCom, che si concretizzerà in una ricerca destinata a far chiarezza anche sui retroscena del mondo dei pitch creativi, dove il settore lamenta una carenza di trasparenza e pratiche scorrette ed è necessaria un’azione di “moral suasion”.

La creatività resta la chiave

Nella relazione del presidente Sassoli è stato dedicato ampio spazio anche all’importanza della creatività, con la definizione della pubblicità come «un concerto per arpa e nitroglicerina, un cristallo emozionale pronto a trasformarsi nello spazio visivo del consumatore, il quale risente di un ancoraggio ai propri valori sempre più scivoloso in quanto sottoposto a miriadi di stimoli. Per questo è necessaria oggi una creatività dirompente». Sassoli ha concluso ricordando la “Società dello Spettacolo” di Guy Debord che «già cinquant’anni fa aveva previsto il mondo che stiamo vivendo, un mondo in cui lo spettatore è media, messaggio e medium e non trova quello che desidera ma desidera quello che trova».

Gli altri ospiti intervenuti alla conferenza UPA

Dopo la relazione del presidente, sono intervenuti Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto per la Segreteria della Comunicazione della Santa Sede, per parlare di storytelling, e Stefano Bartezzaghi, scrittore, semiologo ed enigmista, che ha svolto una relazione incentrata sull’uso della lingua modulato a seconda del mezzo esattamente come il messaggio di cui ha parlato Sassoli. Infine, Sami Kahale, presidente e a.d. di P&G Sud Europa, ha chiuso l’incontro enunciando le prossime sfide per il mercato dei consumi e della comunicazione.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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