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È andato in scena Live the exceptional EY Experience

Autore: Redazione


L’incontro organizzato da EY per analizzare, presentare e sperimentare come il digitale rivoluzioni anche la valorizzazione delle risorse umane

Le nuove tecnologie e il digitale possono cambiare radicalmente le modalità per selezionare, attrarre e far crescere i talenti. È quanto emerso dall'incontro organizzato da EY presso la nuova sede milanese di via Meravigli con l’obiettivo di analizzare, presentare e sperimentare come i cambiamenti introdotti dalla digital transformation rivoluzionino anche la gestione delle risorse umane. Come cogliere le opportunità che l’innovazione e la tecnologia consentono e definire le direttrici che le aziende devono seguire per sviluppare il loro business, sono solo alcuni dei temi affrontati nella prima parte dell’incontro da Andrea Paliani, mediterranean advisory services leader di EY, e Fabio Moioli, direttore della divisione Enterprise Services di Microsoft.
Trasformazione prima culturale e poi tecnica
“La trasformazione digitale è prima di tutto culturale e poi tecnica - commenta Paliani -. Dobbiamo sapere cosa vogliamo fare. L’open innovation a livello di sistema paese e nelle singole organizzazioni, ad esempio, è una modalità vincente per trasformare imprese e istituzioni pubbliche. Tuttavia il capitale umano, all’interno delle organizzazioni e nella società nel suo complesso, rappresenta la vera sfida. Formare e attrarre nuovi talenti, con competenze adatte al mondo digitale, riqualificare le risorse interne (che fino ad oggi hanno garantito il vantaggio competitivo delle organizzazioni) introdurre modalità di lavoro coerenti nelle organizzazioni (collaborazione tra dipendenti, smart working,..) rappresentano sfide altrettanto importanti. Le aziende che hanno seguito la strategia di valorizzazione e crescita dei talenti per innovare hanno raggiunto risultati eccellenti: l’85% di loro ha avuto una migliore performance finanziaria, il 77% una migliore implementazione della strategia. L’Open innovation contribuirà anche sotto questo aspetto: nel mondo interconnesso digitale l’approccio all’innovazione diventa un processo “condiviso e collaborativo coinvolgendo più attori della business community (aziende, università, politecnici, società di servizi professionali, vendor di tecnologie, incubatori,...). Tuttavia sono ancora limitati i casi di innovazione di business: 11% ha utilizzato call for ideas per coinvolgere start up innovative, il 9% ha utilizzato Hackathon, il 7% ha acquisito società innovative per estendere il proprio business e il 18% ha sviluppato progettualità di start up intelligence, ma oltre il 45% delle imprese non ha intrapreso alcuna iniziativa per incorporate stimoli esterni all’innovazione”.
Alla ricerca di professionisti preparati
Moioli aggiunge “Il cloud, l’intelligenza artificiale, la realtà mista sono trend tecnologici in rapida crescita anche nel nostro Paese e lo saranno ancor più nei prossimi anni. Al contempo non si trovano figure professionali all’altezza delle richieste del mercato: è ad esempio difficile trovare persone competenti in ambito Data Platform e Machine Learning, ovvero professionisti che sono in grado di estrarre da una mole impressionante di numeri degli insight che diventino progetti di business. I giovani che coniugano doti statistico-matematiche, informatiche, e capacità di visione imprenditoriale sono altamente ricercati ed estremamente preziosi sul mercato. Si pensi ad esempio che entro il 2020 circa il 50% delle posizioni in questo settore non saranno ricoperte proprio a causa delle competenze mancanti. Gli analisti stimano inoltre in 4,8 milioni i posti di lavoro in Europa relativi soltanto allo sviluppo di nuove applicazioni entro il 2018. Questi dati ci obbligano a riflettere e muoverci fin da ora, con massima urgenza, partendo dalle scuole e dal settore pubblico, fino ad arrivare a trasformare le nostre imprese”. Al termine della discussione, gli studenti universitari partecipanti hanno sperimentato percorsi di Digital Sensorial EY Experience quali la realtà aumentata e si sono sfidati in una gara, tramite un’app, per testare il loro “digital mindset”. Infine, attraverso il tour nei Deep Diving Learning Corner, i partecipanti all’incontro hanno fatto esperienze immersive che velocemente li hanno stimolati a vedere e toccare con mano nuove prospettive e imparare nuovi skills e competenze.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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